Coral Climb, Marco Preti l'arrampicata, il viaggio, il cinema e la vita

In Coral Climb (Edizioni Mare Verticale) Marco Preti alpinista, climber e regista racconta i suoi mille viaggi e avventure intorno al mondo per scalare, filmare e vivere.

Tutto d'un fiato. Si legge così Coral Climb, quasi senza respiro. Come un film che ti incolla alla sedia. Sarà che per Marco Preti, regista e documentarista di lungo corso, nonché autore di questo libro, il cinema è tutto? O sarà perché è anche un climber e un alpinista di gran valore? Né l'uno né l'altro, anche se entrambe le cose sono vere e contano molto in questo racconto-viaggio autobiografico. La verità, forse, è che questo libro parla soprattutto di un'indole, quella che nasce dalla curiosità e dalla passione innata per l'avventura. Racconta, insomma, di una sorta di richiamo della foresta a cui uomini come Marco Preti non riescono a resistere. Anche se questo da solo non sarebbe sufficiente a soddisfare la premessa e non staremo qui a parlarvi di questo libro se lo stile con cui sono raccontate queste storie e queste avventure non fosse di quelli ispirati. Di quelli mozzafiato.

Ma non basta. Perché ciò che colpisce è anche il ritmo del racconto che somiglia da vicino appunto ad un film. Con un grande “montaggio”, verrebbe da aggiungere, che mescola suspence, ironia, incontri, personaggi e colpi di scena con una piccola vena di romanticismo. Il tutto per trasportare il lettore in un lungo giro attorno al mondo. Anzi nei posti più impensati, strani e anche affascinanti del mondo. Un viaggio però che non ha inizio prima di quel fondamentale prologo che vede il piccolo Marco scoprire la montagna, con il papà e il suo amico di escursioni, e insieme anche un po' di quel se stesso che l'accompagnerà per tutta la vita.

E' così che, ancora adolescente, vede “La sfida del terzo uomo” film della Disney che parla della scalata di una grande montagna (in realtà il Cervino). E' una sorta di illuminazione e di amore a prima vista per l'alpinismo ma anche per il cinema. Quasi una premonizione. Subito dopo, infatti, c'è la grande scoperta dell'arrampica che in quegli anni, a cavallo tra i '70 e '80, sta lanciando la sua sfida “moderna” anzi “sportiva”. Non si risparmia niente Marco. Dalle prime importanti ascensioni anche solitarie. Ai viaggi americani a Yosemite (prima italiana della via Salathe su El Cap). Alle salite sul Monte Bianco (prima italiana alla via America all'Aiguille du Fou). Alla Nord del K2. Alle prime gare di arrampicata sportiva di Bardonecchia (dove vincerà la prova di velocità) e di Arco. Fino a trovare la sua strada definitiva quella che sposa la sua passione per l'arrampicata, l'avventura e l'esplorazione con la sua passione per il cinema ma anche con il viaggio e il “racconto”.

Così si passa dalla Montagna di Corallo delle Seychelles alle pareti della Tailandia . Dall'Antartico al Monte all'Alaska. Passando per il Monte Kenya, la Polinesia, il Madagascar, la foresta del Congo. E ancora la Mongolia, le grotte del Messico, Papuas, il Caucaso e il Ruwenzori... Un tour senza fine in cui un ruolo fondamentale hanno sempre i compagni di viaggio. L'imperdibile troupe della Coral Climb (la casa di produzione di Preti). Come l'incredibile ciurma del Pelagic a metà tra alpinisti e lupi di mare. Oppure la band dei CSI con i mitici Giovanni Lindo Ferretti e Massimo Zamboni.

Per non parlare dei tantissimi alpinisti che Marco ha incrociato o con cui si è legato: un piccolo escursus dell'alpinismo italiano (e non) che contempla Riccardo Cassin, Alessandro Gogna, Ron Kauk, Ben Laritti, Marco Pedrini, Sergio Martini, Fausto De Stefani, Agostino Da Polenza, Marco Bernardi, Gino (alias Angelo) Seneci e moltissimi altri. E poi c'è lui il professor Giuseppe de Coriolis o meglio l'incredibile Andrea Gobetti nelle vesti del personaggio di due film di Marco Preti. Pazzesco e imperdibile!

di Vinicio Stefanello

info: Edizioni Mare Verticale

Marco Preti: www.coralclimb.com




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