Pale di San Lucano: Via dei Popi in azione + nuova variante per Jacopo Biserni e Arturo Dapporto

Il report di Jacopo Biserni che il 16 settembre 2018 insieme a Arturo Dapporto ha provato a ripetere la 'Via dei Popi in azione' sulla Prima Pala di San Lucano in Dolomiti. Il risultato 'più o meno volontariamente' è stata una bella variante al tracciato aperto nel 1992 da Lorenzo Massarotto e Danilo Zonta.
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Prima Pala di San Lucano: Jacopo Biserni e Arturo Dapporto sulla Via dei Pòpi in azione + nuova variante
Jacopo Biserni, Arturo Dapporto

Durante la settimana che precede il weekend del 15 e 16 io, Jacopo Biserni, e l'amico e compagno di cordata Arturo Dapporto, abbiamo deciso di sfruttare al meglio l'ultimo fine settimana buono per entrambi per una bella avventura in Dolomiti. Dopo varie proposte ed idee che ci vengono in mente decidiamo di andare nelle Pale di San Lucano dove ero già stato l'anno scorso per salire il Diedro Casarotto-Radin allo Spiz di Lagunaz, mentre per Arturo è la prima volta.

Così partiamo dalla Romagna affascinati e anche un po' intimoriti dal carattere selvaggio di quell’ambiente ma proprio per questo motivati e pronti ad una sicura "avventura".

Durante il viaggio scegliamo insieme di andare alla Prima Pala, decidendo di ricercare una vecchia via aperta da Lorenzo Massarotto e Danilo Zonta nel 1992 a sinistra del Pilone Titan: la Via dei Popi in azione.

Prendiamo le uniche informazioni disponibili dalla guida di Ettore De Biasio che offre uno schizzo della via fatto dallo stesso Massarotto ed un tracciato disegnato su una immagine della parete. La relazione parla di due sole ripetizioni nel 2005 e nel 2008 che presumibilmente, data la scarsità di informazioni e la chiodatura pressoché assente, potrebbero essersi discostate anche significativamente dal tracciato originale.

La mattina del 15 ancora al buio e dopo un bel temporale nella nottata risaliamo il boral della Besauzega, l’intenzione è di attaccare la via ma troviamo ben presto qualche difficoltà nel reperire l’attacco giusto. Risaliamo troppo il sentiero e ci rendiamo conto che i tempi per la ripetizione della via si sono molto ridotti, perciò decidiamo di proseguire nel cammino e recarci al bivacco Bedin per riposare e asciugarci. Dal bivacco il panorama sull’Agnèr, il Civetta e la Molazza è impareggiabile, le nuvole ci mostrano timidamente pareti sulle quali speriamo un giorno di poter posare le mani.

Ritentiamo la mattina seguente, ridiscendendo dal bivacco e trovando finalmente l'attacco descritto da Massarotto situato su una grande cengia dove si trovano dei pini sotto la verticale di un grande diedro giallo e nero posto a circa 100m d'altezza rispetto all'attacco.

Siamo certi di aver individuato il primo tiro solo dopo aver percorso i primi 50m ed aver trovato il chiodo di sosta lasciato da Massarotto, a destra di una fessura a falce sotto ad un piccolo diedro che rappresenta l'inizio del secondo tiro. Saliti i successivi 50m della seconda lunghezza, arriviamo sotto al famigerato diedro giallo e nero che permette di orientarsi in questa prima parte della via. La sosta è totalmente da attrezzare come molte successive.

Da questo punto perdiamo l'itinerario originale di Massarotto che in seguito capiremo essere andato più a sinistra rispetto a noi. Inizia da qui quella che poi sarà una variante più diretta puntando dritti a dei tetti che, superati poi a sinistra, permetteranno l'accesso al canale detritico che divide la spalla sinistra del Titan dalla spalla dove corre la "via dei Fratelli" de Biasio.

In questo canale riprenderemo poi la via originale che dopo una lunghezza di corda che porta sul terrazzo della spalla di sinistra, percorre gli ultimi tiri in comune con la Via dei Fratelli.

Non mi dilungo troppo sulla descrizione dei tiri che sono evidenziati nello schizzo, dico solo che la variante è costituita da 5 lunghezze indipendenti ed è caratterizzata nella parte centrale dal superamento di una placca meravigliosamente lavorata a buchi che abbiamo valutato di VII grado dove abbiamo lasciato 2 cordini in clessidre, e da un successivo diedrino dall’arrampicata faticosa e tecnica. Per permettere l’orientamento abbiamo lasciato alcuni cordini nelle clessidre delle soste di S5 e S6 oltre a quelli citati nella placca del quinto tiro. Lungo i tiri abbiamo usato invece solo protezioni veloci.

Ripensando alla bellezza del luogo percorso, una volta a casa abbiamo deciso di adoperarci per creare una relazione ed uno schizzo più o meno dettagliati dell’itinerario per dare la possibilità ad altri alpinisti di avere qualche punto di riferimento in più sulla parete, anche se crediamo che il carattere esplorativo, quasi misterioso a volte, degli itinerari tracciati su queste pareti permanga, così come è rimasto a noi l’interrogativo sull'itinerario originale percorso da Massarotto.

di Jacopo Biserni

SCHEDA: Via dei Popi in azione + variante Pale di San Lucano, Dolomiti




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