Alpin Cup, a Monguelfo vittoria di Prinoth e Rainer

Sabato 26/01 Mario Prinoth e Angelika Rainer hanno vinto la seconda tappa dell’alpin Cup di arrampicata su ghiaccio.
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Mario Prinoth
Stefano Pichi
Dopo la World Cup di Daone è subito tempo di Alpin Cup, con la seconda manche di Monguelfo (Bz). E’ stato un secondo turno del Torneo dell’ice climbing italiano dal volto internazionale, vista la partecipazione della squadra nazionale russa al completo. Cosa che però non ha impedito al fassano Mario Prinoth e alla meranese Angelica Rainer di salire sul gradino più alto del podio, prendendosi oltre all’oro anche un po’ di quella soddisfazioni che la loro indubbia classe merita.

Argento e bronzo, invece, sono andati, come forse c’era da aspettarsi, tutti ai russi. Con i fratelli Alexej e Maxim Tomilov 2° e 3° nell’ordine, mentre Ksenia Sdohnikova e Maria Tolokonina si sono aggiudicate i piazzamenti d’onore in gara femminile. Ma non hanno certo sfigurato gli altoatesini (e big iceclimber) Florian Riegler ed Herbert Klammer (4° e 5°) e Mauro Rizzi (6°). Tra le ragazze italiane da segnalare il bel 4° posto di Marica Favè.

Prima di lasciarvi al report di Silvia Cian, c’è da segnalare lo show (di sfida?) di Herbert Klammer che si è tolto gli speroni per affrontare la via di finale e la performance (senza piedi) di Prinoth sul tetto della stessa via. Una scelta questa che ha permesso al fassano di ingranare la marcia veloce e di battere sul tempo i due Tomilov. Ora prima dell’ultima tappa di Rabenstein la classifica di Coppa vede in testa Angelica Rainer (con due vittorie su due gare) mentre in gara maschile Prinoth (con 1 vittoria e un 2° posto) comanda il “plotone” davanti a Reigler (1 vittoria e un 4° posto).


Monguelfo, l’Alpin Cup due anni dopo
di Silvia Cian

Eccoci di nuovo a Monguelfo dopo due anni. Come tutti i paesini della Val Pusteria, Monguelfo unisce la singolarità del paesaggio ad una magica atmosfera antica della Valle. Una certa sensazione di freddezza nelle relazioni si rivela poi inaspettatamente intensa e appassionata, connotata dal classico slang “italiano-tedescato”.

Qui dentro, in quest’atmosfera medievale, sono perfettamente racchiuse anche le nostre due avanguardie del posto: l’onnipresente Artur Seiwald chiamato da tutti “Flint” e il prezioso e riservato Martin Graber. Tutto questo ci mancava.

Eccoci dicevo, sabato mattina. Struttura perfetta, ghiacciata, pronta all’urto: 45 iscritti alle qualificazioni e, a sorpresa, la nazionale Russa al completo! Con loro il livello della competizione è improvvisamente schizzato verso l’alto, nonostante questo i percorsi tracciati per le fasi di qualificazione abbiano rispettato i propositi e la filosofia degli organizzatori dell’Alpin Cup: far arrampicare e divertire tutti.

Domenica la realtà è cambiata: gli atleti in gara hanno proposto uno spettacolo degno di una finale di Coppa del Mondo. Il tracciato donne prevedeva una serie di passaggi da tronchi a placche e viceversa, per finire con un faticoso e rischioso ristabilimento su ghiaccio.

La gara è sostanzialmente terminata in un duello tra la nostra Angelika Rainer e la russa Ksenia Sdohnikova: ad avere la meglio Angelica, l’unica a portare a termine il percorso, elegante pulita e determinata, in gran forma insomma. Terza classificata la russa Maria Tolokonina, una ventenne potente, minuscola, felina nei movimenti ma forse non ancora allenata allo stress da gara: commette una banale sciocchezza ed è eliminata, ma promette grandi cose.

Il tracciato uomini ricorda un labirinto composto da un numero interminabile di tronchi, strapiombi, tetti, e ancora tronchi e per finire ghiaccio. Il russo Eugeny Krivosheisev, forse fraintendendo le istruzioni dei tracciatori, alla quinta presa aggancia un punto non consentito ed è eliminato; stessa sorte per il fortissimo Raffaele Mercuriali, vincitore dell’ultima edizione del Power Dry.

Herbert Klammer, settimo classificato nella World Cup in Val Daone, regala grande spettacolo al pubblico: toglie gli speroni ai ramponi e pur consapevole delle difficoltà che lo aspettano sul tetto orizzontale, riesce a superarlo a forza di trazioni mono braccio. Non pago, nella zona finale, salta tre prese ma scivola lanciando all’ultima zona subito prima del top.

I fratelli Tomilov, promesse russe eredi di Eugeny, chiudono il percorso raggiungendo il top in maniera pulita ed elegante, ma non abbastanza velocemente da superare il nostro Mario Pinot. Mario, che in questo periodo sembra avere una potenza rinnovata, strabilia il pubblico risolvendo il tetto, passo chiave del percorso, completamente senza l’aiuto dei piedi eseguendo “solo” una serie di trazioni, a parer suo questo era: “L’unico modo di guadagnare tempo” Superlativo.

Ottima prestazione per Mauro Rizzi e Florian Riegler: nonostante la pulizia d’esecuzione, la potenza e l’ottima lucidità non terminano in tempo il percorso. Nuove entrate: Andrea Guerzoni e Patrick Seiwald da tenere d’occhio.
Arrivederci alla finale a Rabenstein.

di Silvia Cian


classifica maschile
1 Mario Prinoth
2 Alexej Tomilov
3 Maxim Tomilov
4 Florian Riegler
5 Herbert Klammer
6 Mauro Rizzi
7 Mikhail Melivikov
8 Simone Cortepause
9 Matteo Rivadossi
10 Andrea Guerzoni
11 Raffaele Mercuriali
12 Gianmario Meneghin
13 Ivo Maistrello
14 Markus Huber
15 Patrick Seiwald
16 Luca Bertolla
17 Fulvio Donati
18 Francesco Lazzeri
19 Paolo Sonaggere
20 Eugeny Krivosheisev

classifica femminile
1 Rainer Angelika
2 Ksenia Sdohnikova
3 Maria Tolokonina
4 Marica Favè
5 Claudia Colussi
6 Silvia Cian
7 Marjan Filippova
8 Gina Curcio
Note:
Planetmountain
arch. news Alpin Cup
www
www.icepassion.org



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