Bec di Roci Ruta, arrampicare in Valle di Lanzo

Una proposta per l'arrampicata autunnale: le vie del Bec di Roci Ruta (Valle di Lanzo, Alpi Graie Meridionali, Piemonte), presentata da Elio Bonfanti.
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Sergio Cerutti su Il Tempo di Mudjakewis 6c, 6b
arch. Elio Bonfanti
Le valli di Lanzo si incuneano un po' dimenticate, ma non meno belle, in una porzione di territorio pizzicata tra le famose valli Olimpiche della Val di Susa e la valle dell’ Orco (quella del Sergent del Caporal e del parco del Gran paradiso). Queste zone, godono di un fascino particolare, forse un po d’antan, lì, il tempo sembra che abbia avuto un brusco rallentamento per non dire che pare essersi fermato del tutto e rispetto ad altre valli e pure sotto il profilo dell’arrampicata sono un pochino più sfortunate. Le pareti interessanti non sono molte e le più belle, tipo quelle del vallone di Sea, si trovano rigorosamente all’ombra, diciamo che sono da amanti del genere… Non tutte però; In quanto, entrando nella Val grande e superato l’abitato di Cantoira sovrastato dalla Rocca di Lities anch’essa esposta verso sud, un occhio allenato riesce già ad individuarne il profilo in lontananza.

Si tratta del Bec di Roci Ruta che, visto dal paesino di Pialpetta o dalla parete del “Bec di Mea”, si erge prepotente come se fosse un bel monolite. Ma se non bisogna lasciarsi ingannare dall’aspetto altrettanto lo si deve fare con il nome. Roci Ruta nel dialetto della valle, vuol dire “roccia rotta”, rotta sì ma per intenderci non un mucchio di sassi accatastati alla rinfusa bensì una struttura articolata in diedri, placche e fessure di uno gneiss granitoide a grana grossa di cui è difficile trovare paragone. Non un monolite quindi ma un appagante microcosmo di roccia che non mancherà di soddisfare anche i palati più fini.

Tra la fine degli anni ottanta e l’inizio degli anni novanta, vennero saliti una dozzina di nuovi itinerari ai quali, grazie ad un lavoro di archeologia arrampicatoria, andarono ad aggiungersi le uniche due vie che fino ad allora erano state aperte e che risultavano essere opera l'una di Alberto Re e l’altra, addirittura, di Giampiero Motti.

Le fessure, sovente intasate da grossi ciuffi erbosi, richiesero un imponente lavoro di ripulitura ma alla fine la struttura tra la metà e la fine degli anni '90, divenne una delle più frequentate della valle. Poi l’obsolescenza del materiale in loco (per lo più artigianale) fece sì che le visite da parte degli arrampicatori diventassero sempre più sporadiche al punto che la natura indisturbata iniziò nuovamente ad impossessarsi di quel terreno che aveva momentaneamente concesso in uso agli scalatori.

Purtroppo “per lei” e per la sua tranquillità questa parete è incastonata in un bosco di faggi e larici, domina un ambiente alpino di rara bellezza, l’avvicinamento richiede una mezz’oretta di passeggiata ossigenante e data l’esposizione la si può scalare quasi tutto l’anno. Considerato poi che ci sono itinerari per tutti i gusti, perché non lanciarsi in un opera restyling già da tempo e da molti sperata? Così contemporaneamente alla progressiva riattrezzatura a fix inox da 10 mm di alcuni i vecchi percorsi sono stati chiodati alcuni monotiri nuovi e quindi ora ci si può nuovamente misurare, su itinerari dai 25 ai 180 metri con difficoltà variabili dal 4b al 7a+. L’arrampicata spazia dal muro tecnico a quarzi, alla fessura sino al diedro da salire in spaccata per cui una giornata a Ruci Ruta non risulterà mai essere noiosa e, se talvolta il lichene può risultare fastidioso, il passaggio delle cordate contribuirà certamente alla sua sparizione.

Gli itinerari ripresi sono attrezzati a fix inox e la chiodatura risulta essere sicura ed omogenea ma talvolta, ove segnalato, potrà capitare di doversi destreggiare nell’integrarla per cui un gioco di friend Bd sino al n° 3 vi sarà sicuramente utile. Teniamo a precisare che pur essendo obsoleto ed artigianale tutto il materiale sino ad ora rimosso non presentava segni di deterioramento tali da comprometterne la sicurezza ne consegue che possono essere (con le dovute cautele) ripetuti anche gli itinerari al momento in fase di riattrezzatura. La linea di calate dalla cima è attrezzata a 30 metri e per percorrere tutte le vie di Roci Ruta sono sufficienti una corda singola da 70 metri o due mezze da 50.

