Nives Meroi e Romano Benet, in cima al Kangchenjunga per una grande storia

Sabato 17 maggio gli alpinisti tarvisiani Nives Meroi e Romano Benet hanno raggiunto la vetta del Kangchenjunga (8.586m), terza montagna più alta della terra. Una salita che segna il loro grande ritorno all'Himalaya ma anche un viaggio importante e unico.
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Nives Meroi e Romano Benet
arch. Meroi, Benet

Ci sono cime e cime, ed ogni vetta ha qualcosa di particolare. Quel qualcosa che ha a che fare con il mantra che pervade l'alpinismo, quel "in montagna cerco me stesso" che molte volte, troppe volte forse, sembra non dire assolutamente nulla tanto è sfuggente e lontano dalla realtà. A volte però non servono le parole. Non serve spiegare oltre, né servono i perché. E' il caso di questa salita del Kangchenjunga. Perché il dodicesimo Ottomila di Nives Meroi e Romano Benet non ha quasi bisogno di commenti. Non ha bisogno di particolari né di aggettivi. E' semplicemente commovente nel suo essere non solo così personale ma anche così lungamente ed intensamente vissuto. Perché a volte succede che l'alpinismo superi se stesso, le sue rappresentazioni e cliché per diventare davvero vita. Così succede che una cima raggiunta racchiuda allo stesso tempo la fine di un viaggio, tutto il percorso fatto e anche una nuova partenza.

Lo scorso sabato 17 maggio, a mezzogiorno, Nives e Romano hanno toccato la vetta del Kangchenjunga, la terza montagna più alta della terra. Alle spalle si sono lasciati un interminabile viaggio durato 5 anni. Ma anche tutta una vita passata insieme, giorno dopo giorno, prima e dopo quel fatidico maggio del 2009 quando, proprio sul Kangchenjunga, Romano stette male. Quella volta, e per la prima volta nella loro lunghissima storia di montagne vissute assieme, fu Nives che fece da capocordata, che si occupò di riportarlo al campo base. Rinunciando peraltro al suo 12° Ottomila e a quella che tutti (ma non lei) definivano come la "corsa" per essere la prima donna a salire tutti i 14 Ottomila. Quella rincorsa al primato che poi continuò senza di lei. Per Nives e Romano infatti iniziava una nuova esperienza, un altro viaggio, quello che hanno poi chiamato il loro 15° Ottomila.

Affrontare e combattere la malattia di Romano, l'ospedale, i trapianti di midollo, la lunga convalescenza, continuare a vivere, ma anche a sognare nel limite del possibile è stato un vero e lunghissimo viaggio. E nessuno, nessuna parola, nessuno slogan potranno veramente raccontare il percorso che li ha condotti su quella cima, su quel loro 15° Ottomila vissuto, ancora una volta, assieme. Non abbiamo particolari sulla loro salita del Kangchenjunga. Sappiamo solo quello che ha scritto Leila, la sorella di Nives, sul suo blog: "Ieri, 17 maggio 2014 intorno alle 12:00 (ora locale), Nives e Romano hanno raggiunto la vetta del Kangchenjunga (8586 m.)". Niente altro. D'altra parte Nives e Romano non avevano detto praticamente a nessuno di questo loro ritorno al Kangchenjunga… e anche questo forse significa qualcosa, parla di uno stile e di come son fatti più di mille comunicati. A noi, per ora, non resta che augurargli buona traccia (come dicono gli alpinisti sloveni) e buona vita per tutte le altre montagne che vorranno salire, naturalmente e come sempre insieme.

di Vinicio Stefanello

Tutti gli Ottomila (senza ossigeno) saliti da Nives Meroi e Romano Benet:
Kangchenjunga (2014)
Manaslu (2008)
Everest (2007)
Dhaulagiri (2006)
K2 (2006)
Lhotse (2004)
Gasherbrum 1 (2003)
Gasherbrum 2 (2003)
Broad Peak (2003)
Cho Oyu (1999)
Shisha Pangma (1999)
Nanga Parbat (1998)


19/05/2014 - Denis Urubko, Carlos Soria e Marco Camandona in cima al Kangchenjunga
21/11/2011 - Nives Meroi e Romano Benet: Io sono le montagne che non ho salito





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