Daniel Dulac è il nuovo campione Europeo del Boulder

A Lecco il francese vince il titolo continentale davanti al britannico Andrew Earl e all'italiano Gabriele Moroni.
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Il 16enne Gabriele Moroni durante il Campionati Europeo di Boulder nel 2004 a Lecco, dove ha vinto bronzo.
Giulio Malfer
Daniel Dulac, campionati Eurpei Boulder lecco

24 giugno 2004
Lecco, Piazza Cermenati. Campionati Europei Bouldering.

Il campione europeo del Boulder è Daniel Dulac, un signore dell’arrampicata! La grinta, l’audacia e il gusto dello sport è di Andrew Earl, vicecampione d’Europa e puro rappresentante dell’amore (tutto britannico) per il bouldering. Il sorriso e il futuro stasera è tutto di Gabriele Moroni, il piccolo, giovanissimo e allegro folletto rosso del boulder italiano, terzo in questi bellissimi Campionati continentali di Lecco.

Dicevamo oggi che il Boulder non ha certezze. Stasera siamo sicuri che è proprio questo il suo “bello”. Ora, che Daniel Dulac fosse un grande arrampicatore non era un segreto per nessuno, che il suo stile fosse esemplare era una sicurezza, ma quello che ha mostrato nella finale di questi campionati è stato davvero sorprendente. Il francese ci ha abituati da tempo alla sua concentrazione, alla sua arrampicata perfetta, ma stasera si è superato: sembrava davvero in uno stato di grazia quasi irrepetibile. Il francese ha vinto risolvendo tutti e sei i problemi, cinque al primo tentativo, uno (il tetto del n° 4, di cui è stato l’unico a prendere il top) al secondo giro, dopo aver sfiorato per un pelo la presa finale alla prima prova. “Erano sei anni che inseguivo un successo così” ci ha detto Daniel a fine gara. Un risultato che, negli ultimi anni, gli è sempre sfuggito di un soffio, complici anche i molti infortuni. Ora l’ha centrato. Insomma la sua “speciale” concentrazione si spiega: lui voleva questo titolo, lo voleva ed è stato suo. Sì, stasera, Dulac sembrava davvero imbattibile, quasi distante, tanto che dopo il top sul 4 blocco è rimasto quasi impassibile.

Ma ci sono vari modi di affrontare i problemi del boulder. Andrew Earl, per esempio, ha dimostrato che la voglia e la verve (quasi aggressiva) per risolvere i blocchi serve. L’inglese ha affrontato tutti i boulder quasi istintivamente gettando sul piatto tutta la sua tenacia e velocità. Lo score che gli è valso la medaglia d’argento è di 5 top in 8 tentativi e il suo miglior alleato per ottenerlo è stato crederci fino alla fine. Davvero bravo!

Avrete capito che è stata una bella gara. Godoffe e Laporte, per questa finale, hanno cambiato ancora una volta le carte: hanno pescato nel “genere” dei lanci, e del dinamismo. Hanno messo il seme per lo spettacolo insomma. In molti tra gli atleti hanno cercato di raccoglierlo, ma chi l’ha esaltato è stato sicuramente Gabriele Moroni. L’ha fatto sull’assurda placca del blocco 2, sul lancio a due mani del blocco 3, sull’uscita ingannevole del boulder 5 e infine con la grande corsa sullo strapiombo, con ristabilimento da contorsionisti, dell’ultimo blocco, è stato esemplare per inventiva e dinamicità. E’ stato unico. Per dire: sul blocco cinque ha fatto un lancio con la velocità di un gatto, quando nessuno (manco i tracciatori) se l’aspettava. Il suo commento a fine gara su quel lancio? “Lo vedevo vicino, e ho saltato!”, e il suo sorriso, incontenibile, la diceva lunga sulla sua allegria che sembra senza confine. Che poi era la stessa allegria del pubblico per una gara davvero fantastica. Siamo sicuri: a Gabriele in quel momento non sfiorava nemmeno l’idea che, se avesse intuito subito il 1° blocco, certamente il più facile, sarebbe salito sul secondo gradino del podio, la sua era pura e semplice allegria (e genuina incredulità).

Insomma stasera l’aria era quella grandi occasioni l’ha capito il pubblico e l’ha espresso agli atleti con continui incitamenti (boati nel caso dei top di Moroni). Una gioia che, c’è da scommettere, gli atleti hanno sentito: nessuno si è risparmiato. Dallo svizzero Matthias Muller 4°, con quattro problemi risolti come Moroni ma con una zona in meno (un soffio) rispetto all\'italiano. A Salavat Rakmethov 5° a lungo in corsa per il podio, al francese Loic Gaidoz (6°) dopo una qualificazione che l’aveva visto al comando della classifica provvisoria, allo slovacco Marek Repcik (7°), al russo Dmtry Sharafutoin (8°) tutti con tre top. E poi con il francese Ludovic Laurence (9°), l’ucraino Serik Kazbekov (10°), il tedesco Karsten Borowka (11°) e per l’impareggiabile inglese Gareth Parry, tutti con due top alla fine. Ecco la cosa più bella di questa gara (e della tracciatura proposta) forse è stata proprio questa possibilità per tutti di assaporare la gioa

E’ stato proprio un grande Campionato Europeo, ma soprattutto si è visto grande boulder, quello che non si sa mai come va a finire. Dulac ha vinto il titolo solo al sesto blocco. Ma soprattutto Earl e Moroni, rispettivamente 11° e 12° dopo le qualificazioni, sono risaliti fino al 2° e 3°. Il Boulder che non ha certezze è proprio il più bello!

Classifica Finale
1) Daniel Dulac (FRA)
2) Andrew Earl GBR)
3) Gabriele Moroni (ITA)
4) Matthias Muller (SUI)
5) Salavat Rakmethov (RUS)
6) Loic Gandioz (FRA)
7) Repcik Marek (SVK)
8) Dmitry Sharafutonov (RUS)
9) Ludovic Laurence (FRA)
10) Serik Kazbekov (UKR)
11) Karsten Borowka (GER)
12) Gareth Parry (GBR)

gabriele Moroni, campionati Europei Boulder lecco

In alto: Daniel Dulac sul 4° blocco, il francese è stato l'unico a salirlo (ph Planetmountain.com). Sotto: Gabriele Moroni sul primo boulder della finale (ph Giulio Malfer).


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