News spedizioni himalayane 2001

Prende l'avvio la prima parte della stagione himalayana: sono molte le spedizioni in parternza o già in camminino per gli 8000, e la parte del 'leone' la fa naturalmente l'Everest.


Kathmandu 1 aprile 2001

di Manuel Lugli (Focus World Expeditions)

Da una Kathmandu sempre più inquinata e caotica, alcune novità sulle spedizioni agli ottomila, spedizioni che sono da poco partite per le diverse montagne o che stanno per farlo. Il clima è stato finora piuttosto buono, anche se i temporali pomeridiani non hanno per il momento mancato il loro appuntamento nemmeno un giorno.


Everest
Inutile dire che l'Everest si rivela anche quest'anno la montagna più affollata. Ogni anno gli addetti ai lavori pensano che si sia raggiunto il limite massimo, ma evidentemente l'escalation - ed il termine è quanto mai appropriato - non conosce battute d'arresto.
Questi i numeri: 18 spedizioni sul versante sud (nepalese) a cui vanno aggiunte ben 11 spedizioni al Lhotse. Se teniamo conto che dal campo base al colle sud i campi sono i medesimi, arriviamo a 29 spedizioni presenti.
Lo stesso incredibile numero di spedizioni, peraltro, che troviamo sul versante nord (tibetano) della montagna più alta, sempre più preso d'assalto - benché tecnicamente più difficile - per i costi decisamente più contenuti.

Qualche nome più o meno famoso: il solito Russel Brice con la sua abituale spedizione commerciale ed il francese Bernard Muller di Chamonix, anch'egli con clienti. E poi Eric Simonson che, dopo aver guidato la spedizione che ha rinvenuto i resti di George Mallory nel 1999, ritorna, per così dire, sul luogo del delitto, per una nuova investigazione: la ricerca dei resti mortali di Sandy Irvine, il giovane compagno di salita - e di scomparsa - di Mallory. Ma soprattutto per la ricerca della famosa macchina fotografica Kodak e relativa pellicola, che dovrebbe essere in grado, secondo gli ottimisti, di sciogliere il mistero della salita dei due inglesi: cima o non cima? Come si sa sono moltissimi gli scettici, primo fra tutti Conrad Anker che nel 99 superò il "secondo scalino" in libera proprio per verificarne la fattibilità e che dichiarò di avere trovato grosse difficoltà tecniche e fisiche - non dimentichiamo che siamo a quasi 8.600 metri di quota. Senza contare l'abissale differenza nell'equipaggiamento. Insomma un mix che avrebbe reso impossibile a quei tempi il superamento dell'ostacolo. Certo ripetere un 'successo' come quello avuto nel 1999 sembra difficile, ma chissà che gli spiriti del Chomolongma, la Dea Madre della Terra non aiutino ancora una volta gli americani.





Su questo magnifico versante nord troviamo ancora una volta l'agguerrito team della Televisione Spagnola (organizzazione Focus World Expeditions), di nuovo impegnato a tentare la salita della cresta nord, documentandone quasi dal vivo lo svolgimento con riprese e collegamenti vari per il format - di grande successo in Spagna - "Al filo de lo imposible". Se si pensa che in Italia investimenti simili vengono fatti per il Grande Fratello o "bullshits" della portata di Survivors... Il team di 5 alpinisti guidati dal leggendario basco Juanito Oyarzabal, salitore di tutti i quattordici ottomila, entrerà in Tibet il 7 aprile per rientrare ai primi di giugno. Gli alpinisti saranno affiancati da 2 cameramen-alpinisti che li seguiranno almeno fino al campo 2 (7.900-8.000 circa) per effettuare le riprese. Come dicevamo, sono previsti diversi collegamenti in diretta con la Spagna, e tra questi uno proprio il giorno della possibile vetta, così da seguire le ultimissime fasi della salita.

Makalu
Per quel che riguarda le altre montagne del Nepal, non vi è gran movimento, se non per il Makalu dove - inaspettatamente, viste le caratteristiche della montagna - troviamo ben dieci spedizioni. Di queste, la ormai famosa spedizione delle "Aquile" di S.Martino di Castrozza e Primiero (organizzazione Focus World Expeditions), diretta dalla Guida Alpina Renzo Corona e partita dall'Italia il 1 aprile. Il team spendera' una cinquantina di giorni nel tentativo di salita della via normale, per fare ritorno verso la fine di maggio. Altri teams presenti: francesi, giapponesi, tedeschi e persino un gruppo ufficiale della Repubblica Islamica dell'Iran composto da 10 alpinisti.





Kangchenjunga e altri
Come dicevamo, gli altri ottomila del Nepal sono pressochè deserti: nessuno al Dhaulagiri, nessuno all'Annapurna, una sola spedizione al Kangchenjunga. Qui opererà un team composito, formato da alcuni polacchi guidati dall'esperto Piotr Pustelnik, alpinista con già nove ottomila all'attivo, nonchè da un piccolo gruppo ispano-americano che vede la presenza del messicano Hector Ponce de Leon e della nota - e assai fotografata per la sua decisa avvenenza - alpinista spagnola Araceli Segarra. Un solo team quindi su quell'immenso teatro che è la sud del Kanch. Del Manaslu, non abbiamo ancora notizie, ma aggiorneremo presto la situazione.

Cho Oyu
Gli ottomila tibetani vedono un discreto afflusso di alpinisti. Al Cho Oyu una dozzina di spedizioni, tra cui quella degli italiani guidati dal lecchese Gianni Rusconi (organizzazione Focus World Expeditions) che avrà con sé un ospite d'eccezione: Fausto De Stefani (nella foto a sx) , già in Nepal per seguire i lavori di realizzazione di una scuola a Kirtipur, nei sobborghi poveri di Kathmandu. Il loro ingresso in Tibet è previsto per il 12 aprile. Altri tre italiani saranno attivi sul Cho Oyu con un team internazionale: Mario Vielmo, già membro nel 2000 della vittoriosa spedizione vicentina al Manaslu, l'amico Piero Moretti, già allo Shisha Pangma due anni orsono ed il milanese Luigi Rampini, al suo secondo tentativo consecutivo sul Cho Oyu.

di Manuel Lugli

Focus World Expedition





Dall'alto: stupa a Kathmandu, l'Everest dal versante Nord, e portatori in cammino. (Foto F. Tremolada)


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