Il Nanga Parbat di Nicola Bonaiti a Padova
Un libro e un film, il prima e il dopo. Ogni attimo è il risultato di infiniti, spesso inconsapevoli, attimi precedenti e i mesi e gli anni si rincorrono disegnando un’indelebile collana di perle fatta di sogni, dolore e un tentativo di armonia.
Novembre 2020: uno scontro frontale in bicicletta e l’orizzonte spazio temporale che improvvisamente si riduce a qualche centimetro di asfalto e all’azione immediatamente successiva. Addio ai programmi del fine settimana, dell’inverno sulla neve e della prossima spedizione estiva. Tutto da ricalibrare. Poi un lungo percorso di riabilitazione fatto di passi e di cadute ma con una direzione chiara e inconfessabile: tornare lassù.
Un primo assaggio nel 2022 serve da prova generale, veniamo scacciati dalle scariche di pietre che segnano la fine della stagione ma, tornando a casa, porto con me una nuova consapevolezza: sono difettato ma funziono.
L’anno successivo, in un pomeriggio di luglio, sono sul punto più alto del Nanga Parbat, con il vento e le nuvole sotto di me a tenermi compagnia. Un attimo magico e un senso di gratitudine in fondo all’animo. Un libro che prova a dare struttura a una salita; un film che ne esplora le emozioni.






















