'Chi apre serra. Una vita da rifugista al Gran Sasso' di Luca Mazzoleni

Ne abbiamo lette di storie di montagna. Quasi sempre si è trattato di récit d’acension, racconti di salite alpinistiche sulle montagne del mondo scritte dalla mano di chi le aveva fatte o da diligenti biografi che ne avevano raccontato le gesta. Raramente si è invece trattato di romanzi, narrazioni che prendevano magari spunto da vicende vere per poi aggiungere quella finzione che faceva diventare il racconto un’altra storia. Sempre, qualche volta più qualche volta meno, si respirava in tutti questi scritti la voglia di trasmettere quelle emozioni che solo l’azione vissuta nei grandi spazi riesce a regalare. Era la passione per l’avventura, per la scoperta, per l’esplorazione, per le ricerca dell’incognita, come l’emozione della vertigine del vuoto, dello scoprirsi superiori alle difficoltà che l’ambiente montano poneva di fronte. Momenti che si facevano lettera scritta su pagine tese come fili fra chi scriveva e chi leggeva.
Chi apre serra, il libro scritto da Luca Mazzoleni, pubblicato dalla casa editrice di Teramo Ricerche & Redazioni, in qualche modo si discosta da tutto questo. Non che manchino i racconti di ascensione, qui narrazioni sulla voglia di un giovane adolescente di vivere salite alpinistiche su roccia come su ghiaccio. Piuttosto, è invece il racconto della ricerca del proprio posto all’interno di questo mondo da parte di un ragazzo e di come questo luogo venga alla fine identificato con la montagna. Casa è il luogo in cui il corpo trova rifugio, ma soprattutto è dove l’anima è certa di trovare conforto e asilo sicuro al riparo delle incertezze e anche delle paure che la vita inevitabilmente mette davanti a ognuno di noi. È qui, in montagna, che il ragazzo che era negli anni ’80 del secolo passato Luca Mazzoleni trova la sua casa: quel luogo magico che riesca a darci conforto e sicurezza nonostante magari ci si imbarchi, come in questo caso, in quelle attività alpinistiche che tutto sono tranne che sicure.
Così, come per il marinaio di Conrad il mare era stato il supporto al superamento della sua Linea d’ombra, per Mazzoleni lo fu la montagna. Anzi, mai come in questo caso il termine trovare rifugio fu più coincidente con la realtà. Luca Mazzoleni è infatti diventato, prima gestendo da non ancora maggiorenne il Rifugio Duca degli Abruzzi al Gran Sasso d'Italia e poi il Rifugio Franchetti probabilmente il più importante riferimento dell’Appennino alle attività di montagna. Quella casa cercata da ragazzo, fuggendo alle incognite e ai timori che la società pone davanti a ogni adolescente, l’aveva trovata lì, dove più forte era il contatto il mondo della natura, dove lo sguardo può spaziare oltre la cinta di mura degli edifici delle grandi città.
È strano pensare di arrivare a essere il gestore di rifugi più conosciuto di una larga parte delle montagne italiane se la tua vita inizia in una grande città come Roma. Questo però può essere il regalo che la vita può riservare quando si sceglie di vivere secondo la strada maestra delle emozioni, sentimenti che Mazzoleni ha saputo raccontare con precisione nel suo libro, senza cedere alla facile tentazione di autoincensamento o a quella anche peggiore di intingere la propria penna nella facile retorica. Qui, fra le pagine di questo libro, tutto viene giocato a carte scoperte, mettendo a nudo per prima cosa l’anima di chi scrive, in un gioco che riesce a raccontare quei dubbi e quelle paure che accompagnano da sempre ogni adolescente alle prese con la realtà del mondo e le difficoltà della crescita e che conducono agli anni dell’età adulta, fino al momento in cui confrontandoci con l’incognita finale ci si ritrova a provare a tirare un provvisorio bilancio.
Allora, scoprire che l’avere una montagna come casa e poter respirare ogni giorno l’aria delle alte quote forse può portare quel valore in più necessario a portare quel bilancio in attivo.
- Alberto Sciamplicotti, Frascati
Luca Mazzoleni - Chi apre serra
Ricerche&Redazioni Editore 2024
Euro 25
ISBN: 078-88-85431-87-4