Oltre i confini del pensiero - Parete Bahador

Oltre i confini del pensiero alla Parete Bahador in Val d'Adige è una via è sportiva, nel senso che è protetta sistematicamente a fix, ma si tratta di ambiente alpinistico, a cui fare attenzione. È stata una bella esperienza, faticosa, densa di incognite (anche se con il trapano al nostro seguito), perché abbiamo cercato di evitare una via scontata.
Dopo aver terminato la via sotto la direttiva dei tetti, valutando l’uscita per terminare la parete forzata e troppo impegnativa, a distanza di tempo abbiamo deciso di rimetterci in gioco e valutare altre possibilità di uscire verso l’alto. Così è nata Oltre i Confini del Pensiero, che grazie ad un traverso raggiunge una zona che rimane comunque difficile ma arrampicabile con alte difficoltà.
Si possono considerare quindi due vie: I Confini del Pensiero, che sale la direttiva logica del diedro, e Oltre i Confini del Pensiero, che prevede la prima via + l’uscita su alte difficoltà.
Tenere presente che l’avvicinamento è avventuroso, e se si torna a piedi dalla cima della parete, il percorso è ancora più selvaggio!
ll nome della parete è stato proposto da Said Taghipour, che è di origine persiana. In persiano Bahador significa “coraggioso, coraggiosa”.
Un grosso ringraziamento a Giuliana Steccanella e Sergio Coltri, a cui abbiamo dedicato le vie. Grazie a loro abbiamo preso in considerazione la possibilità di aprire su una parete tanto repulsiva.
Dall’autostrada del Brennero o dalla statale SS12 che passa parallela ad essa, dirigersi verso il piccolo paese di Borghetto all’Adige. Sarebbe comodo parcheggiare nei vigneti, verso la parete (vedere avvicinamento), ma attenzione a non intralciare eventuali lavori agricoli. Noi abbiamo parcheggiato dall’altra parte del fiume, a Borghetto, in un parcheggio a poca distanza (via San Biagio). Nel caso si voglia salire anche la parte terminale (Oltre i Confini del Pensiero), se si vuole tornare camminando (vedere Discesa) occorre lasciare una seconda macchina in località Tommasi, al parcheggio denominato “Tommasi 2” (si trova in google maps).
AccessoAvvicinamento: dal parcheggio superare il ponte che passa sopra la ferrovia e la SS12, e poi prendere la strada asfaltata per Peri (destra, via Alla Cà). Non entrare nella prima strada a sinistra, continuare brevemente ed entrare nella strada successiva a sinistra. Subito all’inizio c’è un bivio; non andare a sinistra ma procedere dritto. Seguire la strada, lasciare perdere delle svolte a destra verso dei casolari e continuare fino a quando la strada piega nettamente verso sinistra. Lì proseguire invece sulla strada sterrata che va dritto. Prima della sterrata può essere possibile parcheggiare.
Seguire la strada forestale, e poi costeggiare per tracce un vigneto. Al suo termine si trova una traccia che sale a sinistra, arrivando ad un’altra traccia. Seguirla verso destra, fino ad arrivare al greto di un torrente (trovato secco). Qui parte un vallone (Val Rocca Pia). Traversare il greto del torrente in corrispondenza di una traccia, quindi continuare sulla destra del greto (sinistra orografica), sempre per tracce, in mezzo a boschi e vegetazione. Non seguire una svolta che sale a destra. Quando non è più possibile proseguire agevolmente, si traversa il greto e si continua alla sua sinistra, sempre per tracce e canali terrosi con foglie. Si trovano rari nastri bianco/rossi su alcuni rami. Andare in un canaletto boscoso ancora più a sinistra e salirlo. Un primo ometto sulla sinistra (in realtà non facile da vedere) indica un pendio boscoso che porta direttamente verso l’attacco, ma è ripido (sale a sinistra di un avancorpo). Meglio proseguire ancora, arrivando ad un altro ometto con grosso legno verticale. Salire ancora parallelamente al canalone, fino a trovare una zona con dei massi, che risulta la più agevole. Ora salire verso la parete, contornando a sinistra un grosso masso e poi cercando i punti più facili nel pendio boscoso, fino quasi alla base della parete (ci si trova a destra dell’avancorpo). In alcuni punti si trovano anche degli ometti, ma non è sempre facile individuarli. Prima di arrivare alla parete, si trova una traccia orizzontale che va a sinistra. Seguirla, fino ad arrivare ad un colletto boscoso. Scendere sul lato opposto, stando più bassi di un dosso roccioso. Il percorso non è obbligato, scegliere le zone meno ripide. Tempo: circa 1h 15’ – 1h30’.
