Frutti di stagione parte seconda (la vendetta)
Talvolta per cogliere i frutti maturi bisogna salire sui rami più alti degli alberi come hanno fatto Elio, Lauretta e Mauro salendo in quota all'Alpe Cortoz...
Mauro sul secondo tiro
Sabato 23/12/2006
Lo scorso anno, in mezzo alle tante sciocchezze che ho scritto per l’Ice Tour, ho fatto una piccola riflessione in merito alla raccolta dei frutti di stagione ed al fatto che è inutile forzare i ritmi vitali di noi stessi e della natura che ci circonda.
Talvolta però per cogliere questi benedetti frutti, bisogna salire sui rami più alti dell’albero e cercare quelli che sono maturati prima; quelli per intenderci che molti di noi negli ultimi anni vuoi per pigrizia o per una sorta di comodità acquisita hanno trascurato di raccogliere.
In quest’anno, sino ad ora avaro di gelo (La vendetta), per saziare le nostra voracità abbiamo dovuto spingerci in alto, molto più in alto del solito riscoprendo luci ormai dimenticate e ritrovando panorami mozzafiato.
Sono certo che per molti di noi i lunghi avvicinamenti sono stati un viaggio a ritroso nel tempo, a quando cioè le due ore di cammino erano il pane quotidiano ed erano la giusta introduzione all’azione verticale. Ci servivano per annusare l’aria, per capire se eravamo in giornata e per entrare in sintonia con l’ambiente.
Così per noi, oggi il Vallone delle Cime Bianche incastonato alla base del Monte Rosa, è stato il teatro delle luci e dei panorami perduti celandoci sino all’ultimo uno straordinario scorcio sul Cervino.
Stamattina alle 7.30 a St Jacques con quattro o cinque gradi sotto lo zero, insistendo quindi sull’allegoria della raccolta dei frutti di stagione, mi ha fatto sorridere vedere nove persone (e nemmeno tanto giovani) determinate a raggiungere le cascate dell’Alpe Cortoz… e pensare che nelle campagne del Cuneese manca la manodopera per la raccolta della frutta...
Buona stagione a tutti.
Elio Bonfanti
Vai alla scheda della Cascata di Destra dell'Alpe Cortoz
Vai alla scheda della Sbregotex (cascata di sx dell'Alpe Cortoz)
Nella foto Mauro sul 2° tiro della cascata di destra dell'Alpe Cortoz (ph Laura Frola)
Lo scorso anno, in mezzo alle tante sciocchezze che ho scritto per l’Ice Tour, ho fatto una piccola riflessione in merito alla raccolta dei frutti di stagione ed al fatto che è inutile forzare i ritmi vitali di noi stessi e della natura che ci circonda.
Talvolta però per cogliere questi benedetti frutti, bisogna salire sui rami più alti dell’albero e cercare quelli che sono maturati prima; quelli per intenderci che molti di noi negli ultimi anni vuoi per pigrizia o per una sorta di comodità acquisita hanno trascurato di raccogliere.
In quest’anno, sino ad ora avaro di gelo (La vendetta), per saziare le nostra voracità abbiamo dovuto spingerci in alto, molto più in alto del solito riscoprendo luci ormai dimenticate e ritrovando panorami mozzafiato.
Sono certo che per molti di noi i lunghi avvicinamenti sono stati un viaggio a ritroso nel tempo, a quando cioè le due ore di cammino erano il pane quotidiano ed erano la giusta introduzione all’azione verticale. Ci servivano per annusare l’aria, per capire se eravamo in giornata e per entrare in sintonia con l’ambiente.
Così per noi, oggi il Vallone delle Cime Bianche incastonato alla base del Monte Rosa, è stato il teatro delle luci e dei panorami perduti celandoci sino all’ultimo uno straordinario scorcio sul Cervino.
Stamattina alle 7.30 a St Jacques con quattro o cinque gradi sotto lo zero, insistendo quindi sull’allegoria della raccolta dei frutti di stagione, mi ha fatto sorridere vedere nove persone (e nemmeno tanto giovani) determinate a raggiungere le cascate dell’Alpe Cortoz… e pensare che nelle campagne del Cuneese manca la manodopera per la raccolta della frutta...
Buona stagione a tutti.
Elio Bonfanti
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Nella foto Mauro sul 2° tiro della cascata di destra dell'Alpe Cortoz (ph Laura Frola)
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