La Patagonia 2002 di Luca Maspes

Due mesi patagonici, due nuove salite e un viaggio intenso nel report di Luca Maspes Rampikino.
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L'ALTRA PATAGONIA - Il versante Nordest del San Lorenzo all'alba - Una cumbre gigante e difficile, fuori dei soliti e rinomatissimi giri, nessuno nei paraggi ed in ultimo, d'importanza decisiva per un alpinismo come quello che piace a me, grande incertezza su obiettivi e possibilità di portarseli a casa…
D. Fregona




Luca Maspes Rampikino di ritorno da due mesi "patagonici" ci manda una ricca relazione del suo viaggio.
Due le nuove vie aperte. La prima, l'1/11/02, con Diego Fregona sul versante inviolato (Ovest) di una delle tre cime del Cerro Hermoso, una cima vergine ribattezzata dai due "Cumbre Silvia". La via affrontata in stile leggero, ha richiesto ai due 10 ore dall'attacco per circa 1000 metri con difficoltà nella parte alta di misto, ghiaccio (70° max) e roccia (V+).
La seconda via è stata salita, con Marcello Cominetti, sul versante S/SE del Cerro Grande. Un itinerario, a dx di una via di Casimiro Ferrari e C, lungo 600 metri prevalentemente di ghiaccio e misto (max 75°) che raggiunge la cresta terminale. Poi, come d'obbligo nella terra del vento e della tempesta, un susseguirsi di tentativi, spostamenti, incontri, cronaca alpinistica e inconvenienti vari come si conviene ad un vero viaggio...

PATAGONIA, di Luca Maspes




Alba sul San Lorenzo - Patagonia (arch. L. Maspes)




Il viaggio è cominciato il 18 ottobre con destinazione la zona del San Lorenzo dove io ed il mio compagno Diego Fregona, Guida Alpina di Castione della Presolana (Bg), abbiamo trascorso circa 20 giorni di permanenza. Avvicinamento dal lato argentino (Perito Moreno - Lago Posadas - Valle del Rio Oro) e campo base sotto il versante NE della montagna, uno dei possibili obiettivi della nostra vacanza. Le condizioni generali erano primaverili, con molta neve ma poco vento e giornate calde.


Il 1° novembre abbiamo salito un versante inviolato (Ovest) di una delle tre cime del Cerro Hermoso, una cima vergine che abbiamo ribattezzato "Cumbre Silvia". 10 ore dall'attacco, in stile leggero, 1000 metri circa con difficoltà nella parte alta di misto, ghiaccio (70° max) e roccia (V+). Discesa per una valle sconosciuta che ci ha impegnato più della salita. Una giornata di riposo poi siamo saliti alla base del San Lorenzo dove abbiamo bivaccato in una cueva di neve sul filo di cresta che precede la parete. Il 4 novembre avvicinamento alla parete e tentativo lungo la fantastica linea di ghiaccio del muro Nordest, l'unica via relativamente al riparo dalle scariche del grosso seracco che borda per quasi 10 km l'intero versante Est del San Lorenzo. La via era già stata tentata alcune volte da cordate francesi ed il miglior tentativo, saliti fino a 2/3 della parete di 1800 metri, è stato quello di Simon Destombes e Jean Annequin nel febbraio 1999. Io e Diego abbiamo attaccato all'alba e dopo 100 metri su ghiaccio e funghi nevosi, la ritirata a causa del caldo eccessivo e delle scariche di ghiaccio e roccia che spazzavano la parete già al mattino presto.

