Per amore… solo per amore
Elio Bonfanti e Mauretto e le motivazioni per la montagna: quel che ci vuole è solo...

La traccia (Valle dell’ Ubaye, Francia)
Così all’improvviso! pressappoco a metà strada, dopo un’ora e mezzo di tribolazione, durante l’avvicinamento alla cascata della Cabriette, in uno dei momenti introspettivi che solo la montagna mi sa donare, mi è venuto in mente un bellissimo film con Diego Abatantuono e Penelope Cruz ch ambientato 2000 anni f raccontava del dramma di Giuseppe, il quale aveva scelto di stare con Maria, incinta per opera dello Spirito Santo e quindi teoricamente adultera.
Ora se conoscete la storia saprete senz’altro che a quel tempo le adultere, senza tante parole, venivano pubblicamente lapidate finché la morte non sopraggiungeva. Beh! Io mi immagino il dramma del povero Giuseppe nel dover prendere la decisione: “Cosa faccio… mi prendo in casa una possibile adultera e suo figlio o seguo come un caprone il sistema e la denuncio condannandola ad una morte terribile?”
Quale fu la coraggiosa scelta di Giuseppe lo sappiamo tutti… scelse di essere un’aquila, non un caprone e malgrado tutte le drammatiche vessazioni che dovette poi subire in conseguenza a questo atto, scelse di salvarle la vita. Per cui mi piace pensare che la chiave di volta di tutto ciò partisse da un unico sentimento denominatore comune e motore del mondo l’amore! L’amore per Maria… Il parallelo è sicuramente azzardato, ma si sa nei momenti “mistici” il pensiero si scatena e corre senza freni, e quindi dal momento che ci vuole veramente amore! Amore per la montagna (per farsi un mazzo del genere) mi è venuto in mente questo film.
In questo caso, oltre che di amore per la montagna, si tratta di amore per il ghiaccio e nel compiere degli avvicinamenti così importanti solo per salire una cascata, nello sguardo del proprio compagno di cordata bisogna rintracciare quella luce (magari un po’ folle) che ti permetta di vedere dei pensieri e delle motivazioni analoghe alle tue.
Ah già… la cascata!? Beh! in super condizioni per carità, bella ma non bellissima... noi ad una donna non bella non diremo mai che è brutta, tutt’al più le sussurreremo la nostra ammirazione per la sua simpatia o per i suoi occhi. Ed ecco che quindi, applicando la stessa teoria alla cascata, almeno due tiri degni di nota li abbiamo trovati e questi ci hanno ripagato dello sforzo di due ore e mezza di andata ed altrettante di ritorno.
Già il ritorno… dovevate vedere Elio, con i suoi scietti, a cui si era staccata una pelle che zampettava trascinandosela attaccata alla coda dello sci, silenzioso, ingrugnito ed ucciso dal mal di testa… Ad un certo punto, mentre stavamo seguendo le tracce di ciaspolisti che si perdevano in infiniti ghirigori nel bosco, le sue ultime parole sono state: “Zio fa… Ma stò pirla sapeva dove cazzo andare o no ?!” Poi più niente, neanche una parola per altre due ore fino alla macchina…
Ma… queste cose si fanno per amore… solo per amore!
Mauretto
vai alla scheda di Cabriette
Ora se conoscete la storia saprete senz’altro che a quel tempo le adultere, senza tante parole, venivano pubblicamente lapidate finché la morte non sopraggiungeva. Beh! Io mi immagino il dramma del povero Giuseppe nel dover prendere la decisione: “Cosa faccio… mi prendo in casa una possibile adultera e suo figlio o seguo come un caprone il sistema e la denuncio condannandola ad una morte terribile?”
Quale fu la coraggiosa scelta di Giuseppe lo sappiamo tutti… scelse di essere un’aquila, non un caprone e malgrado tutte le drammatiche vessazioni che dovette poi subire in conseguenza a questo atto, scelse di salvarle la vita. Per cui mi piace pensare che la chiave di volta di tutto ciò partisse da un unico sentimento denominatore comune e motore del mondo l’amore! L’amore per Maria… Il parallelo è sicuramente azzardato, ma si sa nei momenti “mistici” il pensiero si scatena e corre senza freni, e quindi dal momento che ci vuole veramente amore! Amore per la montagna (per farsi un mazzo del genere) mi è venuto in mente questo film.
In questo caso, oltre che di amore per la montagna, si tratta di amore per il ghiaccio e nel compiere degli avvicinamenti così importanti solo per salire una cascata, nello sguardo del proprio compagno di cordata bisogna rintracciare quella luce (magari un po’ folle) che ti permetta di vedere dei pensieri e delle motivazioni analoghe alle tue.
Ah già… la cascata!? Beh! in super condizioni per carità, bella ma non bellissima... noi ad una donna non bella non diremo mai che è brutta, tutt’al più le sussurreremo la nostra ammirazione per la sua simpatia o per i suoi occhi. Ed ecco che quindi, applicando la stessa teoria alla cascata, almeno due tiri degni di nota li abbiamo trovati e questi ci hanno ripagato dello sforzo di due ore e mezza di andata ed altrettante di ritorno.
Già il ritorno… dovevate vedere Elio, con i suoi scietti, a cui si era staccata una pelle che zampettava trascinandosela attaccata alla coda dello sci, silenzioso, ingrugnito ed ucciso dal mal di testa… Ad un certo punto, mentre stavamo seguendo le tracce di ciaspolisti che si perdevano in infiniti ghirigori nel bosco, le sue ultime parole sono state: “Zio fa… Ma stò pirla sapeva dove cazzo andare o no ?!” Poi più niente, neanche una parola per altre due ore fino alla macchina…
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