Arrampicare in Tailandia - no problem we are not in a hurry

Nicola Noè e Nicoletta Costi ci descrivono gli itinerari di arrampicata nella penisola di Phra-Nang in Tailandia e nelle zone vicine
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Arrampicare a Phra-Nang e Pee Pee Island in Tailandia: Happy Island
Francesco Tremolada

Seduti al ristorante raccomandato dalla Lonely Planet cerchiamo di dare un senso all’apparente accozzaglia di gesti e movimenti che si susseguono questa sera lungo il grande fiume Chao Phraya. Ci troviamo a Bangkok e ancora non ne siamo certi, anche se tutto attorno a noi conferma le geniali descrizioni di Montalban, Conrad e Maugham, dandoci la sensazione continua di mille déjà vu in un luogo che in realtà abbiamo visitato solo attraverso iloro romanzi: il traffico governato da una logica da pazzi disorientati, l'espressione per noi sempre uguale ed imperscrutabile dei Tailandesi, l’odore delle spezie mischiato a quello dell'aria afosa.

Un volo di un migliaio di chilometri verso Sud ci porta nella provincia di Krabi, non lontano dalla Malesia, in un territorio caratterizzato da spettacolari formazioni carsiche sulla costa e più di 150 isole al largo, dove si trova la maggior parte delle falesie attrezzate. Si scala su roccia strapiombante, dove la lussureggiante vegetazione tropicale non riesce a ricoprire le pareti con liane e rampicanti di ogni genere. L'arrampicata è entusiasmante, su ottimo calcare, spesso tra gigantesche stalattiti e in grotte marine.

A Krabi Town ci portiamo sul molo del fiume e riusciamo a salire su una delle innumerevoli long-tail boat (pittoresche piroghe motorizzate), il cui barcaiolo, l'ennesimo clone di Fu Manchù per dirla alla Montalban, urla incessantemente "Railéh, Railéh" con voce stridula e nasale. Ci troviamo così a navigare verso la penisola di Phra-Nang, protesa nel Mare delle Andamane, in un susseguirsi di visioni da copertina del National Geographic. Il nostro arrivo a Railéh è rassicurante, prendiamo terra non in una giungla impenetrabile, ma tra mangrovie e palme, dietro le quali intravediamo i tetti dei bungalow. Ai lati, il verde denso della foresta incornicia monoliti di calcare in cui i nostri occhi tentano di riconoscere forme familiari.

Saltiamo subito sulla giostra dell'arrampicata, dove ancora non è necessario munirsi di biglietto, basta esserci e salire. Capiscono subito che siamo “farang (occidentali) da poco arrivati” dai nostri patetici tentativi di togliere ogni singolo granello di sabbia dai piedi prima di calzare gli stivaletti malesi ... così sentiamo le scarpette da arrampicata dopo giorni di comodi sandali. Poi, con il passare del tempo, diventiamo meno schizzinosi e nelle pedule da roccia imbarchiamo sabbia, conchiglie e coralli, senza più farci caso. Anche le mani, che all'inizio ripulivamo con cura, ora stringono con disinvoltura reglettes insabbiate e si tuffano nel sacchetto della magnesite sempre più mischiata a minuscoli granelli di corallo. Poi l'arrembaggio alla roccia, anche dal mare, preoccupati non tanto di non inzuppare i pochi vestiti, ma piuttosto di salvare dai flutti i preziosi zaini: una corda fradicia può far perdere diversi gradi ...

Per il primo approccio alla roccia ci lasciamo convincere dalle due falesie adiacenti di Muai-Thai e One-two-three, a meno di un minuto a piedi dalla spiaggia di Railéh Est, che offrono quasi una quarantina di itinerari dal 5 all'8a+, con molte lunghezze di media difficoltà. La facilità di accesso può creare qualche piccolo problema di "affollamento", a cui nessuno sembra dare peso; "no problem, we are not in a hurry" è infatti il motto che rispecchia l'atteggiamento di chi arrampica in Tailandia ... Per sfuggire alla “folla” basta proseguire a piedi per qualche decina di metri e raggiungere il panoramico settore “The Keep”, ideale per chi ama placche di continuità su tacchette, sovrastante le altre piccole falesie di Duncan’s Boot, Hidden World e Jungle Gym Tower, tutte assai interessanti.

La sera, incuriositi da un singolare cartello sulla spiaggia di Railéh Est, imbocchiamo un sentiero che subito ci immerge in uno scenografico spicchio di giungla, fra grandi grotte, immense stalattiti e liane pendenti dal cielo che ospitano gruppi di piccole scimmie bercianti. Sbuchiamo così sulla spiaggia di Phra-Nang dove si trova il tempietto dedicato a una mitica Principessa giunta via mare dall'India, in cui i pescatori locali depongono incensi profumati, braccialetti, fiori, frutta e vistosi falli in legno colorato. Il paesaggio è incantevole, dominato dalla grande volta rocciosa che, protendendosi, copre alla vista buona parte del cielo sovrastante. Ottime possibilità per arrampicare si trovano sulla destra della spiaggia e di fronte, sulle strutture di Escher World e Happy Island, che ospitano una trentina di lunghezze.

