Huascaran, tra vette e sentieri

Il giro dello Huascaran, Cordillera Blanca Nord (Perù) compiuto da Serena Menardi e Matteo Menardi nel giugno 2005.
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Nessuna super impresa, semplicemente la voglia di andare in montagna. Questo il pensiero di Serena Menardi e Matteo Menardi di Cortina d'Ampezzo, che all’inizio di giugno 2005 si sono recati in Perù per salire il Ishinca (5530m) e il Tocllaraju (6037m) nella Valle dell'Ishinca, e poi percorrere a piedi un anello attorno allo Huascaran, la montagna più alta di questo paese. Una settimana trascorsa praticamente da soli nello splendido scenario della Cordillera Blanca, tra condor, bellissime cime e molte fatiche. Ci è piaciuto la loro idea, ci sono piaciuti il racconto e le foto, e speriamo (e crediamo) che questa "notizia" possa essere fonte di ispirazione per altre persone.


Trekking attorno allo Huascaran, Cordillera Blanca, Perù
di Serena Menardi, giugno 2005.

…guardo i miei scarponi e ho la netta sensazione che i miei piedi fremano dalla voglia di camminare questa mattina, ma prima di partire mi volto ancora per un momento a guardare il Rifugio Huascaran, capolavoro di tanti volontari dell’Operazione Mato Grosso e dei loro amici peruviani; alle sue spalle, così vicina che sembra di poterla toccare, l’omonima montagna, capolavoro di madre natura. Chiudo gli occhi, faccio così quando voglio memorizzare un’immagine, mi sembra di chiuderla per sempre nel mio cuore…

Era il 12 giugno, Matteo ed io non avevamo in mente nessuna “super-impresa”, ma tra noi e l’obiettivo che ci prefiggevamo scorgevamo già tanta fatica ed una bella avventura. Nel maggio del 2004 Franco Michieli ed alcuni ragazzi delle guide “Don Bosco” avevano ideato e percorso per la prima volta un anello in alta quota attorno alla montagna più alta del Perù facendosi portare a metà percorso rifornimenti e l’attrezzatura alpinistica necessaria per affrontare la parte su ghiacciaio e la salita alla vetta del Chopicalqui. Matteo ed io avevamo in mente di ripercorrere questo anello, ma soli, in compagnia soltanto dei nostri zaini pesanti, carichi di tutto il necessario dato che non avremmo avuto nessun aiuto.

Il primo giorno di cammino abbiamo attraversato una zona di placche granitiche levigate dal ghiacciaio, cascatelle e ruscelli che sembravano tuffarsi nel vuoto, nella valle che ci separava dalla Cordillera Negra. Sempre sovrastati dall’Huascaran Norte abbiamo superato un tratto di scomode morene, mentre due grandi condor ci sorvolavano maestosi, così liberi ed eleganti rispetto al nostro muoverci incerto su quei sassi mobili e bugiardi. La prima sera abbiamo montato la tenda sulla cresta ovest dell’Huascaran Norte, a 4850 metri.

Il secondo giorno è stato molto faticoso, abbiamo risalito e ridisceso vari clinali, sempre circondati da montagne dai profili spettacolari: Huandoy (6395 m), Pisco (5760 m), Chacraraju (6112m) e Huascaran Norte (6662m). Fino ad un certo punto, benché non esistesse un sentiero, trovavamo numerosi ometti di pietra in quanto questa parte di giro era in comune con l’Alta Via di Don Bosco, poi questi hanno cominciato a diventare sempre più rari e sono diventati fondamentali l’altimetro, la cartina e l’eccellente relazione di Franco Michieli (Rivista della Montagna n. 274).
Finalmente, dopo 8 ore e mezza di morene, roccette (II° max) e perfino un po’ di arrampicata sugli alberi di quenual per scendere da una forcelletta, abbiamo avvistato due laghetti che si stagliavano come un miraggio nella pampa, ultimi di una lunga serie di pozze secche, a 4600 m. Mentre il tramonto infuocava le nuvole che ci nascondevano la vetta del Chopicalqui (6354 m), ascoltando il nostro fornelletto a benzina bofonchiare incerto, ho pensato che eravamo totalmente dipendenti da quelle timide fiammelle blu, indispensabili sia per bere che per mangiare dato che l’acqua andava bollita ed il cibo era quasi tutto liofilizzato.

