Migliaia di impronte di dinosauri scoperte nel cuore del Parco Nazionale dello Stelvio
Il 14 settembre di quest’anno, il fotografo naturalista freelance Elio Della Ferrera ha documentato la scoperta di migliaia di impronte di dinosauri in Val di Fraele, nel cuore del Parco Nazionale dello Stelvio. Della Ferrera fa parte del team di ricercatori della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Como, Lecco, Monza-Brianza, Pavia, Sondrio e Varese, che in passato ha documentato il ritrovamento di altre impronte in Val d'Ambria (Alpi Orobiche Valtellinesi) risalenti a 280 milioni di anni fa.
Il sito in Val di Fraele si estende per chilometri e risulta essere uno dei più importanti giacimenti di orme di dinosauri del Triassico. Le orme, risalenti a circa 210 milioni di anni fa e con un diametro che raggiunge anche i 40 centimetri, sarebbero la testimonianza del passaggio di branchi di grandi erbivori e formano piste lunghe anche centinaia di metri. Sono così ben conservate da presentare, in alcuni casi, i segni delle dita e degli artigli.
Questo ritrovamento costituisce un enorme patrimonio scientifico che impiegherà i ricercatori per decenni, soprattutto perché la zona non è facilmente accessibile attraverso sentieri e sarà, quindi, necessario l’utilizzo di droni e altre tecnologie di rilevamento.
Dopo il ritrovamento hanno subito avuto inizio le indagini preliminari, condotte dal Museo di Storia Naturale di Milano in collaborazione con il MUSE (Museo delle Scienze di Trento) e il Dipartimento di Scienze della Terra “Ardito Desio” dell’Università degli Studi di Milano. Questi primi studi hanno appurato che la maggior parte delle tracce rinvenute sono attribuibili a dinosauri erbivori prosauropodi, caratterizzati da collo lungo e testa piccola e che potevano raggiungere anche i 10 metri di lunghezza e il peso di 4 tonnellate, risalenti al Triassico Superiore e considerati gli antenati dei grandi erbivori del Giurassico.
Il paleontologo del Museo di Storia Naturale di Milano, Cristiano Dal Sasso, ha affermato “È una vera e propria 'valle dei dinosauri' che si estende per chilometri: è il sito più grande delle Alpi e uno dei più ricchi al mondo.” Le impronte, spiega Dal Sasso, "sono prove evidenti di branchi in movimento sincronizzato e ci sono anche tracce di comportamenti più complessi, come gruppi di animali radunati in cerchio, forse per difesa."
Oltre all’entusiasmo, però, a questa scoperta sono seguite anche voci di preoccupazione e fastidio, soprattutto nei confronti del modo in cui questa notizia è stata raccontata, associandola persino alle imminenti Olimpiadi di Milano-Cortina 2026.
Ci si augura che il fragile ecosistema della valle, che ha resistito per milioni di anni e ha visto passare appunto anche i dinosauri, possa sopravvivere all’enorme quantità di accessi che inevitabilmente seguiranno questa affascinante scoperta.







































