Everest, la stagione primaverile in Nepal finisce ancora prima di iniziare

Tutte le più importanti spedizioni commerciali che operano sul versante Nepalese dell'Everest hanno terminato le loro attività e stanno rientrando a Kathmandu in seguito alla valanga del 18 aprile 2014 che ha causato la morte di 16 Sherpa.
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La triade del Khumbu: da sx Everest, Lhotse e Nuptse
Simone Moro
Anche se l'Everest è ancora ufficialmente aperto secondo un comunicato stampa, rilasciato dal Ministero del Turismo Nepalese giovedì 24 aprile, il versante sud della montagna è, a tutti gli effetti, chiuso all'arrampicata. Negli ultimi giorni una spedizione commerciale dopo l'altra ha infatti scelto di non tentare più la montagna e ha iniziato a smantellare Campo Base e rientrare a Kathmandu. Senza il sostegno collettivo di queste grandi spedizioni e degli Sherpa, ai quali viene affidato il lavoro di fissare la via attraverso l'Icefall e verso il Colle Sud, la montagna è effettivamente off-limits per tutti tranne gli alpinisti più esperti. Stando a questi ultimi sviluppi, sembra che questa potrebbe diventare la prima stagione da quando l'Everest è stata salito per la prima volta il 29 maggio 1953 da Edmund Hillary e dello Sherpa Tenzing Norgay in cui, chi vuole salire in cima, dovrà fare a meno del fondamentale supporto degli Sherpas.

La decisione presa dalle spedizioni commerciali di annullare la stagione primaverile arriva ovviamente in seguito alla tragica valanga del 18 aprile che ha ucciso 16 Sherpas e sembra essere stata influenzata da una serie di fattori diversi. Nei giorni immediatamente dopo la sciagura tutti a Campo Base hanno osservato un periodo di inattività di 4 giorni per onorare i morti, e mentre il dolore iniziale si è trasformato in rabbia, un ultimatum mirato a migliorare le condizioni di lavoro degli Sherpa è stato dato al governo Nepalese. Mentre nella capitale del paese si susseguivano gli incontri ufficiali, testimoni hanno raccontato di numerosi Sherpa che comunque lasciavano la montagna perché volevano che la stagione fosse abbandonata in toto come segno di rispetto nei confronti dei loro colleghi morti. In un ultimo tentativo di mobilitare il sostegno della comunità Sherpa, giovedì 24 aprile Bhim Acharya, il ministro del turismo Nepalese, si è finalmente recato a Campo Base del Everest e ha promesso, tra le altre cose, di prorogare fino a 5 anni i permessi concessi per salire la montagna nella primavera 2014.

Nonostante le importanti questioni economiche, il desiderio di rispettare i morti e le reali preoccupazioni di sicurezza legate al continuo pericolo del seracco, molti credevano che una soluzione potesse ancora essere trovata, ma altri fattori, ben più sinistri, sono intervenuti. Risultano infatti numerose segnalazioni di Sherpa che volevano continuare a lavorare ma che hanno ricevuto gravi minacce da una piccola frazione di estremisti - forse legata a gruppi Maosti e senza alcun legame con la valle del Khumbu che ospita l'Everest - che ha utilizzato la tragedia come pretesto per guadagnare influenza politica.

Questi ultimi sviluppi sono evidentemente molto preoccupanti e le implicazioni di un versante sud in balia di una minoranza di attivisti sono enormi. Uno scenario di questo tipo certamente non fa presagire nulla di buono per il futuro delle salite sull'Everest e quindi per tutto il popolo Sherpa che, come ha ricordato Simone Moro nella nostra intervista, trova nell'alpinismo un 'importantissima fonte di lavoro.


VALANGA SULL'EVEREST

23/04/2014 - Everest: Sherpa lasciano il Campo Base, incerta l'intera stagione alpinistica primaverile
20/04/2014 - Valanga sull'Everest: stop alle operazioni di soccorso
19/04/2014 - Valanga sull' Everest: intervista a Simone Moro
18/04/2014 - Tragica valanga sull'Everest, numerose le vittime





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