Argentario di mare, di roccia... e di spigoli

Francesco Lamo presenta l'arrampicata sul promontorio dell'Argentario in Toscana, per una vacanza ideale che unisca mare e montagna.
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Sul traverso dello Spigolo a Capo d'Uomo, Argentario, Toscana
Francesco Lamo

Già durante l’inverno mi ritrovo spesso a valutare le potenziali mete estive per le vacanze marine, dove poter condividere il relax in spiaggia con la famiglia con qualche arrampicata posta nelle vicinanze.

Ripasso a memoria alcune destinazioni conosciute che dispongono di entrambe queste caratteristiche: la costa orientale sarda, la Gallura, il litorale che va da Sperlonga a Gaeta, il Conero, il Muzzerone … E’ comunque sicuramente la Sardegna a costituire la migliore destinazione dove intervallare l’arrampicata a un tuffo, ma non riuscendo a prenotare con il dovuto anticipo il traghetto i costi possono lievitare e s’impone recuperare un'alternativa.

Carta geografica in una mano e mouse nell’altra, l’attenzione si colloca su un appariscente spigolo a picco sul mare, denominato Spigolo Bonatti. Spigolo Bonatti? Sogno o son desto? E’ realtà, nella penisola dell’Argentario - e precisamente nella zona di Capo d’Uomo - una guida valtellinese ha tracciato ed attrezzato una bella via su spigolo in ricordo del celebre alpinista. Leonardo, amico e sci-alpinista vicentino, mi informa che in effetti le ceneri del noto esploratore sono custodite a Porto Santo Stefano, nota località del litorale settentrionale dell’Argentario, e la notizia mi motiva la dedica di quello spigolo. Dopo opportune ricerche tuttavia constato che le ceneri di Bonatti non sono tumulate a Porto Santo Stefano, ma a Porto Venere in Liguria. Diversamente, Bonatti - nelle pause della sua straordinaria attività alpinistica - era solito frequentare l’Argentario per esclusivi motivi di villeggiatura, con la sua compagna Rossana Podestà.

L’Argentario, non così ampiamente conosciuto nel nord Italia, si localizza nella costa più meridionale della Toscana, quasi al confine con il Lazio, e l’occasione di trascorrere una vacanza in un posto poco noto gioca per me un ruolo non secondario ed allora… Argentario sia! La ricerca di un appartamento in quella zona mi fa immediatamente comprendere che l’Argentario è costosissimo, anche più della Sardegna o delle Cinque Terre, forse perché considerato un po’ un promontorio VIP. Dopo due mesi di ricerche insoddisfacenti, finalmente rintraccio un appartamento ad un prezzo per me accettabile, grazie Maurizio! L’ulteriore step, non meno tortuoso, consiste nel trovare un compagno di arrampicata disponbile. Pur possedendo di un marchingegno apposito per l’arrampicata solitaria ed aver in passato effettuato alcune salite dolomitiche da solo, devo confessare di non amare particolarmente la progressione con questo stile, in quanto viene a mancare l’aspetto cameratesco della cordata, che per me è sostanziale. Provo a pubblicare un paio di annunci in rete, del tipo "1-15 luglio cerco compagno arrampicata Argentario", ma nessuno mi risponde. Malinconico ripongo nella borsa del materiale di arrampicata l’arnese per l’autoassicurazione: me ne farò una ragione e ogni tiro, mio malgrado, lo percorrerò tre volte. Ma una lampadina si accende: Fabio di Civitavecchia, che dista solo 45 minuti di auto dall’Argentario, mi da il suo benestare, compatibilmente con gli impegni lavorativi. Yahooooo! Fabio, velista con esperienze oceaniche, è un tipo tosto: la seconda volta che ha messo i ramponi fu per andare sull’Innominata al Monte Bianco e peraltro con lui (e con altri due soggetti pochissimo raccomandabili) alcuni giorni fa brancolavo al buio dalle parti del Col Moore.

La prima parte di questo luglio 2017 si è contraddistinta per temperature davvero elevate, con uno zero termico stabile a 4200-4500 m; inoltre tutte le pareti dell’Argentario sono esposte a sud e quindi si presenta improponibile un approccio convenzionale a queste pareti. Forti delle passate esperienze valdostane, decidiamo per una sveglia regolata sulle ore 4.00: caffè, breve tragitto in auto e alle ore 5.00 siamo già in cammino con tanto di pila frontale. Esattamente alle ore 6.00 a.m. rinvio la prima protezione sullo Spigolo Bonatti: il clima è fresco e spira una leggera brezza, perfetto! Fabio, da uomo di mare, osserva che sotto costa un predatore banchetta a danno di un banco di alici che forzatamente devono risalire in superficie, con somma soddisfazione di uno stormo di gabbiani. Secondo Fabio potrebbe trattarsi di una Ricciola o di un Tonnetto. Tutti gli ambiti costieri del promontorio dell’Argentario fanno anche parte del cosiddetto Santuario dei mammiferi marini, istituito nel 1999.

Abituato alle crode delicate delle Piccole Dolomiti (due voli per distacco dell’appiglio negli ultimi mesi, anche con un intervento dell’elisoccorso) non avverto imprevisti su queste rocce compatte ed estremamente aderenti: addirittura anche il terzo grado appare cementato! Dopo opportuna pausa-colazione a base di frutta a metà spigolo, sbuchiamo sotto la torre diroccata della cima di Capo d’Uomo prima che il sole faccia capolino. E’ davvero magnifico coniugare l’arrampicata con l’ambiente marino, soprattutto se il paesaggio che ci circonda è l’isola del Giglio, Giannutri, Montecristo e l’Elba. A Capo d’Uomo, oltre allo Spigolo riservato a Bonatti, sono davvero raccomandabili le vie di più tiri "da antologia" Argento Argentario, Maria…Mare e Magnificat (dedicata al compianto Roberto Iannilli), egregiamente attrezzate dall’infaticabile guida Eraldo Meraldi e dai suoi amici maremmani. Bravi davvero!

Un'altra parete particolarmente interessante del promontorio argentarino è la "Costa della Scogliera Canne d’Organo", nei pressi di Porto Ercole, che concede anche un interessante panorama sull’Isolotto, noto luogo di riproduzione di specie ornitologiche ed esclusivo sito di immersioni. Con le punte delle dita che man mano si aromatizzano d’origano e rosmarino e’ davvero affascinante scalare il classico spigolo sud, una linea rilassante di ottima roccia molto simile a quella di Lumignano, chiodata in modo tradizionale. Inaspettato sarà addirittura poter far sosta su una palma spontanea, letteralmente aggrappata alla roccia: una vera e propria "immersione nei profumi mediterranei". Oltre allo spigolo sud (prima salita effettuata nel 1966), consigliabili sono anche la Via dello Scampo o Feeling, poste a destra dello spigolo e attrezzate, più o meno integralmente, a spit. Capo d’Uomo e la Costa della Scogliera Canne d’Organo dispongono anche di falesie monotiro, sia per principianti che per arrampicatori esigenti. Anche in questo caso è conveniente prestare attenzione ai periodi troppo caldi o eccessivamente ventosi.

Infine, se l’obiettivo è una vacanza di distensione mi permetto di suggerire - dopo le scalate e i bagni - un aperitivo serale al Bar Il Buco a Porto Santo Stefano, ricordandosi assolutamente di non disinteressarsi degli stuzzicanti taglieri! Le Piccole Dolomiti al momento possono anche aspettare.

Francesco Lamo CAAI




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