La linea dei Sogni di Erto per Luca Zardini

Il 14/03 Luca Zardini ha liberato “La linea dei Sogni” (8c+) allungamento della mitica “Sogni di Gloria” nella falesia di Erto (Pordenone).
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Luca Zardini 'Amarcord' su "Sogni di Gloria" nel 1991
arch. L. Zardini

Si sa che i climber hanno dei sogni. Ma si sa anche che tutti i sogni hanno bisogno di maturare: così è stato anche questa volta. Dapprincipio fu “Sogni di Gloria”, 15 metri ultra strapiombanti liberati da Gerhard Hörhager che, ad Erto e non solo, hanno rappresentato un riferimento per il mondo ultra-strapiombante. Ora, dopo 22 anni, ecco che la storia continua: ai primi 15 metri di “Sogni di Gloria” - ancora un bel 8b+ - se ne aggiungono altri 15 di gran placca verticale. Come dire che ora il cerchio dei due mondi, lo strapiombo e la placca, convivono nello stesso viaggio.

S'inizia dunque il viaggio sullo strapiombo di “Sogni di Gloria” ma un metro prima di arrivare alla 'vecchia' sosta tutto cambia... per 'stile' e terreno. Da lì si va su dritti (paralleli al ”Mochio”) esplorando 15 metri di placca grigia, liscia e verticale, con gli ultimi 3-4 metri prima di arrivare in catena segnati da micro appigli verticali tutti da conquistare con gran maestria.

Il risultato è un 'vione' di circa 30m, tutto naturale e con una difficoltà di 8c+: “Né più ne meno” afferma Luca 'Canon' Zardini che, con questa bella realizzazione, segna ancora una volta la storia della falesia del Vajont. Resta da dire, prima di leggere il report dell'atleta cortinese e bandiera della nazionale italiana di arrampicata sportiva, di quanti sognano e contribuiscono alla realizzazione dei sogni. Come Andrea Polo che ha chiodato questa gran bella prosecuzione di storia.

LA LINEA DEI SOGNI by Luca Zardini

Lo scorso 14 marzo nella falesia di Erto (PN), sono riuscito a liberare “La linea dei Sogni” 8c+, un allungamento di “Sogni di Gloria”, mitica e storica via liberata da Gerhard Hörhager nell’ormai lontano 1987. Una via che, alla fine degli anni ottanta, ha sicuramente segnato l’arrampicata sportiva in Italia e ad Erto con uno dei primi itinerari fortemente strapiombante che fanno ancora oggi di “Sogni” un 8b+ di puro riferimento della ormai storica falesia del Vajont.

Fu proprio mia nel dicembre del 1991 una delle primissime ripetizioni della via dopo quelle di Gherard Horager e di Sandro Neri, e già ai tempi si “annusava” la possibilità (allora remota) di continuare la scalata su quella liscia e difficile placca verticale che si intravedeva sopra la linea già esistente. Solo la primavera scorsa grazie al lavoro di uno dei bravi e forti ripetitori della prima parte, Andrea Polo, già noto frequentatore delle falesia, si è concretizzato l’allungamento in questione, che percorre una bellissima e tecnica placca grigia che corre parallela e a pochi metri di distanza con la già esistente ”Mochio”.

Per quanto mi riguarda ho cominciato a fare qualche “giro di perlustrazione” solamente l’ottobre scorso con dei tentativi abbastanza sporadici e complicati, vista la difficoltà di interpretazione della parte finale della via . Per veri tentativi invece ho dovuto attendere lo scorso mese di marzo dopo un lungo e pesante inverno che dalle mie parti ha visto cadere la bellezza di più di sei metri di neve complessivi ma che mi ha permesso, tra un impegno e l’altro, di allenarmi abbastanza bene per riprendere una condizione accettabile che mi permettesse di poter provare nuovamente il tiro.

Il giorno giusto è arrivato in un Sabato di metà marzo quando, dopo un paio di tentativi per ripetere i difficili passaggi di “Sogni di Gloria”, mi sono lanciato verso la parte finale della via con una grinta ed una voglia da vecchio guerriero… Così, dopo un tentativo fallito a pochi appigli dalla fine, sono riuscito a chiudere i conti con “La linea dei Sogni”, così ho chiamato questa via, interamente naturale e bellissima, che voglio dedicare a questa falesia a cui sono molto legato.

Ad Erto mi legano moltissimi ricordi e quasi vent’anni di scalata, un tempo passato tra realizzazioni ed amici , molti dei quali erano lì ad incitarmi anche questa volta... tutti con qualche capello bianco in più ma con la stessa voglia di scalata.

Il futuro però potrebbe portare ancora qualcosa di interessante vista la possibilità di unire la parte difficile e strapiombante di “The big mother” con la placca appena liberata. Ma questa sarà un’altra storia.
Alla prossima puntata.

Canon

P.S. Un ringraziamento ad Alessandro per la “sicura”


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