Attacco: poco dopo il colletto, in corrispondenza di un albero con cordone, alla base di una parete con grossa edera, poco a sinistra di una evidente rampa rocciosa.
ItinerarioL1: salire direttamente dove si trova l’edera, arrivando ad un primo muretto verticale. Si raggiunge una bella lama, che seguita porta ad un albero con cordone. Traversare a sinistra su lista rocciosa, quindi salire un muretto per raggiungere una piccola cengia, dove sostare su tre fix con cordone (35m, 6a+, 4 fix e un albero con cordone);
L2: salire direttamente il muro sopra la sosta, fino a raggiungere un diedro strapiombante. Qualche fessurina permettere eventualmente di aggiungere dei friend. Alla fine del diedro, andando verso sinistra si arriva a gradini che permettono di salire su un grosso terrazzo, dove si trova la sosta su tre fix con cordone (25m, 6a+ e A2, in libera 7a+, 10 fix). Lunghezza molto faticosa, i fix non sono vicinissimi, ma ci sono dei cordoni per avvicinare le protezioni, potrebbe tornare utile qualche friend da medio a piccolo;
L3: salire sopra la sosta, su roccia un po' friabile. Si raggiunge un fix e poi una fessurina alla sua sinistra. Altri due fix proteggono il tratto verticale. Si sale su una lista rocciosa e si traversa a destra a raggiungere una bella lama (fix). Salirla brevemente, arrivando ad un piccolo terrazzino dove si sosta su due fix (25m, 6b+, 5 fix);
L4: salire sopra la sosta su murettino, rinviare una grossa clessidra (cordone) e spostarsi a destra su lista rocciosa. Raggiungere un fix, alla base di un diedro strapiombante. Salirlo (altri fix e un chiodo) e raggiungere una cengia con blocchi. Traversare a sinistra (clessidra con cordone) e fare sosta su due fix e clessidra con cordone (25m, 6c, 7 fix, un chiodo, 1 cordone in clessidra);
L5: salire un bel muretto sopra la sosta, da cui uscire leggermente a destra. Si evitano dei grossi blocchi stando alla loro sinistra e si sale su una parete nera, raggiungendo un diedro nero, che porta ad una lista rocciosa. Sosta su tre fix (20m, 6b, 7 fix);
L6: salire leggermente a sinistra della sosta, raggiungere una lista rocciosa e traversare a destra, fino ad un diedrino con lame (attenzione ad alcuni blocchi). Salire, spostarsi a sinistra e salire di nuovo, verso un alberello. Continuare fino ad una lista rocciosa, aggirare a destra un muretto (fix non visibile dopo lo spigolo), salire sul muretto e traversare a sinistra ad una zona friabile, da cui salire a sinistra ad un grosso ripiano terroso con sassoni, sosta su 3 fix, + 1 fix distante a sinistra (35m, 6a+, 10 fix). Attenzione alla roccia, diverse prese e blocchi da verificare.
Libro di via sul terrazzino. Da qui si vedono altri fix che salgono dritto e poi verso destra (quattro fix, l’ultimo con maglia rapida), a testimonianza del tentativo di proseguire, arenato di fronte all’evidenza di parete poco arrampicabile rispetto al resto della via.
