Makalu in invernale, l'inizio dell'avventura

Il team composto dai "tarvisiani" Nives Meroi, Romano Benet, Luca Vuerich e dei kazachi Denis Urubko, Serguey Samoilov, Eugeny Shutov e Gennady Durov ha ormai raggiunto l'Hillary camp e tutto è pronto per iniziare il tentativo invernale al Makalu.
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Nives Meroi nel trekking di acclimatamento in Khumbu
arch. Luca Vuerich
Tarvisio 3 Kazachistan 4. Non è il risultato di una partita di pallone, ma solo la "formazione" del team per questo (duro) tentativo di prima invernale al Makalu. Una squadra (fortissima) composta da Nives Meroi, Romano Benet e Luca Vuerich che per l'occasione si è unita ad un altro team d'eccezione come quello composto da Denis Urubko, Serguey Samoilov, Eugeny Shutov e Gennady Durov. I kazachi - come del resto i tre italiani - non hanno certo bisogno di presentazione. Specialmente la coppia Denis più Serguey reduce da tre stagioni in cui ha centrato due vie nuove su altrettanti colossi himalayani (Broad Peak e Manaslu) e la salita dopo 11 anni del K2 da nord.

Dall'altra parte abbiamo Nives e Romano forse la coppia alpinistica, ma anche nella vita, che ha messo a segno più Ottomila di tutti. Dieci per la precisione. L'ultimo è stato l'Everest e prima ancora il K2 in cui sono arrivati in cima dopo aver affrontato completamente soli la montagna. Inutile forse ricordare che Nives è in testa alla classifica femminile come numero di Ottomila saliti, insieme all'austriaca Gerlinde Kaltenbrunner. Utile invece rammentare, e sottolineare, che tutti sono stati saliti senza ossigeno e senza portatori d'alta quota.

E' un alpinismo d'altri tempi il loro, un po' testardo e al tempo stesso naif. Un alpinismo che si compone della dolcezza "quasi sbadata" ma dalle infinite risorse, alla Mary Poppins, di Nives e dell'estremo fiuto e della perseveranza degna di un alpinista di razza di Romano. Sul Makalu hanno ritrovato un loro rodato compagno e amico di molte avventure, il 31enne Luca Vuerich che con loro è salito in vetta al Lhotse, Broad Peak, GI, GII e che fa ritorno sulle più alte vette della terra dopo essere diventato Guida alpina.

Certo che questa spedizione ha tanti motivi d'interesse. Per Urubko il Makalu potrebbe essere il 13° Ottomila: dopo gli resterebbe solo il Cho Oyu. Mentre per Nives (e Romano) significherebbe un altro passo importantissimo, l'undicesimo appunto, verso quella mitica quota 14. Ma forse ancora più importante sarebbe centrare la prima invernale di questo Makalu. Una montagna (la 5a per altezza della terra) dura e pericolosa. Molti ricorderanno che nel suo tentativo di prima invernale proprio qui nel 2006 perse la vita il grande Jean-Christophe Lafaille. Romano e Nives l'hanno tentata senza successo lo scorso ottobre. Ora sono nuovamente in campo.

Sicuramente sarà una grande avventura, meteo invernale e Makalu permettendo. Molto dipenderà anche dall'amalgama dei due team. Una squadra che, come sempre più spesso accade nell'himalaysmo moderno, s'è formata quasi per caso, una volta che i due gruppi sono venuti a conoscenza del comune obiettivo. Un particolare: ancora alla vigilia della partenza del 24 dicembre i tarvisiani non sapevano se si sarebbe concretizzato il rendez-vu con i kazachi (irreperibili). Quel che è sicuro, oltre alla difficoltà del progetto, è che i sette del Makalu parlano la stessa lingua che si declina in un alpinismo duro, caparbio e di esperienza.

Tra un paio di giorni problemi si inizieranno le "operazioni" sulla montagna. In bocca al lupo!
Note: Tutti gli Ottomila (senza ossigeno supplementare) saliti da Nives Meroi e Romano Benet:
Everest (2007)
Dhaulagiri (2006)
K2 (2006)
Lhotse (2004)
Gasherbrum 1 (2003)
Gasherbrum 2 (2003)
Broad Peak (2003)
Cho Oyu (2003)
Shisha Pangma (1999)
Nanga Parbat (1998)

arch. news Meroi - Benet
nives.alpinizem.net
Expo Grivel
www.montura.it



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