Great Trango Tower: Raganowicz e Tomaszewski aprono Bushido

Intervista all'alpinista polacco Marek Raganowicz che racconta sulla nuova big wall Bushido (VII– A4 VII+), aperta assieme a Marcin Tomaszewski sul Great Trango Tower, Karakorum, Pakistan.
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Marek Raganowicz, Marcin Tomaszewski, Great Trango Tower, Karakorum, Pakistan.
archivio Raganowicz & Tomaszewski
Dopo la difficilissima Superbalance sulla Polar Sun Spire aperta sull'Isola di Baffin aperta l'anno scorso i climbers polacchi Marek Raganowicz e Marcin Tomaszewski hanno ora aperto una nuova big wall su un'altra immensa parete, la NE della Great Trango Tower nel Karakorum in Pakistan.

La nuova via di Raganowicz e Tomaszewski - Bushido - segue una linea sul lato destra della parete e a circa 3/4 di altezza condivide tre tiri con la Azeem Ridge, la famosa via aperta dagli statunitensi Kelly Cordes e Josh Wharton nel 2004. I due polacchi hanno trascorso 20 giorni in parete e hanno installato 4 campi, affrontato difficoltà fino all' A4 VII+, piantando 21 spit per le soste e 8 rivets lungo i 46 tiri. Bushido non finisce in cima al Great Trango Tower ma alla fine della cresta SO dove i due sono stati costretti a ritirarsi, presi di sorpresa da una violenta tempesta, che li ha costretti ad una discesa in condizioni estreme. "La discesa è stata una delle sfide più impegnative della nostra carriera alpinistica" ha spiegato Raganowicz.


Marek, parlaci di come è nato il progetto
Abbiamo parlato del Great Trango Tower per la prima volta mentre eravamo al Camp III di Superbalance. Avevamo un giorno di riposo e stavamo parlando di alcuni dei nostri sogni. Il Great Trango Tower era il primo. Se sei sul Polar Sun Spire, non puoi fare a meno di pensare alla Great Trango Tower. Si dice che il Polar Sun Spire e la Great Trango Tower siano le due pareti più alte del mondo, e noi le volevamo semplicemente salire...

Cosa ci dici sulla linea, come è nata?
Questa è una storia del tutto diversa. Originariamente avevamo programmato di salire più a sinistra nella sezione in alto, sulla Headwall, ma come con Superbalance abbiamo preso la decisione finale quando eravamo in parete. La scelta della linea è una domanda che deve essere posta alla parete stessa, abbiamo chiesto e abbiamo ricevuto la risposta. Alla fine ci siamo riusciti, quindi forse siamo stati bravi ad ascoltare....

E ce l'avete fatta...
Sì. Naturalmente il successo di un progetto dipende da molte cose: le caratteristiche della roccia, le condizioni, l'attrezzatura, la tattica, lo stile e ... l'intuizione. A proposito, vorrei sottolineare una cosa che per me è importante: uno dei motivi per cui mi piace arrampicare con Marcin è la sua incredibile intuizione, la sua innata capacità di sentire, ascoltare e capire una parete. Abbiamo chiesto, la montagna ci ha risposto di fare quella linea lì, l'abbiamo sentito, l'abbiamo ascoltata e compresa...

20 giorni di arrampicata in parete ad “ascoltare... l'avevate previsto? E ci puoi descrivere una vostra giornata tipo in parete?
No, all'inizio avevamo previsto di trascorrere meno di 20 giorni in parete, ma siccome Dave Allfrey ha abbandonato la spedizione e non eravamo più un team di tre, di conseguenza abbiamo impegnato più tempo. Se guardate le date della spedizione potete vedere chiaramente che è stata una spedizione super-impegnata. Non abbiamo avuto nessun giorno di riposo al campo base, nessuna salita di acclimatamento, abbiamo dovuto davvero spremere il nostro progetto per avere dei frutti. La giornata tipica in parete? Semplice: abbiamo arrampicato il più possibile. La nostra regola principale è stata "arrampicare ogni giorno e fare il meglio possibile".

La vostra via attraversa alcune linee precedenti, come per esempio la Azeem Ridge, la cresta SO aperta in stile alpino dagli statunitensi Cordes e Wharton con il quale condivide tre tiri. Avete aggiunto del materiale alla loro linea che era stata aperta in stile alpino e senza spit?
Su questa parete è davvero difficile aprire una linea che sia al 100% indipendente, sia per la presenza di altre vie esistenti sia per la configurazione della parete. Sopra la Headwall abbiamo visto alcuni spit e ne abbiamo usati anche alcuni come soste, ma in cresta siamo saliti a sinistra della via di Cordes e Wharton. Sul''ultimo tratto ripido (i tiri 38-40) ci sono delle belle fessure con degli spit che abbiamo segnato sul nostro disegno, ma non siamo stati noi a piantarli, qualcun altro l'ha fatto prima di noi. Invece mentre salivamo queste lunghezze nevicava e siccome non siamo riusciti a salire alcune sezioni di offwidth abbiamo piantato due rivets per progredire in artificiale (scusate!).