OLTRE I CONFINI DEL PENSIERO
Si tratta della prosecuzione della via I Confini del Pensiero, che era terminata sotto la direttiva dei tetti terminali. Con un traverso a destra, è stato risolto il problema dell’uscita, su roccia buona ed alte difficoltà. Questa seconda parte è più difficile e con chiodatura un più distanziata.
L6 bis: da L6, arrivando alla lista rocciosa dove si aggira a destra un muretto per raggiungere un fix non visibile, rinviare il fix allungandolo un po' (attriti) e traversare a destra su cengia abbastanza agevole, raggiungendo lo spigolo destro del grande diedro della parete. Qui si trova la sosta;
L7: salire un muretto a destra della sosta, raggiungendo una lista rocciosa. Traversare a destra e poi salire dritto su roccia compatta, raggiungendo un diedro bianco. Si sale il difficile diedro e poi si continua, leggermente verso destra, puntando ad un evidente grottino, dove si trova la sosta, non visibile (20m, 7a+? 6 fix);
L8: tornare a sinistra e continuare su muri compatti, fino ad un tettino da superare, dopo il quale inizia un traverso ascendente verso sinistra, molto bello. Al termine del traverso si sale verso alcuni alberi (cordone), sotto i quali, a sinistra, si trova la sosta (30m, 7b?, 12 fix). Libro di via sotto alcuni sassi, poco sopra la sosta.
I CONFINI DEL PENSIERO
Si effettua in corda doppia:
- Doppia 1 da S6 a S4 (eventualmente si può fare una doppia intermedia a S5);
- Doppia 2 da S4 alla base della parete.
Eventualmente è possibile scendere in doppia fino alla base della parete anche da S1, S2, S3. Dalla base della parete tornare a ritroso per il sentiero di avvicinamento.
OLTRE I CONFINI DEL PENSIERO
Due possibilità.
1. In corda doppia. Soluzione sconsigliata e laboriosa; la parete è strapiombante e l’andamento degli ultimi due tiri non è lineare.
- Doppia 1 da S8 a S7, rinviando le corde nei rinvii, che poi devono essere rimossi dall’ultimo che si cala. In S7 manca il cordone di collegamento dei due fix.
- Doppia 2 da S7 a S6 bis, anche qui occorre rinviare le corde nei rinvii.
- Doppia 3 da S6 bis a S4 (eventualmente si può fare una doppia intermedia a S5);
- Doppia 4 da S4 alla base della parete.
Eventualmente è possibile scendere in doppia fino alla base della parete anche da S1, S2, S3. Dalla base della parete tornare a ritroso per il sentiero di avvicinamento.
2. A piedi, attraverso il Passo di Rocca Pia, soluzione utilizzata da noi. Attenzione, si tratta di un percorso che nella prima parte segue delle tracce esili di cacciatori. Abbiamo aggiunto parecchi ometti, ma il percorso non è sempre evidente. N.B.: occorre organizzare la logistica, lasciando un’auto nel parcheggio di Tommasi.
- Da S8 seguire una corda fissa che permette di salire in sicurezza un tratto nel bosco ripido.
- Al termine del bosco si trova una fascia rocciosa con piccola cengia (presenti manufatti in legno, probabilmente di cacciatori, eventualmente posto adatto a bivacco). Seguire la cengia verso destra (faccia a monte), fino al suo termine.
- Continuare su pendio boscoso, seguendo una esile traccia (presenti ometti), fino ad una sorta di piccolo canale, da oltrepassare.
- Procedere sempre tendenzialmente tagliando in traverso il pendio, arrivando ad una zona erbosa, al termine della quale c’è un pulpito alla base di un crestone erboso.
- Proseguire ancora, arrivando ad una zona con saltini rocciosi sulla sinistra. Tagliare di nuovo il pendio verso destra, per evitarla.
- Si arriva ad un bivio, poco visibile: una traccia prosegue dritto in leggera discesa, probabilmente a raggiungere Val Rocca Pia. Un’altra traccia sale invece a sinistra (ometti), arrivando ad un pendio boscoso ripido da salire direttamente, a sinistra di un canale bonario (seguire i numerosi ometti, percorso comunque non obbligato).
