Michael Piccolruaz chiude Es Pontas: 'Un sogno che si avvera'

Il climber sudtirolese Michael Piccolruaz racconta della sua ripetizione di 'Es Pontas', il famoso deep water solo di Chris Sharma sull'isola di Maiorca.
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Michael Piccolruaz su 'Es Pontas', Maiorca. 'Onestamente credo che questa sia LA linea per eccellenza che abbiamo nell'arrampicata. LA King Line!'
Michael Piccolruaz archive

Durante la mia carriera ho scalato molte vie leggendarie e mi sono spesso chiesto se potesse essercene una migliore. Fino ad ora, ho sempre trovato una via migliore, o almeno alla pari delle precedenti. Ora, però, non credo che riuscirò mai a trovarne una migliore dell’ultima. Es Pontas è semplicemente in una categoria a parte. Onestamente credo che questa sia LA linea per eccellenza che abbiamo nell'arrampicata. LA King Line!

Raggiungere la cima di questo incredibile pezzo di roccia è stato il sogno di una vita e la mia storia con questa via ha radici lontane. Sono partito dall’essere ispirato da Chris Sharma che faceva la prima salita nel film King Lines, al mettere le mani su di essa per la prima volta nel 2021, poi a lavorare il folle dinamico con Jakob Schubert, e finalmente a tenere il lancio, per poi non essere più in grado di farlo dalla partenza originale! Ho dovuto mettere da parte Es Pontas per alcuni anni per migliorarmi in questo gioco del Deep Water Soloing. Ho chiuso Alasha, ho acquisito la sicurezza di poter fare movimenti difficile in alto, distanti dall'acqua, ho esplorato il potenziale nascosto delle altre scogliere di Maiorca e ho anche aggiunto alcune prime salite. Poi quest'anno sono finalmente tornato, con un unico obiettivo, un solo scopo: chiudere il cerchio e scalare Es Pontas.

Intimidito dal salto, la mia strategia è stata di lavorare molto il boulder del passaggio chiave in alto con la corda, assicurarmi di essere solido qui, per poi passare a provare Around the arch. Questo implica scendere da sinistra verso le prese in cima al lancio, e da lì continuare, facendo il traverso e tutta la sezione finale di Es Pontas. Sapevo che fare questo concatenamento mi avrebbe dato la sicurezza di poter salire l'intera via, una volta chiuso il lancio, dato che la ghisa sarebbe stata simile a quello che si ha partendo dal basso.

Alla fine, è arrivato il momento per provare nuovamente il lancio. Questo dinamico mi aveva causato così tanto mal di testa nel 2021 e, a quanto pare, mi avrebbe causato di nuovo difficoltà quest'anno. Con mia sorpresa, l'ho chiuso una volta durante la terza sessione sulla via e, sentendomi bene, ero certo che sarei riuscito a ripeterlo sempre da quel momento in poi. Ma questo si è rivelato un'illusione. La volta successiva ero di nuovo al punto di partenza, non ero nemmeno vicino all’obiettivo, e la frustrazione ha cominciato a crescere.

Dopo ogni caduta in acqua, cercavo di dirmi che mi sarebbe bastato un solo colpo di fortuna per agganciare nuovamente la zanza, e che poi non sarei più caduto! Anche questo si è rivelato un'illusione! Infatti, quando finalmente ho preso la zanca, mi sono ritrovato sul boulder finale, in alto sullo spigolo, troppo ghisato per avere una possibilità di chiudere la via.

Questa volta, però, avevo sbloccato il lancio per davvero, e ho cominciato a farlo sempre con più costanza. Questo mi ha dato molta fiducia, e sapevo che dovevo semplicemente arrampicare meglio tutte le altre sezioni, per risparmiare più energia possibile, e che così sarei riuscito a chiudere anche il crux superiore.

Poi è arrivato quel tentativo speciale. Ero appena caduto sul salto dopo averlo fatto tre volte di fila, e nel tentativo precedente avevo caduto dopo, sul traverso. Se all'inizio della sessione ero nervoso, prima di questo tentativo non lo ero più, perché il mia focus era passato da "OK, devo chiudere la via ora" a "OK, prima devo rifare il salto".

Stavo arrampicando di nuovo più rilassato, sono arrivato al salto, ho preso la zanca ed ero felice di avercela fatta di nuovo. Ma poi mi sono concentrato e mi sono focalizzato, dovevo arrampicata alla perfezione, su per la parte successiva. Sono entrato nel flow, ho respirato meglio, e quando ho iniziato i movimenti chiavi in alto sapevo che era fatta. Dovevo solo mantenere la calma. E poi, eccomi lì, appeso alla zanca del riposo, sfogando all'istante tutto il mio sollievo e la mia felicità.

Gli ultimi 7-8 metri facili fino alla cima dell'arco sono stati godimento puro. Non cercavo nemmeno di trattenere le emozioni, e quando sono arrivato in cima, accolto dalla luce del sole, non riuscivo proprio a credere di aver appena realizzato il sogno di una vita. Avevo appena fatto Es Pontas! La linea migliore al mondo! Pazzesco!

- Michael Piccolruaz, Val Gardena




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