Te lo do io il Brentino! - Monte Cimo, Sass de Mesdì
Spettacolare multipich sportiva al Sass de Mesdì del Monte Cimo, aperta dal basso, che serpeggia a traversi sulla discontinua parete appena a sinistra dell’iconica Te lo do io il Verdon, alla ricerca della continuità e della qualità dell’arrampicata. Roccia da antologia con concrezioni, canne, buchi, gocce e coralli. La location e le difficoltà accessibili (ma con ingaggio ed esposizione da non sottovalutare) ne fanno un itinerario destinato a diventare una classica del settore. Dedicata dagli apritori al mitico Sergio Coltri per il suo straordinario contributo all’arrampicata in Val d’Adige.
Dal casello autostradale di Affi seguire per Spiazzi/Trento; in località Zuane (circa 5 km) svoltare a destra per Trento (Sp 11). Percorsi altri 8 km svoltare a sinistra per Brentino Belluno, parcheggiando 200 metri dopo il ponte sul canale nei pressi del cimitero.
AccessoRitornare verso il ponte seguendo sulla dx il margine del vigneto. Imboccare nella boschina a sx il sentiero pietroso e poi ghiaioso segnato a bolli gialli che sempre si inerpica più ripido (varie corde fisse) per 350m di dislivello fino al Raccordo Sass de Mesdì/Pala del Boral. Procedere quindi lungamente a sx in falsopiano per 500 metri circa abbassandosi sotto la cengia d’attacco di Te lo do io il Verdon. Attacco 40 metri a sx dell’attacco originale di Verdon, nome scritto alla base. Calcolare 45/50 minuti dal parcheggio.
ItinerarioL1: 6b, 25m. Dopo il primo fix spostarsi a dx (friend) uscendo dal tetto. Traversare quindi verso sx con difficoltà crescenti. Un breve tratto atletico precede la sosta appesa.
L2: 6a+, 20m. Singolo di equilibrio verso sx lasciando la sosta poi facile traverso e placca a gocce fino a obliquare alla comoda S2.
L3: 6b/+, 35m. Obliquare verso sx seguendo una vaga rampa che si verticalizza poi su muro policromo a tacche. Dalla nicchia traversare facilmente oltre uno spigolo esposto (il Pulpito) fino alla sosta prestando attenzione agli attriti.
L4: 6c+, 35m. Tiro chiave. Superare il diedro piuttosto atletico uscendone a dx in placca. Da qui obliquare lungamente a dx incontrando difficoltà decrescenti fino alla cengia boscosa dove si sosta.
L5: 6a, 20m. Salire verticalmente sul muro rosso e obliquare a dx su roccia gialla a coralli fino alla comoda nicchia di sosta in comune con Te lo do io il Verdon.
L6: 6a+, 30m. Traversare orizzontalmente sotto l’arbusto per entrare nella spettacolare placca concrezionata (Mare di Coralli) che taglieremo in obliquo verso sx in esposizione. Al suo termine doppiare lo spigolo aereo raggiungendo la sosta appesa.
L7: 6b, 30m. Un singolo passo sopra la sosta poi più facilmente in traverso a dx superando un piccolo tetto fino ad una placca compatta (singolo tecnico) da seguire verticalmente fino alla comoda sosta.
L8: 6c, 35m. Salire la rampa estremamente lavorata in obliquo sempre verso dx (Mare di Gocce) puntando al diedro (Diedro Azzurro) superabile con passi d’equilibrio. Uscendone a sx, si prosegue per bella fessura fino alla comoda S8.
L9: 6a, 15m. Breve placca compatta da seguire verso sx uscendo alla sosta su albero.
DiscesaIn 5 comode doppie lungo la via di salita (15, 35, 55, 50, 15 metri, vedi relazione). Oppure a piedi per traccia e sentiero (soluzione più lunga): da S9 seguire per oltre un chilometro la traccia/sentiero che corre sul bordo delle pareti in direzione N (ometti e bolli) abbassandosi poi verso Est lungo ripidi passaggi e ghiaioni fino alla base della Pala del Boral che si segue in falsopiano in direzione Sud fino al Raccordo (45/55 minuti circa ai quali aggiungere i 20 di discesa fino al parcheggio).
MaterialeCorda singola da almeno 60 m + rappello o mezze corde, 10 rinvii, friend dallo 0.4 al 2 BD.
CartografiaMonte Baldo Rock, Cristiano Pastorello/Eugenio Cipriani, edizioni Versante Sud
Mostra altri in Brentino



