Quindi, in totale avete piantato 21 spit + 8 rivets lungo i 46 tiri. Quanto è pericolosa questa via? E la puoi confrontare ad altre big wall, per esempio in Yosemite?
Paragonare il Great Trango Tower con El Capitan è un gioco molto rischioso a causa delle tante differenze. In Yosemite è possibile chiamare YOSAR, il soccorso alpino locale, dalla parete con il cellulare ed in pochi minuti i soccorsi arrivano. Nella zona del Trango è possibile chiamare un elicottero militare, ma solo per effettuare un'evacuazione dal Campo Base. Alcune operazioni di soccorso possono essere eseguite soltanto dagli altri membri della spedizione - se sono competenti e presenti al Campo Base.

Quindi forse è meglio un paragone con Superbalance.
Sul nostro disegno abbiamo deciso di dare una grado VII-, paragonandolo a Superbalance sul Polar Sun Spire che avevamo gradato di VII. Penso che questo riflette le differenze tra queste due vie e pareti. Sulla costa orientale dell'isola di Baffin realisticamente non hai nessuna possibilità di salvataggio dal mondo esterno, quindi se abbiamo valutato Superbalance come VII, Bushido dovrebbe essere VII-.

A4 a 6000m...
Ho valutato soltanto le difficoltà tecniche, a prescindere della quota. A dire il vero, la sezione di A4 si trova a circa 5300m (il tiro che porta al nostro Campo 4). L'inizio di questo tiro è una combinazione di alcuni rivets e ganci, l'arrampicata in artificiale è su roccia brutta. Se cadi finisci sulle placche all'inizio del tiro. Quindi è un tratto piuttosto serio.

La vostra via non raggiunge la vetta vera. Quanto distava?
Inizialmente avevamo accettato la sfida di salire la cresta fino alla cima principale della Great Trango Tower, ma ben presto la realtà ha congelato i nostri sogni. Il giorno della cima è stato il giorno peggiore della salita: una bufera di neve, vento fortissimo e l'attrezzatura congelata ci hanno rallentato e, nel bel mezzo della notte, abbiamo deciso di finire nel punto segnato sul nostro disegno. Marcin era nel punto più alto quando l'ho chiamato per farlo tornare indietro. Era una notte molto fredda e sicuramente non avevamo alcuna possibilità di salire fino alla vetta principale, ma siamo comunque contenti di quello che è stato possibile fare e di quello che siamo riusciti a fare. Siamo scesi con le doppie al portaledge dopo 24 ore di arrampicata continua. Come team, se calcoli le nostre spedizione al Polar Sun Spire e al Great Trango Tower, abbiamo trascorso oltre 50 giorni in parete, ma quella è stata l'unica notte in cui siamo rimasti lì, avvolti nei nostri sacchi a pelo, senza nemmeno l'energia di cucinare qualcosa da bere o mangiare.

Poi è arrivato quella che descrivi come una delle discesa più difficile che hai mai effettuato. Quella tempesta vi ha colti di sorpresa, oppure sapevate che stava arrivando e avete provato comunque?
La tempesta è stata una sorpresa. La mattina è stata fredda e nebbiosa, ma comunque OK. Ma quel pomeriggio e la notte sono stati davvero brutti, anzi, direi orribili... Ironia della sorte, il giorno prima ci eravamo riposati, l'unico giorno di riposo dell'intera spedizione e il tempo era buono. E una volta giù il tempo è diventato bellissimo nuovamente. Come ho detto prima, l'arrampicata è sempre un gioco composto da molti fattori e dobbiamo rispettare la natura e quello che ci offre.

Come valuteresti Bushido rispetto alle altre tue vie?
Naturalmente abbiamo paragonato Bushido a Superbalance e... all'epoca era difficile immaginare qualcosa più difficile di Superbalance. Su Polar Sun Spire abbiamo affrontato condizioni invernali vere e questo fa un'enorme differenza. E' stata l'avventura della vita, ma, naturalmente, stiamo ancora giocando a questo gioco, e non si sa mai cosa potrà ancora accadere!

Voi due formate un tema formidabile. Cosa vi rende così forti? E cosa ci puoi dire della vostra personale Bushido - la vostra etica e “codice di condotta”?
In una vita di arrampicata, nel corso degli anni tutti passano attraverso periodi diversi. Marcin ed io veniamo da generazioni diverse, ma le nostre esperienze messe assieme creano una comprensione reciproca. Il fattore chiave è che abbiamo trovato uno splendido equilibrio tra noi e non lo vogliamo sprecare. La nostra forza viene da questa stessa maniera di comprendere le montagne, dalla condivisione degli stessi valori ed etica dell'arrampicata e, da come quanto abbiamo costruito e continuiamo a costruire la nostra cordata. Questa è la fonte della nostra energia e della nostra forza.

Grazie a: PZA ( Polish Alpine Association), MBC (GRIVEL UK, Outdoor Research UK & Edelweiss UK), ZAMBERLAN, Hi Mountain, Metolius, Atest


Note:
Expo.Planetmountain
Expo Grivel
Expo Zamberlan
www
www.reganclimbing.com



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