Tra cime e pareti dimenticate

In questo mese d'agosto Silvano De Zaiacomo e Ivo Ferrari hanno effettuato la prima ripetizione della “Via della rampa” aperta nel 1985 da Ilio De Biasio e Sandro Bortoluzzi sulla parete Est della Croda Granda, Pale di San Martino, Dolomiti. Il racconto e le emozioni della salita di Ivo Ferrari.
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Sulla “Via della rampa”, parete Est Croda Granda (Pale di San Martino, Dolomiti)
arch. Ivo Ferrari
Una parete e una via dimenticate, o quasi, in quel solitario paradiso di roccia e cielo che sta nel mezzo della catena meridionale delle Pale di San Martino. Una giornata bellissima. Di quelle che solo la montagna “fuorimano” sa regalare. Questo hanno vissuto Ivo Ferrari e Silvano De Zaiacomo sulla Est della Croda Grande. Una felicità “semplice”, che riempie. Fatta proprio di quella gioia che tutti gli alpinisti sognano, cercano e vogliono vivere in parete.


CIMA GRANDA. E' proprio bello scalare!
di Ivo Ferrari


“Ciao Ivo, allora ci fai una serata quest’autunno?”…”No! Non saprei cosa dirvi, ho un sacco di foto, ma...”. Sto camminando ancora una volta verso una cima, il mio compagno, reclutato all’ultimo momento, mi segue silenzioso, fidandosi della mia proposta. Mi segue guardandosi in giro… Cime fuori mano, linee sconosciute e mai più riprese. Tutt’intorno il silenzio, quello vero, solo il rumore dei nostri passi, il profumo del bosco, del terreno ancora bagnato dalle torrenziali piogge delle scorse settimane, due persone solamente, Silvano ed io.

Da Agordo la Croda Granda è ben visibile. Lontana ma visibile. La sua parete Est ricca di colate nere e strapiombi gialli è nella mia testa da parecchio tempo. Nel 2000 con un giovane Amico ho tracciato una via all’estrema destra, 450 metri di puro divertimento. Ora voglio salire lungo la “Via della rampa”, aperta da Ilio De Biasio e Sandro Bortoluzzi nell’ormai lontano 1985 e non ancora ripetuta: difficoltà “classiche“ e chiodatura inesistente lungo i 600 metri dell’evidente percorso.

Questa volta non ci siamo dimenticati i Friends come nella scorsa uscita, dove su una via allo Spiz di Mezzo si scalava da sosta a sosta, senza poter mettere niente, perché qualche birichino si era divertito a schiodare le lunghezze della via (non vi dirò la via, per non togliere il gusto dell’andare per monti), ora posso salire giocando con i costosi “amici”.

Le lunghezze si susseguono su roccia fantastica, un vero peccato che certe salite siano dimenticate?   Forse certe salite per rimanere “uniche” devono essere dimenticate... Arriviamo all’evidente rampa e ci fermiamo su un ottimo terrazzino ricco di fiori dai mille colori, il profumo che sprigionano mi fa chiudere gli occhi e pensare… che bello che è arrampicare…

Sopra una fessura color oro mi aspetta, quinto, sesto grado, non so e non mi interessa, voglio solo allungare le mie braccia e salire verso il Cielo sempre più azzurro. Salgo, lentamente, cercando il movimento più bello, cercando di sentire tutto il corpo allungarsi, distendersi e godere del gesto... metto un Friends, allargo le gambe in spaccata, salgo…

Poveri chiodi, usati decine di volte, maltrattati come si deve... il martello prepara la sosta,  facendovi suonare quella musica sublime che significa che state lavorando, state entrando nella roccia fieri di fare il vostro dovere, anche voi, che non vi chiamate “amici”... lo siete!

Il compagno mi raggiunge contento, mi confessa che non credeva ci fosse una così bella via su questa Montagna... mi riempie il Cuore.

Avanti tutta, le lunghezze si susseguono, una più bella e caratteristica dell’altra e… è un peccato essere seduti sulla cima, un peccato che tutto non possa durare all’infinito, ma è giusto così, oggi è stata una giornata ricca di emozioni e, ora a valle mi aspettano due piccoli bambini e la loro madre... mi aspetta la classica birra e lemonsoda, pannolini e ninne nanne!

Silvano De Zaiacomo, Ivo Ferrari
In un agosto di tanta acqua!



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