- Al termine del pendio ripido si trova un marcato sentiero orizzontale, da seguire verso destra.
- Il punto di arrivo al sentiero ha le coordinate GPS N45.67731 E10.93842 - Altitudine 1037m.
- Arrivati ad un bivio, non proseguire dritto ma prendere la svolta che sale a sinistra, e con diversi tornanti, passando sotto la direttiva di una fascia rocciosa, raggiunge un colletto con palina segnaletica.
- A destra si va alla Cima Rocca Pia, poco distante. Andare invece a sinistra, passando nei pressi di una piccola grotta. Si segue lungamente il sentiero in salita, con diversi tornanti, fino ad arrivare al Passo di Rocca Pia.
- Non seguire il sentiero che scende dritto, ma prendere quello che va a sinistra.
- Continuare con saliscendi, fino a sbucare su un sentiero più grosso, che a sinistra va verso il Corno d’Aquilio.- Andare invece a destra, e trascurare una svolta più avanti a sinistra (proseguire dritto), arrivando alla piccola frazione Coste, dove si trova una azienda agricola con agriturismo.
- Si arriva ad una strada, da seguire a destra in discesa, fino ad arrivare ad una grossa strada asfaltata, dove subito a destra si trova il parcheggio denominato “Tommasi 2”. Tempo: circa 2h se non ci si perde, faticoso.
Se non si possiedono gradi elevati di arrampicata, è consigliabile portare 2 staffe e un furbo lungo per rinviare i fix a distanza (soprattutto la parte alta).
I CONFINI DEL PENSIERO
Soste attrezzate su due fix da 8mm x 60mm, in qualche caso con aggiunta di un terzo fix da 10mm x 90mm con anello di calata, una sosta con aggiunta di una clessidra. Nei tiri fix da 8mm x 60mm e due chiodi, qualche fix ha dei cordoni per proteggersi più facilmente.
OLTRE I CONFINI DEL PENSIERO
Soste attrezzate con due fix da 10mm, di cui uno con anello di calata. Nei tiri fix da 10mm. Utile una serie di friend.
PRIMI SALITORI
I confini del pensiero
-I tentativo 10/09/22, i primi due tiri, passando da una cengia laterale (attacco poi abbandonato).
Alessandro Ceriani, Alessandro Pelanda, Walter Polidori.
-II tentativo 18/09/22, il III tiro + qualche metro del IV tiro.
Alessandro Ceriani, Alessandro Pelanda, Walter Polidori.
-III tentativo 29/10/22, il IV e V tiro.
Alessandro Ceriani, Said Taghipour, Walter Polidori.
-IV tentativo 07/11/22, aperto I tiro diretto, sistemata chiodatura tiri II, III, IV, aggiunta corda fissa.
Alessandro ceriani, Said Taghipour, Walter Polidori.
-Termine via 24/06/23 Alessandro Ceriani, Said Taghipour, Walter Polidori, con bivacco alla sosta del VI tiro, per rimozione corda fissa il 25/06/23.
Oltre i confini del pensioro
-21/09/24 Alessandro Ceriani, Said Taghipour, Walter Polidori, Gianmaria Romanò. Apertura in parte dall’alto.
I CONFINI DEL PENSIERO
Difficoltà: 7a+ max., oppure 6a+ e A2 (gradi da confermare).
Proteggibilità: S1-S2.
Sviluppo: circa 170m.
OLTRE I CONFINI DEL PENSIERO
Difficoltà: 7b max., oppure 6c e A2 (gradi da confermare).
Proteggibilità: S2 nella parte finale.
Sviluppo: +50m, totale circa 220m.
Disponibili solo informazioni su una via che si trova sul grande ed evidente spigolone sulla sinistra della parete: Dulcis in Fundo, Parete Incantata, di N. Tondini - A. Mangano - C. Cuoghi, del 1996. Vedere:
- www.oltrelavetta.com
- Arrampicare in Val d’Adige – Monte Cimo.