La via è stata in seguito ritentata un mese più tardi da un gruppo svizzero di cui faceva parte David Fasel (primo salitore invernale della via dei Ragni al Cerro Torre, insieme a Crouch, Sigriest e Ulrich). Anche per loro stessa sorte, rimandati a casa dallo stesso problema delle scariche una volta giunti all'attacco. In ultimo un altro tentativo al versante Est del San Lorenzo proprio nei giorni scorsi da un altro gruppo francese, su una linea a sinistra della Cresta Est (l'unica e difficile via di salita dal lato argentino della montagna, aperta dai Sudafricani nel 1986 e ripetuta in seguito solo due). Info su
www.tvmountain.com. Credo che la parete possa essere tentata in periodi invernali o con freddo e buon innevamento, in quanto la roccia cattiva non permette di salire se non lungo la linea di cascate ghiacciate, rampe nevose e terreno misto che porta fino alla cima.
Ora l'idea di tornare nella zona nei mesi primaverili di settembre e ottobre 2003 per un prossimo tentativo.



San Lorenzo - Patagonia (arch. L. Maspes)




Il mio viaggio è successivamente proseguito nella zona del gruppo del Fitz Roy-Cerro Torre dove le condizioni generali erano piuttosto invernali ed in ritardo di stagione. Ne sanno qualcosa Ermanno Salvaterra e Alex Huber che erano appena rientrati in Europa dopo due tentativi al "Torre" (Salvaterra e compagno sulla via di Parkin e Marsigny della Sud; Huber, Sigriest e C. sulla "Egger-Maestri"). Pochissimi gli alpinisti incontrati nel periodo tra metà novembre e fine dicembre. Solo il Fitz Roy è stato salito tre volte in un mese da due francesi sulla "Supercanaleta", da 3 svizzeri lungo la via dei Californiani e 2 argentini sulla "Franco-Argentina". Per il resto, a parte la salita di Huber e C. a "Exocet", solo tentativi falliti tra cui quello di Tomas Tivadar, Gabor Berecz e Stephan Huber alla NW del Piergiorgio (rottura del portaledge alla base della parete a causa del forte vento), stessa parete dove si dirigeranno i Ragni di Lecco tra pochi giorni.

Durante il mese di permanenza a Chalten, ho potuto effettuare due tentativi in solitaria ad una via di misto sul Techado Negro, montagna dimenticata all'inizio della Valle del Torre. Dopo 300 metri di rocce marce e misto innevato, il 1 dicembre ho desistito per la troppa pericolosità del terreno.

Il 2 dicembre cambio di valle e mi sono diretto con Marcello Cominetti verso lo Hielo Continental in direzione delle gigantesche montagne del Cordon Marconi, ricche di grandiose possibilità su ghiaccio e misto con pareti alte fino a 1500 metri. Respinti dal maltempo dopo 2 giorni di cammino, siamo tornati al Passo del Vento dove abbiamo passato 3 giorni fermi in tenda prima che il sole ritornasse a farsi vedere nell'ultimo giorno che avevamo a disposizione per un tentativo. Ci siamo diretti verso il Cerro Grande dove abbiamo salito un nuovo itinerario di circa 600 metri sul versante S/SE, a destra di una via di Casimiro Ferrari e C., con difficoltà prevalentemente di ghiaccio e misto (max 75°) fino alla giunzione con la cresta terminale dove passa uno dei pochi itinerari saliti su questa grande montagna. Rapido ritorno in doppia lungo la via di salita senza aver toccato la cima a causa dell'orario ormai tardo.

Nell'ultima settimana a disposizione ho effettuato un ultimo tentativo, bloccato dal maltempo al terzo giorno, questa volta ad una nuova via di ghiaccio sul versante S del Cerro Pollone, con avvicinamento dalla Piedra del Fraile e bivacco in cueva sotto la "Supercanaleta" del Fitz Roy, insieme a Max Odell (USA) e Martin Heredia (ARG), entrambe guide di montagna di El Chalten.

Ed infine il difficilissimo (perdita della carta di credito…) rientro a casa, dopo 2 bellissimi mesi di vita argentina e alpinismo girovago come piace a me…

Un ringraziamento: Black Diamond Europe, Mello's, Koflach, Red Chili, Vibram, Vaude, Salomon"

Luca Maspes "Rampikino"



www.go-mountain.com
www.tvmountain.com



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