Accabadora, nuovo settore di arrampicata del Gutturu Cardaxius, Sardegna

Manolo presenta Accabadora il nuovo settore, chiodato da lui e da Bruno Fonnesu, che va ad aggiungersi agli altri che compongono la gran zona dell'arrampicata sportiva del Gutturu Cardaxius il canyon nel sud della Sardegna.
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Manolo su Gechiovia 8a+
Cristina Zorzi
10 bei tiri dai 15 ai 30 metri con difficoltà che oscillano dal 5c all’8b.” Questo in estrema sintesi il risultato del lavoro di Manolo e Bruno Fonnesu che, proprio in quest'ultimissimo periodo, hanno aperto Accabadora, un nuovo settore di quel bellissimo microcosmo dell'arrampicata offerto dal canyon del Gutturu Cardaxius nella magica Sardegna. Noi ve lo proponiamo invitandovi semplicemente a seguire la presentazione di Manolo. Dice tutto. Dell'arrampicata, dei colori, dei sapori e di quell'anima della Sardegna, difficile da inseguire e afferrare, ma al cui fascino non si può sfuggire.

ACCABADORA - GUTTURU CARDAXIUS
di Maurizio “Manolo” Zanolla

“… chi va in Sardegna con l’aspettativa di trovare facili corrispondenze al verosimile, rischia di fluire naturalmente nel ruscello artificiale di un agriturismo, dove gli organizzeranno volentieri quello che cercava, ottenendo il paradossale risultato di renderlo soddisfatto di aver visto quel che non esiste, mentre gli è sfuggito tutto ciò che non era predisposto a vedere, soltanto perché non è stato mai narrato prima”
da “Viaggio in Sardegna” di Michela Murgia

Per noi che andiamo in vacanza la Sardegna è soprattutto mare, un mare che avvertiamo ovunque, presente perfino fra le pieghe più fitte delle gole selvagge, ma per me è anche pietra quale essa sia. Sono sempre colpito da quelle pietre, siano esse di granito di basalto, di tufo o di calcare.

Sono colpito da quelle ammucchiate irregolarmente a secco che imbrigliano appezzamenti di terre piccole, sparse ovunque, nate con la legge delle “chiudende”. Da quelle che emergono, circolari, ancora imponenti sulle colline dopo 3800 anni di storia ancora inaccessibile. Da quelle che affiorano o precipitano nel mare o da quelle che incidono profondamente l’entroterra nelle qual mi sono sempre infilato, cercando quella Sardegna diversa scomoda e graffiante, nel tentativo di esplorarla, di conoscerla, senza ambizioni di comprenderla.

Negli ultimi anni il Sulcis e la Costa Verde ci ha lentamente affascinato con quei colori così fortemente diversi dall’Ogliastra. La morbidezza del sole che tramonta quasi violaceo sul Golfo dell’Ogliastra è spazzata via dalla violenza e dall’intensità di quello infiammato di rosso arancio che muore sul Pan di Zucchero. In un mare quasi sempre piegato dal maestrale, che sembra immenso e, che giustifica la millenaria paura di tutto quello che da là poteva arrivare.

La Gutturu Cardaxius non è la gola del Gorroppu e nemmeno la Codula Fuili e nemmeno quella del futuro. Questa gola che con lingue di fuoco si insinua fra le storie dei minatori fino alle case di Modigliani ha ancora qualcosa di selvatico, lontana come è dai luoghi battuti. Lontana anche dai “luoghi comuni” degli arrampicatori. Un luogo ancora pervaso da un inquietante silenzio quasi imbrigliabile e, naturalmente, ancora quasi sconosciuto. Qualcosa in questa gola è stato fatto, molto ancora rimane da fare. Di sicuro rimarrà un “luogo diverso”.

Poco dopo l’alba, per evitare la calura che ormai è implacabile fin dalle prime ore del giorno, io e Bruno piegati da zaini stracolmi, arranchiamo sul ghiaione, un passo avanti e quattro indietro, fino ad immergerci nella macchia, all’ombra, sotto a quella “lastra gialla” che avevo visto lo scorso anno.

Scaliamo il punto più debole della falesia e dall’alto incominciamo a chiodare. Due giorni di lavoro, il risultato sono 10 bei tiri dai 15 ai 30 metri con difficoltà che oscillano dal 5c all’8b. Siamo riusciti a scalare su quasi tutte le lunghezze eccetto una, l’ultima, il solito infortunio non mi ha permesso di farlo… Ma se non sono riuscito a continuare a scalare sono riuscito ad andare al mare e, fra i polpi ed i ricci di mare, anche a camminare fra i nuovi sentieri che da “Fontana a Mare portano a Buggerru” in uno scenario che credevo di conoscere.

Manolo

(Per ulteriori informazioni consigli ed appoggio ci si può rivolgere a Bruno Fonnesu 3475022636 - 078147192 Nebida)

Accabadora - Gutturu Cardaxius / Scheda
Il nuovo settore chiodato da Manolo e Bruno Fonnesu a giugno 2011 si trova nella Gutturu Cardaxius vicino al settore "Piccolo canyon".

Accesso: Si prende la strada sterrata che parte più o meno dal bivio di Cala Domestica a circa metà strada fra Nebida e Buggerrù. Dalla strada si segue una traccia di sentiero che taglia a zig zag il ghiaione e si infila nella macchia e una corda fissa aiuta a superare un piccolo risalto che porta alla base. 10 minuti circa.

Tipo di arrampicata: Muro giallo di ottima roccia leggermente strapiombante che presenta un'arrampicata di dita che in alcuni tratti è decisamente impegnativa e piuttosto strana

Lunghezza vie: Le vie più lunghe raggiungono circa i 30 metri necessaria corda da 60 e 12 rinvii max. Va in ombra nel primo pomeriggio.

Le vie
da sx a dx:
Il morso del gatto 7a
Accabadora 8a+/b
Gechiovia 8a/+
Cugini randagi 6c
Lentisco a dx lentisco a sx 7a
Soffiami via 6b
Una spalla una via 7a
L'appuntaballe 5c
Fire rock 7a
Placca domestica 7b? (non salita)
Nb. Naturalmente i gradi sono una proposta anche perchè le temperature registrate in quel periodo non garantivano decisamente una condizione ottimale in quel genere di scalata.

Sentiero 5 faraglioni
Il sentiero (detto dei 5 faraglioni) che va da Fontana a mare a Masua a tempi di percorrenza di circa 3/4 ore. Da Masua a Cala domestica circa 4 /5 e da Cala domestica a Buggerru



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