Per gli amanti dell‘“alta quota”, proponiamo un enchainment da occidentale nevrotico. Di prima mattina si sale in ombra la Ton Sai Tower per la via Humanality (5 lunghezze attrezzate sul 6b), poi colazione al bar di Andaman Beach, quindi a piedi, nuoto, kayak, o meglio ancora in long-tail boat si raggiunge l’estremità meridionale della spiaggia di Railéh Ovest e si sale a Thaiwand Wall, all’ombra tutto il giorno, per arrampicare la via Lord of the Thais, altre 5 lunghezze di 6a+, 6c+, 7a+ (dai più celebrato come un tiro di rara bellezza su singolari cavolfiori), 7b e 6a, poi tre doppie a scendere e birra e chiacchiere a volontà al Sunset bar, perché per oggi basta e avanza!

Ora che siamo ben acclimatati e le "bielle" cominciano a girare a dovere, decidiamo che è giunto il momento di assaggiare le placche aggettanti e gli strapiombi da capogiro con le grandi stalattiti dei settori Dum's Kitchen e Ton Sai, ad Andaman Beach (che nome da favola!). Molto suggestivo è l'arrivo a piedi attraverso il passaggio tra le rocce, possibile solo con la bassa marea, altrimenti si giunge in 10’ di comodo ma ripido sentiero in mezzo alla giungla, o ancora in barca per 20 Baht. La spiaggia è tatuata di magnifiche conchiglie ed il continuo andirivieni di nuvole accende e smorza i vividi colori di quel paesaggio così esotico ed estremo.

Phra-Nang
Thaiwand Wall

panoramico, munirsi di macchina fotografica
Spicy speck dreams 7c, bella placca di dita
Orange juice 7b+, estetica lunghezza di continuità con allunghi su tacche e buchi distanti.
Equatorial 6c, spettacolare arrampicata di 35 m sul filo di un vago pilastro
Monkey love 6b, continuità in strapiombo su prese grosse

Wee’s present wall
comodo accesso ma pochi tiri
Tartle au poil (hair pie) 7c+, continuità su tacche e svasi
Shit rest days 7a+, bella ed insolita arrampicata in diedro con fessura

Happy Island
i climber più bassi prestino particolare attenzione alle maree (morfologica traversata … dello stretto)
Don’t worry be happy 6a, splendida lunghezza su roccia ultralavorata con un letale singolo d’entrata
King Fisher 7a+, partenza in comune con la precedente e poi spettacolare placca di continuità con allunghi su tacche e buchi distanti.
Violent brain fever 8a+, boulder a pochi metri da terra e poi mai banale
Jungle boogie 6b+, splendida tiro che segue il filo di una canna lunga 25 m

Tyrolean wall
preludio al più celebre Dum's Kitchen
Missing snow 6b+, splendida lunghezza gradata un po’ stretta
Tyrolean air 7c, duro sulle dita all’inizio e poi continuità su grosse liste sfuggenti

Jungle Gym Tower e Hidden World
immersi nella giungla tropicale
Adaling 7b, placca grigia di continuità di dita
Red Warf 7a, bel tiro in leggero strapiombo con singolo e poi continuità su buone prese

Low Tide Wall
sulla spiaggia, isolato
The Narsilion 6c+, impegnativa lunghezza sulle dita
Low Tide 6b e 6b, due lunghezze su canne con una difficile entrata

The Keep
panoramico, molto "remunerativo"
Gengis Bond 6b, 30 metri di canne e placche leggermente strapiombanti
Lom Mon (Cyclone) 7a, altri 30 metri di roccia molto lavorata
Babo does Thailand 6c, finalmente un tiro dove si scarica tutto il peso sui piedi!

Ton Sai

irrinunciabile ma molto muscolare

Viking in heat 6c, si parte dalla rudimentale scaletta in legno e poi forte strapiombo su grosse prese
Tantrum 8a+, spettacolare lunghezza di continuità su tetto
Stalagasaurus 6a+, una via di grandi emozioni tra gigantesche stalattiti
Babes in Thailand 7a, bella continuità in strapiombo su prese grosse
Lal bab 7a+, continuità in strapiombo
Phet Maak (very spicy) 8a, partenza violenta e poi allunghi in placca grigia strapiombante
Gaeng som pla (sour fish curry) 7c+, come la precedente … un pelo più facile

Melting wall
settore caratterizzato da spettacolari stalattiti
Cross eyed 7b, 35 m di placca strapiombante con 3 cambi di tipo di roccia
Right hand of buddha 6b e melting pot 6b, concatenamento di due corte e divertenti lunghezze su grosse prese e canne, 25 m in tutto.

Ao-Nang Tower
divertente partenza dalla barca
Due vie ugualmente belle e panoramiche, di 3 lunghezze ciascuna.

Dum’s kitchen
grandi placche strapiombanti
Pahn taalod (always pass) 6a, lunghezza che richiede un po’ di intuito!
Of popes and power 8b, la via di elevata difficoltà più provata e più ripetuta sulla penisola, placca strapiombante con allunghi dinamici su tacche
Asia’s shadow play 8a+, bellissima su piccole tacche nette in strapiombo: un massacro per pelle e tendini delle dita!

One-Two-Three
il settore più comodo, a volte sovraffollato
Knights in White Satin 7b+ (7a+ con uscita a destra), placca di roccia rossa con allunghi su tacche e buchi distanti.
Massage secrets, concatenamento di due lunghezze (5 e 6a+), placca con allunghi su tacche e buchi distanti.
Orientales 6b+, spettacolare lunghezza che termina su una placca liscia con particolari concrezioni di roccia




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