Nuovo FKT sulla Cresta Berhault del Monviso per Sandro Maranetto

Ci sono giorni in cui mente e corpo si allineano in un raro stato di grazia: la fatica svanisce e sembra di danzare sulle montagne. Domenica è stato uno di quei giorni.
Da anni sognavo questa lunga cavalcata che, vetta dopo vetta, porta al Monviso. Un sogno custodito a lungo, in attesa del momento giusto per vivere quest'avventura sulle montagne del cuore.
Finalmente, questo weekend, il momento è arrivato. Meteo perfetto, sole dall’alba al tramonto. Decido: partirò da solo, sotto lo sguardo del Re di Pietra. Passo le ultime ore a scegliere il materiale giusto tra leggerezza e sicurezza, studiando relazioni diverse, consapevole che alla fine sarà l’istinto a guidarmi.
Il sabato esploro il tratto che percorrerò di notte e deposito parte del materiale in cima alla Udine: l’unico aiuto che mi concedo per una traversata che voglio fare senza assistenza esterna.
È il grande giorno. Dal Giacoletti in un’ora sono alle Traversette. La luna piena illumina la notte, il vento soffia da ovest. Respiro, e parto.
Le gambe girano, il cuore batte regolare, il fiato detta il ritmo. Lì, tra quelle creste, mi sento a casa. Ogni vetta riporta alla mente ricordi con gli amici, quando affrontarle da solo mi sembrava impossibile.
Una dopo l'altra, tocco le croci di vetta. Fare il "record" non era nei piani, eppure mi sento bene, veloce. Fatico a crederci, meno di cinque ore e il Monviso si staglia già di fronte a me, magnifico e imponente. Battere il precedente record di 8 ore del grande Riki Maero inizia a sembrarmi possibile. Dalle Cadreghe scalo i torrioni con attenzione, poi calzo i ramponi e con le ultime energie mi lancio verso la cima.
La croce appare come un miraggio. Guardo l’orologio, mi butto a terra, poi un urlo e un pianto liberatorio. I battiti rallentano, i pensieri si placano. Ce l'ho fatta, ho realizzato un sogno.
Vorrei dedicare questa corsa ad Andrea Biffi, alpinista e atleta caduto poche settimane fa proprio mentre percorreva questa cresta. Non lo conoscevo, ma so che condividevamo la stessa passione e lo stesso modo di guardare alle montagne. Sono sicuro che lui avrebbe potuto fare meglio di me.
Al di là del FKT, che sono sicuro si possa migliorare ancora di molto, spero che questa salita possa essere uno spunto per rilanciare questa magnifica cresta, che la si decida di percorrere in poche ore o bivaccando sotto le stelle.
- Sandro Maranetto, Bardonecchia
TRAVERSATA BERHAULT
8,75 km e circa 2800 metri di dislivello positivo e 1900 circa di negativo portano dal colle delle Traversette alla cima del Monviso, la più alta delle Alpi Cozie, collegando Rocce Fourioun, Aiguille Bleue, Punta Venezia, Punta Udine, Punta Roma, Punta Gastaldi e Visolotto. Tutte cime sul filo dei 3000 in un costante crescendo di altitudine e difficoltà.
Maranetto è partito alle 4h45 ed è arrivato alle 11h20 con il tempo di 6h35'28". In precedenza aveva già fatto le singole vette e percorso alcuni tratti della cresta, compresa la nord ovest del Monviso, ma non aveva mai percorso la cresta integrale.
Il precedente Fastest Known Time era stato stabilito il 16 agosto 1990 dall’alpinista di Piasco Riccardo Maero in 8 ore. La straordinaria, prima solitaria invernale è stata effettuata dal’8 al 9 gennaio 2001 dall’asso francese Patrick Berhault.