Via 'Allo Sbaraglio' alla Vigna Vaga per Michele Barcella, Claudio Capitanio e Francesco Fumagalli

L'8 marzo 2025 gli alpinisti Michele Barcella, Claudio Capitanio e Francesco Fumagalli hanno aperto 'Via Allo Sbaraglio' alla parete nord della Vigna Vaga (2332m), Alpi Orobie Bergamasche. Il report di Fumagalli.
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L'apertura della via 'Allo Sbaraglio' al Monte Vigna Vaga, Alpi Orobie Bergamasche (Michele Barcella, Claudio Capitanio, Francesco Fumagalli 08/03/2025)
archivio Francesco Fumagalli

8 marzo 2025: La giornata inizia con un piano ben preciso: partenza con Claudio Capitanio alle 5:15 da Selvino, tappa a Nembro alle 5:30 per recuperare Michele Barcella, e poi via verso Lizzola. L'obiettivo è ripetere La Rampa Vaga, la nuova via aperta da Valentino Cividini e Paolo Zenoni sul Vigna Vaga la settimana precedente, e concludere la giornata con una bella sciata dalla cima, sfruttando le probabili condizioni favorevoli.

Una volta arrivati ai piedi della parete, osservando la parte centrale, notiamo una sottile linea bianca che collega le varie sezioni di neve e termina con quella che sembra una bella colata di ghiaccio. L’idea di tentare quella nuova salita ci sembra subito allettante, e fortunatamente abbiamo con noi il materiale necessario per quella che si prospetta essere un’avventura!

Dopo qualche foto per immortalare il momento, decidiamo di avvicinarci all’attacco per dare un’occhiata più da vicino. Tra un "ma sì, dai" e un "ma sai che forse...", ci convinciamo.

Tutti e tre debuttanti su quella parete, e tutti e tre convinti che portare gli sci ci semplificherà la vita in discesa. Un'idea brillante, se non fosse per la scomodità data dal peso e dagli ingombri, che aumentano con la salita, specialmente per chi si trova a portare il doppio degli sci per lasciare il primo di cordata più leggero.

La scalata inizia verso le 9:30, rivelando immediatamente condizioni tutt'altro che ottimali. I primi tre tiri, di difficoltà M5, ci mettono alla prova con protezioni dubbie e neve farinosa adagiata su placche di calcare. Arrivati alla colata di ghiaccio, che inizialmente avevamo considerato una via possibile e invitante, ci rendiamo  conto che questa linea è impraticabile, obbligandoci a un aggiramento a destra con un tiro di V grado su roccia per rientrare nel canale superiore e raggiungere la cresta sommitale.

Ancora due tiri faticosi su neve dalle condizioni variabili, e finalmente raggiungiamo la cresta. Il buio e la stanchezza iniziano a farsi sentire, e l'idea di una ritirata, per quanto impegnativa, inizia a farsi strada.

La decisione è di proseguire, e dopo un paio d'ore di scalata al buio lungo il filo di cresta, sempre su neve pessima, raggiungiamo la vetta alle 20:20. La soddisfazione è immensa, ma con la consapevolezza che ci aspettano ancora un paio d'ore di discesa e risalita fino al passo sopra il rifugio Mirtillo, e poi la lunga discesa lungo le piste. Ci sentiamo di sconsigliare quest’ultima per evitare di incappare nei rimproveri dei gattisti – più o meno meritati – e suggeriamo di scendere possibilmente dalla valle dell’Asta.

Un'avventura nata per caso, un po' allo sbaraglio, ma che ci regala emozioni indimenticabili. Una via che consigliamo a chi cerca l'avventura e la sfida, e che dimostra come a volte le migliori imprese nascano dall'improvvisazione.

di Francesco Fumagalli

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