Dry-tooling: esiste l’M13?

Il “mondo” del misto moderno s’interroga tra una possibile “etica della libera” e stili che si avvicinano sempre più a salite “artificiali”. L'intervento di Anna Torretta.
Dry-tooling e valutazione della difficoltà. Dry-tooling e “regole”. Ovvero il “mondo” del misto moderno s’interroga sulla strada da intraprendere tra una possibile “etica della libera” e stili (leggi utilizzo degli attrezzi) che si avvicinano sempre più a salite “artificiali”. Come si devono usare le piccozze e i ramponi “evoluti”: si può agganciare lo sperone alle picche per riposarsi? E all’estremo: è corretto utilizzare lo sperone? Si possono utilizzare picche con manici che consentono al climber non solo uno “yaniro” di tutto comodo ma anche di starci “seduto” sopra?

E’ tempo di decisioni, insomma. Dopo le sperimentazioni della prima ora, a cui hanno dato un contribuito straordinario le gare, in molti ormai sentono l’esigenza di chiarezza. E’ questa ricerca, forse, la vera news di questa stagione, perché: se non c’è uniformità di stile, se non c’è definizione di come si sale, se tutto “vale”, è chiaro che non è possibile alcun raffronto tra le varie salite, né definire la difficoltà di una via, nè tantomeno trovare la via "impossibile". Una cosa resta certa: da sempre le piccozze sono state utilizzate esclusivamente con le mani: non sarebbe male che si ritornasse almeno a questo...

Di tutto ciò ci parla Anna Torretta, un primo approccio al “problema” che speriamo continui con il contributo di tutti.


Dry-tooling: esiste l’M13?
di Anna Torretta

"
Il misto moderno è una disciplina molto giovane: non ci sono regole, tutto è possibile. Ma cosa vuol dire? Per semplicità partiamo da un esempio: la tecnica di scalata sotto gli strapiombi utilizzata attualmente prevede di stare la maggior parte del tempo appesi sugli speroni, a testa in giù, in modo da scaricare il peso e liberare una delle due mani per “recuperare”. Si passa poi al movimento/i successivi, fino al seguente “riposo”, dove si cerca nuovamente di recuperare. In questo modo le vie possono anche diventare infinite…

Mi spiego meglio: adesso che tutto è possibile, e non ci sono “regole” ipoteticamente sarebbe anche possibile mettere uno sperone sulla piccozza in mancanza di una tacca, oppure sedersi sopra al manico delle picche e liberare entrambe le mani, o anche allungarsi le piccozze fino a poter raggiungere la tacca successiva… Premesso che il tutto non è comunque così facile da attuarsi, alla fine ci si è resi conto che così non si trova più la via difficile, quella che non si riesce a salire. E la causa principale sembrano essere gli attrezzi attuali che, sempre di più, permettono dei riposi senza mani (gamba sulla piccozza, speroni sulle picozze, etc). Insomma, non essendo stabilite delle “regole” per gli attrezzi, non c’è neanche un “metro” sicuro per stabilire la difficoltà di una via… Forse dry-tooling è nato e morto in così breve tempo?

Questo tema del “dry-tooling free” o “free-tooling”, o come lo si voglia chiamare, è un argomento che gira da tutta la stagione tra i praticanti di questa disciplina. La sensazione comune è che l’attuale tecnica d’arrampicata su misto si stia spostando sempre di più dall’arrampicata libera all’arrampicata artificiale.
Harald Berger, campione del Mondo 2004 della specialità,
scrive che ormai per determinare la difficoltà di una via si può solo utilizzare il metro della lunghezza (resistenza e pazienza sia dell’arrampicatore che dell’assicuratore) e/oppure sulla lunghezza del movimento (lunghezza dell’arrampicatore o della piccozza usata). Harry propone di usare le regole di Coppa del Mondo, per altro non ancora approvate, cioè: le piccozze vanno utilizzate solo con le mani e con nessuna altra parte del corpo. Will Gadd, invece, su un articolo dal titolo “Spurs are for Horses, Tools are for Your Hands” (www.gravsports.com), sostiene che gli speroni vanno tolti (anche se lui continua ad usare le dragonne!).

A mio parere questo significa fare un passo indietro nello sviluppo della disciplina... Se tolgo gli speroni cambia completamente la gestualità del dry-tooling. Sotto ad un tetto mi troverò a fare uno “janiro” dietro l’altro; e poi in fondo gli speroni tornano comodo anche su ghiaccio di cascata. Seguendo l’idea di Will Gadd, tanto vale allora tornare ad arrampicare con le piccozze diritte, poi verranno eliminate le becche a “banana” in favore di quelle classiche… Il dry-tooling è giunto ad una svolta, o si trova una soluzione o questo sport è morto, prima ancora di prendere piede tra il grande o piccolo pubblico degli alpinisti.

Urge un meeting in cui vengono scritte le regole. Io propongo che ognuno sia libero di salire con la tecnica che vuole, poi nelle ripetizioni, basta specificare con che tecnica la via è stata salita. Troppa confusione?

Ho chiuso Musaschi M12 a Cineplex Cave usando tutti i “trucchi del mestiere” (la “vecchia tecnica” se vogliamo) e non sono soddisfatta, soprattutto quando la gente si congratula con me per la prima femminile. Lo fatto perché ho visto arrampicatori molto più forti di me usare questi trucchi (speroni e gambe sulle piccozze) e chiudere Musaschi. Mi sono detta: se lo fanno loro lo faccio anch’io, in fondo la via è sempre stata salita così (tranne da Will che per la prima ripetizione ha usato ramponi senza speroni e dragonne).

Sono poi uscita da questo buco buio di Cineplex che rassomiglia ad un frigorifero e mi sono goduta il ghiaccio, le cascate e la luce canadese con Riccardo Olliveri e Olivier Davit, per poi chiudere a Haffner Creek Caveman M10-, a vista e “free”, cioè utilizzando solo le mani sulle piccozze.
Una cosa è certa, il Canada é stato l’ultimo punto di incontro in questa stagione per rendersi conto che qualche cosa deve cambiare in futuro: la sperimentazione resta aperta, come la discussione e le esperienze alla ricerca del miglior “stile”.

di Anna Torretta

Portfolio Cineplex
dry tooling, Anna Torretta su Vertical limit, Ueschinen
dry tooling, Anna Torretta su Tomahawk, Kandersteg
In alto: Anna Torretta su Vertical limit, Ueschinen, Svizzera (ph Andrea Gallo)
sotto: su Tomahawk, Kandersteg(ph H. Mair)

Portfolio Cineplex
"Cineplex"
Will Gadd
Harry Berger
news. A. Torretta




Ultime news


Expo / News


Expo / Prodotti
Mammut Crag Sender Helmet - casco arrampicata alpinismo
Casco Mammut a basso profilo per arrampicata e alpinismo.
La Sportiva Jackal II – scarpe trail
Scarpe trail dedicate al mondo delle gare Ultra e agli allenamenti su lunghe distanze.
Cordino regolabile Climbing Technology Tuner I
Cordino regolabile per arrampicata e alpinismo di Climbing Technology
Scarpe da fast hiking AKU Flyrock GTX
Scarpe da fast hiking per attività dinamiche.
Rinvio arrampicata Photon Express KS
Leggero rinvio per arrampicare a vista.
Ferrino Lightec 800 Duvet - saccoletto in piuma
Saccoletto in piuma adatto al trekking multistagionale.
Vedi i prodotti