Selezionati i sei giovani alpinisti del CAI Eagle Team pronti per la Patagonia

Marco Cordin, Luca Ducoli, Dario Eynard, Giacomo Meliffi, Alessandra Prato e Camilla Reggio le alpiniste e gli alpinisti del Cai Eagle Team che partirà per la spedizione in Patagonia il 30 gennaio 2025 insieme al capo spedizione Matteo Della Bordella e a tre tutor Massimo Faletti, Silvia Loreggian e Luca Schiera. Il sogno è l’apertura di una nuova via.
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Il gruppo del CAI Eagle Team selezionato per la Patagonia. Da sx a dx: Matteo Della Bordella (Team leader), Mauro Penasa (Presidente Club alpino accademico italiano), Luca Schiera (tutor), Dario Eynard, Alessandra Prato, Giacomo Meliffi, Luca Ducolli, Camilla Reggio, Marco Cordin, Antonio Montani (Presidente generale del Club alpino italiano)
CAI

Saranno Marco Cordin (trentino classe 2000), Luca Ducoli (originario di Breno, in provincia di Brescia, classe 2001), Dario Eynard (bergamasco classe 2000), Giacomo Meliffi (originario di Urbania, in provincia di Pesaro, classe 1996), Alessandra Prato (milanese classe 1995) e Camilla Reggio (torinese classe 1996) le alpiniste e gli alpinisti del Cai Eagle Team a partire per la spedizione in Patagonia il 30 gennaio 2025.

I nomi sono stati svelati ieri nel corso di una conferenza stampa presso la sede centrale del Cai a Milano. Per loro sarà la prima esperienza sul granito più famoso del mondo. Selezionati tra i quindici partecipanti a un intenso corso di formazione, il gruppo sarà guidato da Matteo Della Bordella e dai tutor Massimo Faletti, Silvia Loreggian e Luca Schiera.

"Il progetto Cai Eagle Team, che abbiamo ideato insieme a Matteo Della Bordella e al Club alpino accademico italiano, incarna perfettamente i nostri valori fondanti, come la trasmissione delle competenze tecniche dell'alpinismo, il rispetto per l’ambiente e lo spirito di avventura, portandoli verso il futuro", afferma il Presidente generale del Club alpino italiano Antonio Montani. "Il Cai Eagle Team rappresenta un modo concreto per dare valore e rilanciare una tradizione alpinistica che affonda negli oltre 160 anni di storia della nostra associazione, coniugando tradizione e innovazione. Guardando questi giovani, non posso che sentire un profondo orgoglio: sono il simbolo di un Club alpino italiano che sa crescere con loro, ispirandoli a sognare in grande e a vivere la montagna con consapevolezza e rispetto".

"Selezionare i sei alpinisti per la spedizione in Patagonia è stato difficilissimo. Tutti i quindici partecipanti potenzialmente, avrebbero meritato di fare parte della spedizione", spiega Matteo Della Bordella. "Il legame che si è creato in queste settimane è stato incredibile. Ho visto questi ragazzi e ragazze crescere tantissimo, sia tecnicamente che mentalmente. Settimana dopo settimana, sono passati dall’essere quindici sconosciuti a un gruppo affiatato. È stata una crescita collettiva che ci ha arricchiti tutti, me per primo. Ora il pensiero va al futuro, alla Patagonia. Affronteremo un’esperienza unica, su quelle che considero le montagne più belle del mondo. Si sale di livello".

Gli obiettivi della spedizione
La base sarà la cittadina di El Chalten, da cui si raggiungono facilmente le principali e più affascinanti montagne della zona, come il Cerro Torre e il Fitz Roy. Il team si organizzerà in cordate e lavorerà su diversi obiettivi, con la volontà di affrontare salite e pareti impegnative. Il sogno è l’apertura di una nuova via su una parete tra le più affascinanti e sfidanti della Patagonia. Una parete verticale e liscia su cui, per scaramanzia, Della Bordella resta per ora abbottonato. La spedizione si concluderà il 2 marzo 2025.

Primi bilanci del progetto Cai Eagle Team
"L’alpinismo è un’esperienza che unisce dimensione individuale e collettiva, capace di trasformare profondamente chi la vive", afferma Mauro Penasa, presidente del Club alpino accademico italiano. "Il progetto “Cai Eagle Team” ha offerto a un gruppo di giovani talentuosi un’occasione unica: in soli diciotto mesi si è concretizzato ciò che probabilmente avrebbe richiesto anni, alimentando la loro capacità di sognare in grande e porsi obiettivi ambiziosi. Questa capacità è fondamentale per il futuro dell’alpinismo, che si nutre di storie, sogni e sfide condivise. Il Club alpino accademico italiano è orgoglioso di aver contribuito a questo progetto".




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