Seán Villanueva apre due nuove vie su El Mocho in Patagonia

Il report dell'alpinista belga Seán Villanueva O'Driscoll che in questa stagione ha aperto due nuove vie sulla parete nord di El Mocho nel massiccio del Cerro Torre in Patagonia: 'Chalten Sin Clecas’ insieme a Mecha Rocamora e 'Chalten sin Chapas' (Chalten senza spit) in cordata con Matías Korten.
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Mecha Rocamora affronta la splendida fessura rossa di Chalten Sin Chapas su El Mocho in Patagonia, durante il primo tentativo con Sean Villanueva nel dicembre 2020
Sean Villanueva

Proprio come Mosè attraversò il Mar Rosso, noi abbiamo trovato una perfetta fessura che tagliava in diagonale il grande scudo rosso di granito su El Mocho. L'arrampicata era così bella che non ci potevano essere dubbi, questo tiro era stato creato per essere arrampicato! Era la fine di dicembre 2020, ed ero salito in montagna con Mecha Rocamora. Le previsioni avevano dato venti forti in quota, quindi avevamo deciso di provare qualcosa su El Mocho, una delle montagna più basse, al cospetto del Cerro Torre.

Un po’ più in alto la fessura rossa si è chiusa, mi si è stretto il cuore e tutto ad un tratto le mie palle si sono avvizzite. Salire senza spit sembrava troppo impegnativo, quindi siamo scesi alcuni tiri e abbiamo salito l'evidente diedro a sinistra. Sopra siamo stati attratti da un tetto, che includeva una sequenza di “molla i piedi con un incastro di mano” seguito da un ristabilimento precario con un tallonaggio. Sembrava folle essere appeso soltanto ad un incastro di mano in un tetto, con il Cerro Torre e il Fitz Roy sullo sfondo! Dopo 5 tentativi sono riuscito a salire il tiro in libera.

Abbiamo chiamato la via Chalten Sin Clecas (Chalten senza segni di magnesite) perché mi ero lamentato molto con la comunità locale di arrampicatori di El Chalten dei segni di magnesite che apparivano su boulder e sulle vie sportive, e che mi privavano della mia a-vista e mi rubavano del piacere di interpretare la roccia! Li avevo preso in giro dicendo che stavo per lanciare una petizione su ChaltensinclecasDOTcom. Odio i segni di magnesite appassionatamente! Quindi se il nome della via fa riflettere le persone almeno per un secondo, va benissimo

In qualche modo quella perfetta "fessura creata per essere arrampicata" continuava a chiamarmi, così sono tornato a gennaio con il mio amico Lucas Rubiolo e degli spit. Quando abbiamo raggiunto il punto più alto del tentativo precedente, il mio cuore si è stretto nuovamente e ho chiesto scusa a Lucas per averlo portato fin lì, sembrava ovvio che fosse un vicolo cieco. Ma dato che eravamo lì, ho deciso di provare. Quando ho iniziato a scalare, e dopo qualche metro è apparso un buco nascosto, che mi ha offerto la possibilità di piazzare le protezioni e quel tanto che bastava per continuare! Poi la fessura si è divisa in due, abbiamo dovuto scegliere tra andare a sinistra verso una fessura ed un tetto, oppure a destra verso un diedro apparentemente liscio. Abbiamo scelto il tetto e la fessura ad incastro di dita, che ho liberato dopo circa 5 tentativi (attorno al 7c).

Tuttavia più in alto la fessura si è chiusa nuovamente e la roccia si è trasformata in lettiera per gatti in decomposizione. Abbiamo tirato fuori gli spit dallo zaino ma non sono riuscito a convincermi ad assassinare l'impossibile, quindi non volendo piazzare gli spit, ci siamo ritirati e siamo tornati a terra. Il giorno successivo abbiamo effettuato la prima libera di Grey Yellow Arrow aperta nel 1986 da un team italo-sloveno composto da Janez Jeglic, Silvo Karo, Francek Knez e Roberto Pe, sempre sulla parete nord di El Mocho. Una fantastica via di grandissima qualità!

Anche dopo aver completato la Moonwalk Traverse e El Chaltenense, quella Fessura Rossa continuava a chiamarmi. Dopotutto, era stata creata appositamente per essere salita, e ci doveva esserci un modo per arrivare in cima!

Così alla fine di marzo sono salito da solo al campo base del Niponino e lì, appeso in mezzo alla parete di El Mochito, ho trovato Mati Korten, stava aprendo una nuova via da solo! Era in montagna da una settimana e aveva trascorso 2-3 giorni accovacciato nella sua tenda a causa del maltempo. Ho suonato una melodia al mio flauto che ha attirato la sua attenzione, e lui si è calato pensando "Dannazione! Probabilmente domani Sean vorrà arrampicare con me! Questo probabilmente significa arrampicata difficile e grande sofferenza."

Il giorno seguente abbiamo risalito la fessura rossa, superando il tratto improbabile, poi abbiamo scelto il ramo di destro che ci ha portato verso il diedro. Forti venti hanno soffiato una cascata di acqua nella nostra direzione, inzuppandoci! Ciononostante siamo riusciti a spingerci oltre e, infine, a trovare una bel via che portava in vetta.

Ho chiamato la via Chalten sin Chapas (Chalten senza spit) come scherzo: è il "passo successivo" di "senza segni di magnesite", e avevo detto ai climber locali di El Chalten che sarebbe stata la mia prossima petizione. Ma volevo anche attirare l'attenzione sul fatto che la gente si sta abituando così tanto agli spit, non c'è un minimo di esitazione, nessun pensiero durante il processo del piazzamento di uno spit. A volte penso che gli spit compaiano in punti in cui non sono strettamente necessari perché ci sono molte opzioni naturali.

Per quello che mi riguarda, sento che piantare uno spit è come mettere una cicatrice nella roccia, in un modo non così diverso da una presa artificiale, e non è qualcosa che dovrebbe essere preso alla leggera soltanto perché è "comodo" e veloce da posizionare con un trapano. C'è qualcosa di bello in quelle zone di arrampicata, ad esempio in Irlanda e nel Regno Unito, dove non ci sono gli spit. Sfortunatamente molte persone non hanno mai sperimentato questo tipo di scalata e non hanno questa visione.

Tuttavia, chi sono io per imporre la mia opinione? Potrei sbagliarmi completamente sull'intero argomento. Ma se il nome spinge la gente a pensarci per un secondo, allora sono contento!

di Sean Villanueva

Sean Villanueva ringrazia: Patagonia, PetzlSCARPA, Lyofood




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