Tragedia sul Kangchenjunga

Ore drammatiche sul Kangchenjunga, con i suoi 8586m la terza montagna più alta della terra, dove almeno 5 alpinisti hanno perso la vita tra il 20 e 21 maggio al rientro dalla vetta.

A dare la notizia è stato, nella giornata di ieri, il sito spagnolo Desnivel, mentre questa mattina la rivista è riuscita a mettersi in contatto con il 74enne veterano dell' Himalaya Carlos Soria che aveva abbandonato il suo tentativo per la vetta a quota 8300m, dopo essersi reso conto di essere inritardo rispetto alla tabella di marcia. Secondo le prime ricostruzioni, in cima erano arrivate 11 persone ma durante la discesa, per cause ancora da verificare, sono morti in 5.

Le vittime includono gli ungheresi Zsolt Eross e Péter Kiss che dopo essere arrivati in cima alle 18:00 (ora locale) hanno bivaccato a 8300m, ma poi purtroppo non hanno fatto rientro al Campo 4. Inoltre, ad aver perso la vita sarebbero Phurba Sherpa e l'alpinista coreano Park Nam Su, e anche Sherpa Bibach che faceva parte della spedizione italiana guidata dall'italiano Mario Vielmo. Il vicentino ha raggiunto la cima il 20, senza uso di ossigeno supplementare, e adesso si trova a Campo Base assieme ai compagni di scalata Annalisa Fioretti e Silvano Forgiarini.

A rendere la situazione ancora più difficile e confusa è stata una valanga che ha investito il Campo 2. Ma anche di questo non si hanno ancora notizie precise.