La mattina del terzo giorno, mentre smontavamo il campo sono venute a darci il buongiorno alcune vigogne selvatiche incuriosite ed intimorite dalla nostra presenza. Il tempo si e rivelato minaccioso fin dal mattino e come se non bastasse abbiamo fatto anche un errore che ci è costato due ore di cammino in più per riuscire a scendere da un filo di morena particolarmente alto e franoso. Una volta riusciti a raggiungere il campo morena del Chopicalqui (5000 m), le spalle cominciavano ad essere un po’ doloranti ed io avevo un gran mal di pancia. Non è stata una bella notte, ha nevicato, il rumore di enormi valanghe di ghiaccio ci ha svegliato varie volte e al mattino la mia pancia non aveva ancora intenzione di darmi tregua.

Il quarto giorno eravamo veramente stanchi, abbiamo attaccato il ghiacciaio avvolti nella nebbia che sembrava voler giocare con noi, celando e svelando talvolta gli indizi che ci permettevano di mantenere la giusta direzione. Conquistare il valico (5450 m) è stato fantastico, eravamo sopra le nuvole, in un ambiente surreale tra le vette del Chopicalqui e dell’Huascaran Sur (6768 m). Ci sono volute ancora parecchie ore però prima di raggiungere la quebrada Matara; uscire dal ghiacciaio è stato un po’ come trovare la fine di un insidioso labirinto e, ciliegina sulla torta, a questo seguiva un’interminabile “passeggiata” sulle morene.

All’alba del quinto giorno ci siamo resi conto della bellezza del luogo in cui avevamo piantato la nostra tenda e che, la sera prima, non avevamo potuto apprezzare a causa della stanchezza. Ci trovavamo a 4700 m, nel limpido laghetto di fronte a noi si specchiavano le vette più alte del Perù ed il cielo era nuovamente sereno. Ormai il gioco l’avevamo capito e di certo non ci aspettavamo morbidi prati, ma ogni volta che avvistavamo una nuova lingua di sassoni instabili da attraversare, mi veniva quasi la nausea! L’ultimo crinale l’abbiamo superato attraverso una cengia che ci lasciava perplessi vista dal basso (non era il caso di incrodarsi o farsi male dato che non avevamo nemmeno un contatto radio), ma che si è rivelata sorprendentemente comoda una volta iniziata. Sbucati fuori dalle rocce, con l’orizzonte che già iniziava a tingersi di giallo, abbiamo rivisto la Cordillera Negra e solo in quel momento Matteo si è fidato a dire: “Sere, adesso è davvero fatta”. Quella sera non siamo riusciti a cenare perché non eravamo più in grado di tenere l’ennesimo pasto liquido e dolce, così la notte è passata lenta, tra sogni di pizza e giramenti di testa.

Il sesto giorno ci siamo svegliati prestissimo, la tenda è “volata” nello zaino, i piedi sono “saltati” negli scarponi e, in men che non si dica, eravamo in cammino verso valle, il villaggio di Huaypan, la Casa delle Guide e la pastasciutta di Marina. Ma prima di andare, un ultimo sguardo all’Huascaran, severo, meraviglioso ed unico compagno d’avventura.


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VETTE, TAPPE E SENTIERI
Cordillera Blanca Nord (Perù)
Valle dell'Ishinca

