Sicilia, Monte Gallo due nuove vie

A marzo Eugenio Pinotti e Maurizio Oviglia hanno aperto 'Fatti non foste' (215m, max 6b/c, obbl. 6b) mentre Luca Giupponi, Rolando Larcher e Maurizio Oviglia hanno aperto 'Kaos' (325m, max 7c, obbl. expo 7a+)entrambe sul settore Nuovo Mondo del Monte Gallo (Sicilia)
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Luca Giupponi apre il settimo tiro di Kaos
R. Larcher
A metà marzo sono nate due nuove vie sulle pareti alla periferia di Palermo, sul versante Nord del Monte Gallo. Eugenio Pinotti e Maurizio Oviglia hanno terminato un loro progetto iniziato a novembre 2008 e interrotto per il maltempo, battezzato “Fatti non foste”. Poi Maurizio è stato raggiunto da Luca Giupponi e Rolando Larcher. I tre si sono dedicati ad una nuova parete ancora vergine di quasi 350 metri, sempre nel settore Nuovo Mondo che Maurizio, Fabrice ed Eugenio avevano inaugurato nel 2006 con la via “Il mio scanto libero”. Sono stati necessari tre giorni per aprire la nuova linea, battezzata “Kaos”, che vince gli impressionanti strapiombi cosparsi di canne e stalattiti... ed uno per liberarla, nell’unico giorno di buona aderenza. La rimanenza dei giorni a disposizione è stata dedicata, nonostante il maltempo, all’inizio di un nuovo progetto su un’altra parete ancora vergine di Monte Pellegrino.

CALDA SICILIA di Maurizio Oviglia

Una mattina il Gippo è uscito presto. Pensavamo fosse andato a prendere il caffè in piazza, invece è tornato seminudo e bagnato, con tutte le alghe appicicate addosso. Si era buttato in mare! D’altra parte, c’era da aspettarselo da uno che vive in Val di Non, e come dice Rolly fa il bagno nei laghi ghiacciati in pieno inverno! La casa di Isabella, dove alloggiamo, dà proprio sul mare. Difficile immaginare che lassù, oltre il mare, vi sia tutto quello che noi italiani identifichiamo come “nord”. Qui, contro le rocce, muoiono gli ultimi tentacoli di Palermo, che non è riuscita ancora a prendersi questo lembo di terra, che tutti conoscono come la riserva di Monte Gallo. Quando ti svegli la mattina hai il mare infinto davanti e il sole inonda la terrazza. Si può capire quindi il Gippo, che non ha resistito alla tentatzione di fare il bagno. Ma più spesso c’è vento, e allora il rumore delle onde copre tutto e la salsedine ti investe impetuosa.

Le pareti sono lì, proprio dietro casa, e puoi capire se l’aderenza è buona solo guardandone il colore. Puoi scegliere, andare verso di loro e vivere una giornata in piena solitudine su una roccia dalle forme più affascinanti, o girare la macchina verso la metropoli, se il colore bruno scuro fa presagire una roccia impregnata di salsedine. Allora passerai nella piazza deserta di Mondello, ancora colma di rifiuti, un caffè corto corto al bar insieme ai pescatori, e ti tufferai nel caos della città, cercando di raggiungere disperatamente la Cattedrale o Monreale. Noi, inutile dirlo, abbiamo scelto la prima opzione, 9 giorni su 10, anche con la pessima aderenza. Dura vita da pionieri delle ultime rocce vergini rimaste in Italia. Un thè, pane al sesamo, marmellata d’arancia e un CD di Nada nel vecchio radione trovato nell’appartamento per iniziare bene la mattina.

Far stare tutto il materiale negli zaini, salutare il guardiano della Riserva ascoltando le sue teorie su un tesoro nascosto dai pirati proprio sulle pareti dove andiamo a scalare, convincerlo che ancora non l’abbiamo trovato, traversare sino alla base della parete, già nella solitudine più completa. E stare tutto il giorno lassù, su quelle scogliere, a scrutare i gabbiani posati sull’acqua o il compagno che battaglia lassù con i cliff. Pareti che il sole non vedono mai, all’ombra e nel silenzio più totale, lontane dal caos che regna sovrano al di là delle creste. Però in fondo, dopo 12 ore di parete al freddo e all’umido, dopo una bella doccia, ti tuffi volentieri nella città, alla ricerca di una trattoria. Per 10 euro, a volte anche meno, mangi l’impossibile ed esci barcollando in direzione della gelateria più vicina. E poi ci sta anche il film di Ficarra e Picone mentre le pareti del Nuovo Mondo, come l’ho chiamato, dormono e ci aspettano per domattina.

