Canada italiano: Salto del nido... il "lavoro" continua

Fabio Salini e Ezio Marlier al "Salto del nido" in Valle Spluga-Val febbraro: "maestosa cascata stile canadese, in arieggiata esposizione nord...". Una storia nella storia tra panettoni mal digeriti, un lavoro (missione) da continuare... e un re-incontro dopo 50 cascate e 500 pannolini...
Alpine Ice Tour

Fabio Salini e Ezio Marlier al "Salto del nido" in Valle Spluga-Val febbraro: "maestosa cascata stile canadese, in arieggiata esposizione nord...". Una storia nella storia tra panettoni mal digeriti, un lavoro (missione) da continuare... e un re-incontro dopo 50 cascate e 500 pannolini...

Lunedi' 26 dicembre 2005

Il panettone lo abbiamo digerito, qualche bottiglia vuota l'abbiamo lasciata negli appositi contenitori del vetro alle nostre spalle e un altro natale fra primi e secondi, di portata, non di cordata, è stato archiviato. Insomma, le feste stanno finendo ed è ora di ritornare al lavoro. Molto bene! All'appuntamento mattutino delle ore nove io ed Ezio siamo entrambi puntuali, due veri professionisti che del resto con il lavoro non ci scherzano affatto.

Dopo i convenevoli da cappuccio e brioches, la vera colazione energetica, in cui entrambi diamo il meglio di noi stessi nel complimentarci per lo stato di forma dell'altro, emerge lampante che nessuno dei due appare proprio in gran forma. Basta uno sguardo per capire che la profondità delle rughe del nostro viso è aumentata considerevolmente rispetto all'ultima volta che ci siamo incontrati nel lontano… trenta giorni fa! Proprio così, sono passati solo trenta giorni da quando, insieme, abbiamo percorso l'Engadina per salire una delle prime cascate di questo bel progetto di Ezio. I nostri chili li abbiamo persi strada facendo, Ezio salendo una cinquantina di cascate e credo di sbagliare per difetto, io cambiando circa cinquecento pannolini giorno e notte ai miei due bimbi (bellissimi che ve lo dico a fare!) Greta e Filippo e con le cifre qui l'errore è sicuramente per difetto.

Oltre le vetrate del bar nevica che dio la manda, faccio presente allo schifato amico che nevica già dall'ultima poppata del giorno prima, ore ventitré e trenta. La situazione è quella classica delle strade bianche, della poca luce, delle auto che vanno più lente dei pedoni e della solita Valtellina congestionata da traffico e monossido di carbonio, ma a questo ci stiamo abituando e quando vado per cascate che non è proprio come l'andare per funghi, un po' mi manca, il monossido. Presi da una botta di coraggio e carichi come un orologio a cucù decidiamo comunque di intraprendere la strada della Valle Spluga, nota zona di nidi d'aquila, per andare a vedere come butta la situazione in Val Febbraro, proprio in direzione del Salto del Nido, maestosa cascata stile canadese, in arieggiata esposizione nord.

Mentre ci facciamo largo fra scatenati automobilisti incatenati a dovere, riempiamo il bagagliaio della nostra vettura di progetti alpinistici e sulla jeep di Ezio non ci sono abbastanza cassetti per contenere i nostri sogni. Ridiamo. La Valtellina è una valle particolare, capace di regalare sorrisi e quando ormai io ed Ezio ci sentivamo già davanti ad un piatto di pizzoccheri causa, anzi, merito meteo avverso, ci accorgiamo che all'altezza del bivio per la Val Chiavenna la neve non ha ancora fatto la sua comparsa.

Il resto è una storia già vissuta che racconta di un avvicinamento veloce, fatto in modo di sudare fino all'ultimo candito del più classico dolce natalizio, e di una salita percorsa in velocità come se per premio ciascuno di noi potesse trovare, in uscita, il proprio regalo di natale. Per me la medicina per combattere le coliche gassose dei miei piccoli e concedermi una notte serena con Silvia; per Ezio invece qualcosa che fa rima con cuore. No, non mi riferisco all'amore, quelli saranno pure affari suoi, ma al calore che durante le doppie con abalakove, poco ci manca che gli saltino via le mani per quello schifo di freddo che abbiamo preso.

Di nuovo mi sono fatto coinvolgere nell'affrontare un'altra pesante giornata di lavoro. Pesante lo è stata veramente, lo garantisco e per quanto riguarda “il lavoro” è stato il commento di Ezio a fine giornata: “bel lavoro…” ha dichiarato. Vi assicuro che era veramente soddisfatto. Avete presente quando si finisce di tagliare, spaccare e stivare qualche quintalata di legna? Proprio quel tipo di soddisfazione lì.
Buone cascate a tutti!

Fabio Salini


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