2 giugno: Partiamo da Marcarà (mezzora di strada a nord di Huaraz) ed in taxi raggiungiamo il villaggio di Collòn (possibilità di affidare i materiali ai portatori) . Da qui percorriamo un comodo sentiero che porta fino al Rif. Ishinca (4360m) in circa 4 ore e mezza e 1000m di dislivello.
3 giugno: Camminata di acclimatamento fino al limite del ghiacciaio del Pallcaraju, raggiungendo la quota di 4910m.
4 giugno: Partiamo alle ore 4:45 dal Rif. Ishinca e, seguendo la Cresta Nord-Est, alle ore 10:10 siamo in vetta all’Ishinca (5530m). Effettuiamo la discesa per la Via Normale lungo la Cresta Sud-Ovest.
5 giugno: Giornata di riposo al campo base.
6 giugno: Nella tarda mattinata ci incamminiamo attraverso le morene che portano al Campo morena del Tocllaraju e piantiamo la tenda a quota 5030m dopo circa 2 ore e mezza dalla partenza.
7 giugno: Alle ore 3:00 attacchiamo il ghiacciaio avvolti da un fitta nebbia che non ci abbandona fino alle prime luci dell’alba. La breve nevicata del giorno precedente aveva coperto la tracce rendendo ancora più difficile trovare i passaggi tra i serracchi. L’itinerario di salita si sviluppa lungo la Cresta Nord Ovest e presenta alcuni tratti con pendenze attorno ai 60° (difficoltà D). Dopo 5 ore e mezza calpestiamo finalmente la cima del Tocllaraju (6037m). Scendiamo rapidamente per la stessa via fino al Campo morena, recuperiamo il materiale e, nel pomeriggio arriviamo al rifugio.
8 giugno: Scendiamo fino a Pashpa e in taxi torniamo a Marcarà.
9-10 giugno: riposo e avvicinamento per il trekking l’anello dell’Huascaran: si possono raggiungere in taxi i villaggi di Musho o Huaypan, dove è possibile trovare un asino con conducente per il materiale che, in ogni caso, si fermeranno a quota 4200, appena sotto alcune balze rocciose. Da qui ci si incammina lungo i sentieri che portano al Rif. Huascaran (4650m).
11 giguno: da Musho (3200m) al Rif. Huascaran (4670m)
- dislivello in salita: 1460m
- dislivello in discesa:
- tempo impiegato: 6h 10
- difficoltà: E, un tratto EE
* note: Noi abbiamo seguito il percorso che parte da Musho e sale comodo e ben definito fino circa a quota 4200, da qui invece bisogna stare un pochino più attenti a non perdere di vista gli ometti di pietra che segnano la via tra bellissime balze di roccia levigata.
12 giguno: da rif. Huascaran (4670m) a Cresta Ovest Huascaran Norte (4850m)
- dislivello in salita: 590m
- dislivello in discesa: 390m
- tempo impiegato: 5h 30
- difficoltà: EE nel primo tratto, poi E
* note: Il posto migliore per montare il campo è in prossimità della cresta su un pianoro sabbioso; l’acqua invece di solito si trova a circa 10 minuti di cammino oltre la cresta.
13 giguno: da Ovest Huascaran Norte (4850m) a Pampa Ancush (4600)
- dislivello in salita: 545m
- dislivello in discesa: 735m
- tempo impiegato: 8h 26
- difficoltà: EA
* note: Il percorso è reso impegnativo, oltre che da brevi tratti di roccette (I-II grado), anche dalla lunghezza del tragitto che attraversa 4 crinali e 3 conche glaciali passando spesso per faticose ed instabili morene. La tenda si può montare vicino ad uno dei laghetti della pampa che sono però spesso secchi ed in tal caso bisogna proseguire fino nei pressi della morena del ghiacciaio Kinzl.
14 giguno: da Pampa Ancush (4600m) a Campo Morena del Chopicalqui (5000m)
- dislivello in salita: 600m
- dislivello in discesa: 225m
- tempo impiegato: 3h 30
- difficoltà: E
* note: Il punto migliore per scendere dal filo di morena è circa a quota 4500m, noi abbiamo risalito tutta la cresta morenica senza trovare un’altra soluzione. L’acqua si trova lungo i bordi del ghiacciaio.
15 giguno: da Campo Morena del Chopicalqui (5000m) a Laguna nella Quebrada Matara (4800m)
- dislivello in salita: 670m
- dislivello in discesa: 900m
- tempo impiegato: 7h 30
- difficoltà: EA
* note: Questa tappa si svolge per la maggior parte su ghiacciaio (indispensabile l’attrezzatura alpinistica). La difficoltà maggiore è rappresentata dal trovare la via tra i numerosi crepacci, l’uscita migliore si trova sulla sinistra del ghiacciaio Schneider a 5200m.
16 giguno: da Laguna nella Quebrada Matara (4800m) a Versante Sud Huascaran (4450m)
- dislivello in salita: 540m
- dislivello in discesa: 830m
- tempo impiegato: 7h 50
- difficoltà: EE
* note: Per scavalcare l’ultimo crinale c’è un’agevole seppur nascosta cengia che inizia a quota 4900m.
17 giguno: Versante Sud Huascaran (4450m) a Huaypan (3350m)
- dislivello in salita:
- dislivello in discesa: 1100m
- tempo impiegato: 3h
- difficoltà: E
* note: Da Huaypan conviene proseguire fino a Shilla (circa 40 minuti ) dove passano i “combi”, pulmini locali che portano a Carhuaz.


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Sopra: Il Pallcaraju (6274m) viso dalla vetta del Tocllaraju.
Sotto: Finestra sul Huandoy (6395m). Foto Menardi collection.

Note:  



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