Punti di Appoggio:
Trattoria da Cesarin: Frazione Breno di Groscavallo Tel +39) 0123506720
Albergo Savoia: Forno Alpi Graie Tel +39 0123.81042/81184
Posto Tappa GTA di Pialpetta: Albergo Setugrino Tel +39 0123 81 016
Bibliografia: Le stagioni della Pietra, Le guide di Alp "Falesie 1"

Accesso:
Da Torino dirigersi verso Venaria reale e le valli di Lanzo a mezzo prima della SP 1 e poi della SP 33. Con quest’ ultima, raggiunta e superata la località di Pialpetta,
voltare a destra in direzione Rivotti. Al primo bivio ancora a destra in direzione degli
Alboni. Circa 65 km da Torino. Dal piano degli Alboni 1375 m seguire per pochi metri una stradetta che dopo un lavatoio piega a sinistra verso una baita ristrutturata e si trasforma in un sentiero che sale a fianco di questa. In circa trenta trentacinque minuti si raggiunge la parete. Si arriva in corrispondenza dell’ itinerario n° 11 da dove se si costeggia la base della parete verso sinistra si arriva in prossimità dell’ itinerario n° 8 ( freccia Bianca ). Andando ancora a sinistra si accede alla base del primo salto staccato dal corpo centrale. Il paradiso è di Pochi ha una freccia verde alla base.


ITINERARI
1. IL PARADISO E' DI POCHI: 7 tiri max 6A+ ( L4 L5 si possono unire) utili friend sino al n° 3 Bd se si vuole fare la fessura di L5 clean altrimenti sino al 2#. Fix inox da 10 mm. Diff obbl ( 6a ).
2.  SECONDA STELLA A SINISTRA E VARIANTE: 2 tiri  (solo Trad 6a ) friends Bd sino al 4 .   
3. UNA FAVOLA PER DINDA: 6 tiri (max 6c) Spit rock 10 mm. Diff obbl ( 6b ).
4. BEPPONE DOCET: 3 tiri (max 7a ) Fix da 10. Diff obbl ( 6a+).  
5. IL TEMPO DI MUDJAKEWIS: 2 tiri lunghi. L1 si può fare come monotiro da 35 mt ( max 6c ) L2 ( 6b ). Fix inox da 10 mm. Diff obbl ( 6b ).   
6. FESSURA RE: 2 tiri ( max 6a+ ) Spit da 8 mm
7. BASE JUMP ( freccia bianca alla base): 2 tiri lunghi. L1 si può fare come monotiro da 35 mt ( max 6b ) L2 ( max 6c ). Fix inox da 10 mm. Diff obbl ( 6a+ ).  
8. LO SPIGOLO DEL VENTO DI TRANQUILLITA' LONTANE: 2 tiri (max 6b+) utili friend sino al 2 Fix inox da 10 mm. Diff obbl (6a+)  
9. FISSURE DU POLPETTON: Monotiro 20 mt  (max 6a+) servono friends sino a n° 3 in posto fix da 10 mm
10. FESSURA MANERA: Monotiro 25 mt ( max 7a ) Fix da 10 mm
11. COSI’ NON FAN TUTTI: 6 tiri  (max 7a ) Spit rock da 10 mm  
12. SOLI NEL SOLE: 4 tiri ( max 6a+) Fix da 10 mm. Diff obbl ( 6a )
13. SOLITUDINE DEI NUMERI PRIMI: Monotiro  25 mt ( max 6a+) Fix inox da 10 mm. Diff obbl ( 6a ).  
14. MONTURA PEOPLE: Monotiro 25 mt (max 6c) Fix inox da 10 mm. Diff obbl ( 6a+ ).
15. PER UN PUGNO DI PIXEL: Monotiro 25 mt (7a) Fix inox da 10 mm. Diff obbl ( 6b+ ).
16. LA CURA DEL PADRE: Monotiro 35 mt (max 6b) Fix inox da 10 mm. Diff obbl ( 6a+ ).
 
Note:
Links Planetmountain
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