Philipp Angelo in solitaria sulla via dei Polacchi alle Grandes Jorasses

Il breve report dell'alpinista bolzanino Philipp Angelo che il 15 settembre ha effettuato la probabile seconda solitaria della via dei Polacchi sulla parete nord delle Grandes Jorasses (Monte Bianco).
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Philipp Angelo e la solitaria della via dei Polacchi, Grandes Jorasses il 15/09/2014
Philipp Angelo
In questi giorni sta succedendo qualcosa di particolare sulla parete nord delle Grandes Jorasses. Complice le eccellenti condizioni e anche il tam tam via internet, su alcune vie che fino a poco tempo fa erano considerate dei "mostri sacri" dell'alpinismo c'è stato così tanto traffico che ci sono persino formate delle "code". Il che non vuol dire ovviamente che queste vie siano facili, anzi, richiedono tutto la nostra attenzione e rispetto, e forse anche di più. Ma fatto sta che in questo settembre tante vie sono entrate in condizioni così "giuste" che molti non vogliono perdere. Come il 32enne aspirante guida alpina Philipp Angelo che il 15 settembre ha salito la via dei Polacchi, effettuando la probabile seconda solitaria dopo quella di Corrado Pesce che risale a nemmeno 10 giorni prima. Angelo ha concluso la salita con la traversata delle Jorasses, passando per il bivacco Canzio e proseguendo per la cresta di Rochefort fino al rifugio Torino, tutto in giornata. "Sono sfatto, ma soddisfatto, quasi troppo stanco per dormire beatamente ma contento di essere riuscito a realizzare un mio piccolo sogno, di aver colto e vissuto l'attimo." scrive Angelo. Cogliamo l''occasione per anticiparvi che a breve pubblicheremo anche un report di Corrado Pesce che in questi giorni ha fatto un'altra salita importante che reputa "la più impegnativa delle Jorasses e quella che mi ha dato più soddisfazioni." Ma intanto ecco il report di Angelo.


LA VIA DEI POLACCHI, GRANDES JORASSES di
Philipp Angelo

15 Settembre: sono le quattro e cinque quando parto dal rifugio Leschaux. Sono da solo e non ci sono luci lungo il ghiacciaio, solo pochissime cordate, una sulla Colton, una sulla via degli Sloveni, due su Reve Éfémère. Per incominciare bene mi sono già perso un attimo al buio, tra i seracchi. Alle 06.45 attacco la via dei Polacchi. Il passato non esiste - vivere l'attimo, è questa l'essenza di una salita in questo stile.

Lungo la salita due volte mi tocca disarrampicare per tornare sul tracciato (quasi) ideale. Nella parte centrale, quella più ripida, il ghiaccio sembra aver risentito del riscaldamento diurno degli ultimi giorni e dei passaggi, bisogna arrampicare con cautela. Poi alle 9.50 pit-stop sulla cresta a fine via e dopo 20 minuti continuo lungo l'aerea cresta verso il Canzio, che raggiungo alle 14.00 dopo vari traversi, doppie e saliscendi. Fin qui tutto bene, la stanchezza si fa sentire ma il Torino è ancora lontano.

Una breve pausa e poi mi aspetta la parte più impegnativa della cresta due tiri su roccia con neve per arrivare in Cima alla Calotte de Rochefort. Fino ad ora non mi sono mai auto-assicurato su una via, adesso però mi sembra la scelta giusta. Forse non è il momento ideale per fare la prima esperienza, ma quando mai lo è? Poi mi aspetta quel "tiretto" gradato 5c che mi fa perdere un po' di tempo. Lo faccio tirando chiodi e passando qualche attimo di tensione. Ora bisogna solo continuare e non perdere la concentrazione. Il Dente del Gigante è sempre lì, si fa desiderare. Incomincio a pensare al poi. L'ultima parte di camminata sul ghiacciaio la faccio con la frontale e alle 20.45 arrivo al Torino. Sono sfatto, ma soddisfatto, quasi troppo stanco per dormire beatamente ma contento di essere riuscito a realizzare un mio piccolo sogno, di aver colto e vissuto l’attimo.

Difficoltà: Via dei Polacchi (gradi secondo guida) WI5, M5+, 800m, attualmente WI4+M (qualche passo di misto). Cresta delle Jorasses e di Rochefort: Difficoltà D forse leggermente più dura venendo dalle Jorasses.) Tempo (secondo guida) 2 giorni.

Per il report completo (in inglese) visitate: philippangelo.blogspot.it





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