A Milano la manifestazione nazionale contro le Olimpiadi Insostenibili

Sabato 10 febbraio a Milano si terrà una manifestazione nazionale contro le Olimpiadi Insostenibili. Riceviamo e pubblichiamo il testo collettivo del Comitato Insostenibili Olimpiadi - CIO 2026.
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Sabato 10 febbraio a Milano si terrà una manifestazione nazionale contro le Olimpiadi Insostenibili
Comitato Insostenibili Olimpiadi

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Il 6 febbraio 2026 prenderanno il via i Giochi Invernali Milano-Cortina 2026, un grande evento che coinvolge tutto l’arco alpino, valicando i confini delle Regioni Lombardia e Veneto direttamente coinvolte, estendendosi anche alcune località in Trentino-Alto Adige (ma ci sono anche improbabili ipotesi di recupero degli impianti olimpici piemontesi del 2006) scendendo giù fino a Milano. In tutti i territori e località coinvolti è già evidente e in atto un impatto negativo in termini sociali e ambientali, smascherando le bugie – sostenibilità, green, opportunità, lavoro – che fanno da propaganda ai Giochi, e con costi pubblici che da zero o quasi sono già lievitati a oltre 3,6 mld di euro.

Ad oggi appaiono più evidenti la devastazione ambientale, e sempre meno offuscata, la violenta trasformazione del tessuto sociale della metropoli milanese, investita da un flusso di denaro, anche pubblico, che ha come conseguenza l'allontanamento dei ceti economicamente meno forti. Contemporaneamente, mentre il Pianeta vive una crisi ambientale e climatica, di cui sempre più spesso vediamo le conseguenze, causata da un modello di sfruttamento delle risorse naturali insostenibile. In questo senso le Olimpiadi contemporanee si confermano perciò come un grande evento il cui scopo reale è massimizzare i profitti e speculare su tutto, anche i beni comuni. Tra questi: le risorse idriche in crisi sulle Dolomiti; la sanità pubblica veneta e lombarda già martoriate da anni di tagli e privatizzazioni che minano il diritto universale alla salute; la montagna, considerata come un parco divertimenti per un modello di turismo già da tempo obsoleto e reso insostenibile dal cambiamento climatico e che le Terre Alte non possono sopportare oltre; la città pubblica di Milano, da tempo trasformata in un domino dove a giocare sono interessi immobiliari e finanziari a breve termine, ma con ricadute permanenti sull’accessibilità a diritti fondamentali quali casa, mobilità, salute; il lavoro, sottopagato (quando non sono stage gratuiti) e poco sicuro, nei cantieri e durante l’evento. E infine lo sport: mentre vengono progettati grandi impianti che saranno inaccessibili, in città si chiudono strutture pubbliche e si perde di vista lo scopo che questa pratica dovrebbe avere, socialità e benessere psicofisico per tutte e tutti.

Non dovremo aspettare molto per constatare gli ulteriori passi indietro che la legislazione speciale, prevista dalle leggi che regolano questo "grande evento" produrrà nei confronti dei lavoratori e delle lavoratrici coinvolti prima, durante e dopo questo avvenimento. Alla fine, come accade dopo ogni grande evento, ci ritroveremo più poveri, molti economicamente, diversi da un punto di vista sociale e tutti, ma proprio tutti, da un punto di vista ambientale. Da questo punto di vista, la vicenda dello Stadio di San Siro o dell’ex Scalo di Porta Romana e del suo Villaggio Olimpico, sono paradigmatiche e indicative del costante processo di spoliazione di terreni e spazi pubblici metropolitani in favore dei grandi progetti di "rigenerazione" urbana. Così come emblematica è la vicenda della pista da bob a Cortina, che il cocciuto orgoglio sovranista vuole comunque costruire (con denaro pubblico) nonostante anche il Comitato Olimpico Internazionale ne abbia sancito l’inutilità e gli incerti tempi di realizzo.

Le Olimpiadi, quindi, non sono davvero un gioco: rappresentano un grande affare che fa da acceleratore a grandi e piccole opere anche non correlate all'appuntamento olimpico e, in particolare a Milano, utili ad alimentare i processi di ulteriore privatizzazione della città attraverso progetti shock in grado di trasformare la geografia sociale e urbana di interi quartieri. Ma non sono un gioco nemmeno per la Montagna, dove le Olimpiadi fanno direttamente o meno da traino a un proliferare di nuovi progetti per impianti, sistemi e bacini per l’innevamento artificiale, resort di lusso anche in alta quota.

La nostra vita, però, non è un gioco:
- non lo è il lavoro iper-precario sempre più esteso che non ci permette di accedere a un affitto privato o cooperativo ormai a prezzo di mercato, né di usufruire degli oltre 10.000 appartamenti pubblici tenuti vuoti da ALER e MM;
- non lo sono le strade dei nostri quartieri, trasformati in food e social street per turisti e benestanti o dove all’abbandono del pubblico segue come unico destino ineluttabile l’housing sociale per redditi alti e sfratti, sgomberi o espulsione dalla città per le fasce della popolazione più debole economicamente e socialmente.
- non lo è il trasporto pubblico locale, il cui rincaro è ormai progressivo e insostenibile, mentre la viabilità urbana è diventata per pedoni e ciclisti un lugubre gioco di sopravvivenza in una città che ha già il record di morti in strada ma non trova il coraggio di bloccare cantieri nocivi e l’indiscutibile "diritto" dei milanesi a muoversi solo in automobile;
- non lo è la devastazione irreversibile e il consumo indiscriminato di ecosistemi, suolo e risorse naturali e lo sfruttamento senza limiti delle Terre Alte
- non lo è infine la nostra salute, già minata dal vivere in uno dei territori con l’aria più inquinata d’Europa, con un consumo di suolo ormai insostenibile e un sistema sanitario che nella recente crisi pandemica ha mostrato tutta la sua feroce selettività.

A due anni dall’avvio del grande evento olimpico scendiamo in piazza a Milano, così come in tutte le aree coinvolte, per rompere nuovamente la "pax olimpica": la nostra vita non è un gioco, il diritto a vivere dignitosamente la città e le Terre Alte in ogni suo aspetto non è un slogan e lo vogliamo ribadire scendendo in piazza sabato 10 febbraio in una grande giornata di lotta per denunciare le devastazioni sociali e territoriali che le Olimpiadi porteranno con sé; una giornata inserita all’interno di una serie di iniziative e mobilitazioni che si svolgeranno attorno alla data del 6 febbraio, a due anni esatti dall’inaugurazione dei Giochi 2026.

Comitato Insostenibili Olimpiadi - CIO 2026
10 febbraio h 15 – Piazzale Lodi – Milano
Per adesioni: olimpiadi@anche.no

NOTA
La composizione del CIO 2026, è decisamente eterogenea e coinvolge collettivi e spazi sociali di Milano e provincia (Offtopic, Zam, Transiti, Boccaccio, Baraonda, Cambiare Rotta, Folletto) e molte delle soggettività nazionali e locali aderenti alle Due Giornate di Carrara >> https://16dicembrecarrara.it/, in particolare Mountain Wllderness Italia, Italia Nostra Belluno e i vari Comitati di Cortina impegnati nel contrastare la "devastazione" delle valli dolomitiche.
Le adesioni saranno pubblicate nel sito ufficiale.

Comunicazione a cura di Alberto Peruffo - socio CAI e Mountain Wilderness

Info: cio2026.org/

 




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