Passato e presente con... interesse

Ivo Ferrari e le perle della Grignetta. Come le vie Marinella e Il Sol dell’Avvenir. Perché la Grigna e le sue vie non smettono di essere interessanti per chi ama la bellezza dell'arrampicata
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In arrampicata sulla Grigna
archivio Ivo Ferrari
È strano sentirsi dire “No Ivo, la Grignetta non interessa, ora ci vogliono salite che parlino”...
Rientro a casa e non sono per niente confuso, certo che l’editore di turno non abbia capito bene di cosa stessimo parlando o, credo non avesse mai salito alcune delle “perle” della Grignetta, forse spinto più dalla ricerca del “parlano” che dalla storia di chi ci ha dato la possibilità di “parlare”.

La giornata oggi è di quelle che amo di più: fresca, o meglio fredda, e con scarsa visibilità, con quella nebbia che aiuta a nascondere tutto, tranne la voglia di salire. Ai piedi dei Magnaghi la scelta non manca di sicuro, di tutti e per tutti. Da “alpinisti” svezzati ci riscaldiamo su appigli generosi e chiodatura abbondante: lo Spigolo Falc fa al caso nostro, salita e discesa. Ora viene il bello, ora vengono le salite che ritengo tra le più belle del gruppo.

Marinella è un nome fantastico, una storia unica fatta di coraggio e determinazione, Marinella è “uscire dagli schemi” per l’epoca d’apertura, non più diedri e camini ma placche e traversi, chiodatura lunga e gradi decisi. Poi è, in tempi recenti una poesia cantata dall’indimenticabile Fabrizio, il nome di mia Figlia e tante altre storie.

Vittorio Panzeri, Ugo Tizzoni e Pierino Cattaneo in quel lontanissimo giugno del 1933 crearono il “capolavoro” dei Magnaghi: una linea divenuta negli anni banco di prova per intere generazioni, addomesticata un “tantino” dalla variante Gogna che evita il “viaggio” di Panzeri e, quasi “rovinata”, da una via senza senso che sale pochi metri a sinistra, frutto del volere fare a tutti i costi!

“Hai fatto la Marinella?” questa è la domanda che si fa a chi vuole salire una linea bella in Grignetta!"

Ci alterniamo nelle lunghezze, io collego le prime due e Paolo le altre due, semplicemente aiutati dalle corde lunghe e dall’entusiasmo di godere egoisticamente una salita a due.

Dalla cima scendiamo velocemente, se il “passato” è stato un capolavoro, ora andiamo verso chi, nel presente ha rispettato con logica e bravura, la roccia, usando il giusto senza sminuire il salibile!

“Il Sol dell’Avvenir” porta la firma e lo stile di Gerry (Gerardo Redepaolini) che in compagnia di Pesci ha saputo salire TUTTE le lunghezze con maestria e stile, perché per creare il nuovo in uno spazio esiguo serve stile, occhio e passione, e la sua via lo dimostra.

Testa o Croce, parto io, due lunghezze concatenate con la solita scusa, due lunghezze esemplari, belle e piene. La giornata passa velocemente, ci sarebbe il tempo di una “Graziella”, ma la voglia di una bevanda fresca e un panino si fanno sentire. Al Rifugio Porta esaudiamo i nostri desideri...

La Grigna interessa solo a chi è interessato... provare per credere!

Ivo Ferrari


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