Occorrerà farsi strada nel caos di stalattiti, alla ricerca di una via di uscita dagli strapiombi e dalle colate di un inverno eccezionalmente piovoso... se la troveremo. Per stupirci ancora di cose semplici, come una tacca messa proprio al posto giusto, tra un buco e una canna, che rende possibile il materializzarsi sotto le nostre dita della  linea più pura, proprio quella che avevamo immaginato. Basta una presa a volte a fare una via, e quella presa questa volta l’ha trovata il Gippo su una colata bianca come neve. Un’intuizione ben premiata.

e infine i titoli di coda...
Nonostante tutto devo molto a Luigi, che secondo mia madre parla proprio come il Commissario Montalbano. Sia per la citazione “Fatti non foste” che sembra tagliata apposta per noi alpinisti, subito rubata per dare il nome alla via, sia per il CD di Nada che mi è rimasto in testa come colonna sonora di questa mia decima “spedizione” in Sicilia. Quello che conta nella vita è passare con leggerezza da Dante ai Ricchi e Poveri e debbo ammettere che pochi lo sanno fare con la classe di Luigi...
Grazie a Marco per averci prestato le statiche, senza le quali sarebbe stato tutto più difficile... e non avrei potuto provare l’ebrezza (??!!) di una calata a filo di ragno per 200 m esatti. Non ho mai fatto speleologia e non me ne pento ora...
Grazie a Eugenio, il cavaliere inesistente. Nessuno si accorge mai di lui, ma c’è sempre, puntuale ad ogni appuntamento, una certezza e un’amicizia che non conosce cedimenti...
Grazie al fortissimo, silenzioso e modesto Gippo, per avermi aiutato in qualche modo a tenere a bada l’incontenibile frenesia di Rolando, condividendo insieme questa ennesima grande avventura.
Grazie Rolly, quando ci sei tu le linee immaginarie che vedi nelle mente in soli tre giorni divengono realtà... mi domando sempre il perchè... ;-)
Grazie a Max e Mirto della Sicila orientale, che tempestandomi di mail per avere la relazione di Kaos, nei giorni successivi al mio ritorno a casa, mi hanno fatto capire che forse forse, per una volta, questa ennesima Larcher-style non rimarrà a lungo irripetuta. Segno che il nostro non è solo freddo tecnicismo come alcuni lo dipingono, ma un qualcosa che riaccende la passione e stimola la fantasia...
Ringraziamo i vestiti E9, quelli Montura, quelli Mammuth, i materiali Petzl e le scarpette La Sportiva. Li abbiamo bagnati, lacerati e orrendamente sporcati di fango, ma d’altra parte si sa che il mestiere dell’apritore non è sempre (quasi mai) rose e fiori...
E grazie alle nostre compagne, che ci hanno lasciato ancora una volta andare in vacanza a faticar su pareti mentre loro restavano a casa a badare ai nostri figli. Si dice che il passaggio chiave, per ogni alpinista che si rispetti, è sempre uscire dalla porta di casa... Vero, ma tutto diviene possibile quando, come noi, si ha avuto la fortuna di sposare un’arrampicatrice! ;-)
Si ringrazia inoltre Fabrice Calabrese per averci messo a disposizione i fittoni resinati, che si sono resi necessari per rendere più sicura la via in un tratto in cui i fix normali non davano garanzie di tenuta.

Maurizio Oviglia


MONTE GALLO - PARETE NORD (settore NUOVO MONDO)

“Fatti non foste”
– Prima salita M. Oviglia ed E. Pinotti nov 2008/mar 2009
Sviluppo 215 m – Difficoltà massima 6b/c (6b obbligatorio)
Via interamente spittata a volte molto distanziata, portare cordini per clessidre
>> Scheda FATTI NON FOSTE

“Kaos” – Prima salita L. Giupponi, R. Larcher e M. Oviglia 15/16/18 marzo 2009.
Prima rotpuntk da parte degli apritori il 19 marzo 2009
Sviluppo 325 m – Difficoltà massima 7c (7a+ expo obbligatorio)
Via interamente spittata a volte molto distanziata, portare cordini per clessidre
in un tratto i fix sono stati sostituiti con resinati data la consistenza della roccia.
>> Scheda KAOS



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