Paretone Express Via Iurisci - D'Amico - Vetta Orientale del Gran Sasso

Cristiano Iurisci
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Paretone Express Via Iurisci - D'Amico: Iurisci parte sullo zoccolo, un puntino sull'immensità della parete (archivio C. Iurisci - E. D'Amico)
Planetmountain
Bellezza
Primi salitori
Cristiano Iurisci e Emanuele D'Amico, 24 agosto - 15 e 16 settembre 2014
Autore scheda
Cristiano Iurisci
Versante
Nord-Est
Lunghezza dislivello
1300m (+ 300m finali del canale Jannetta)
Quota
2720m
Difficoltà
ED-, con pass. fino al VI

Percorso



La via sale dal basso l’imponente parete Nord-Est della Vetta Orientale, il Paretone, in modo diretto, risalendo logicamente il grande colatoio centrale del Paretone. Dopo circa 850m di parete, la via si ricongiunge con il Canale Jannetta all’altezza del terzo pilastro (pochi metri sotto la rampa della cengia obliqua, 2350m). Si esce per canale Jannetta (400 metri, I, II, passi III-), fino a sbucare sull’Anticima Nord (2720m). Si tratta di una lunga salita svolta in un grandioso ambiente e con suggestivi panorami, di grande impegno, non tanto per la difficoltà dell’arrampicata ma per la lunghezza dell’itinerario, il contesto in cui si svolge e le possibili vie di ritirata, caratteri che richiedono un meteo stabile e l’assenza di precipitazioni. Risalendo il colatoio principale del Paretone, in presenza di piogge, la via si trasformerebbe difatti in un autentico “fiume in piena”. Tassativo è attaccare la via a fine stagione (agosto) per la presenza di grossi nevai sullo Jannetta che potrebbero scaricare rocce e ghiaia sul colatoio, oltre a costante acqua di percolazione.
Le soste a chiodi della parte inferiore sono tutte provviste di cordoni e maillon di calata, che rendono possibile in ogni momento un dietro-front. Nella parte superiore, l’imponente colatoio al di sopra del grande salto centrale, tranne che per le prime due lunghezze, le soste sono invece da integrare. La forza delle piogge e delle slavine in parete, determina tuttavia un veloce deperimento dei materiali. L’intento esplorativo della via emerge anche dal punto di vista geologico per la diversa qualità della roccia incontrata e per la configurazione della stessa: dal calcare compatto e bianco, slavato dall’acqua e dalle valanghe, a quello intervallato da lunghe fasce violacee di selce; dalla compatta ghiaia rocciosa della fascia rossa inferiore, ai diedri e le fessure quasi granitiche, agli strapiombi e placche con roccia friabile che richiedono un’arrampicata attenta e delicata.
Accesso generale
Da Casale San Nicola, 850 slm, si parcheggia in prossimità di uno slargo erboso in vista del viadotto autostradale che passa sopra al paese stesso, 2-300 metri oltre (a destra) di un piccolo ponticello (ruscelletto) che taglia il centro storico del piccolissimo paese. Accesso
Si risale la ripida stradina appena percorsa in macchina (100m), quindi si devia a destra (salendo dal parcheggio) ad una stradina ancora asfaltata, ma stretta, che sale ripida a destra del ruscello di cui sopra. Poche decine di metri e la strada si fa di cemento (nei pressi una fontana) e alcuni segni di vernice bianco-rossa indicano il sentiero. Si prosegue senza possibilità di errore su strada sempre più sconnessa, superando piccola fontana con cappella (980m ca.), fino a 1100m circa (splendide vedute sulla paretone NE del Gran Sasso) dove si incontra un bivio. Si prende a sinistra verso la presa acquedotto e relativa infrastruttura (a destra la strada prosegue verso la vicinissima e piccola chiesetta di S. Nicola per poi salire fin verso i Prati di Tivo).
Superata la presa dell’acqua il sentiero piega a sinistra in piano (esposto e bagnato), quindi sale con un paio di svolte a raggiunge il vicino crinale boscoso da dove si in contra un sentiero che viene da sinistra (da Fonte Nera). Si prosegue più o meno sempre sul filo del crinale su traccia a volte evidente a volte meno fino a che la cresta si fa sottile con arbusti (tratto delicato, 1170m ca). Si prosegue ancora brevemente sul crinale fino a quota 1200m ca, quando si devia a destra, per tracce appena visibili e su bosco non ancora ripidissimo (più a monte si fa ripido). Si traversa lungamente a destra, si supera un fosso (circa 5min dalla cresta-crinale), quindi ancora a destra e in leggera salita si raggiunge un largo crinale boscoso, (15 min dalla cresta-crinale). Per via intuitiva in leggera salita, ma sempre in traverso, si raggiunge una sterrata (1240m ca). La si segue brevemente a destra fino a raggiungere il vicino ed evidente fosso pieno di massi bianchi dell’enorme colatoio che proviene dalla base del Paretone. Si prende a salire a sinistra di questo per tracce e bosco intricato per uscire fuori dal bosco a quota 1340m. Per prati e grossi massi si raggiunge la base della parete (1415m), 1h40/2h da Casale S. Nicola. Itinerario
L1: Si attacca a destra dal nevaio, ad una rampetta (II) che permette di risalire da destra verso sinistra il grande zoccolo che rimonta i grandi tetti iniziali sopra il nevaio e raggiungere, spostandosi nuovamente verso destra una fascia rocciosa rossa, alla cui base si sosta (70m, II passi III).
L2: Risalire la placca rossastra di roccia ghiaiosa ma compatta con passi di aderenza prima verso sinistra (8m 2 ch. tolti, IV+), poi dritto, 5m (V-, 1ch. tolto) poi a destra su una placca slavata a puntare su placca più semplice e articolata (passo V all’inizio, poi IV), fino a raggiungere un ripiano; si punta a salire la roccia che si fa compattissima e bianca su cui si trova la sosta sulla destra, (2 chiodi, un dado incastrato, cordone e maillon di calata). 40 m, V.
L3: Salire brevemente la placca grigia, puntando ad un primo tetto, lo si supera (V+, ch.), quindi a sx a supera un secondo tettino (VI-, 1ch con fettuccia). Rimontato il quale (1ch.) si sale verso destra su un terrazzino, quindi si traversa a sinistra ad uno spigolo (ch., 8-10 m IV), si sale ad una facile e bianca placca appoggiata fino a un ripiano che si percorre verso destra fino alla sosta (2 chiodi, cordone e maillon di calata). 45m, V+/VI-.
L4: Traversare verso destra la fessura orizzontale e poi salire per placchetta (ignorare il chiodo con cordino presente più a destra su una placca friabile, lasciato durante la prima salita del tiro), rimontando una pancia verso destra (V-, ch. tolto) e salire su un piccolo ballatoio (arbusto). Salire verso sinistra su placca (V, ch. tolto) puntando a una lama staccata ma solida. Aggirarla per immettersi in un diedro-camino che si rimonta (8m, delicato, V+), rimontare una scaglia più piccola e meno solida della precedente (friend, V+), a proseguire su placca delicata a immettersi a destra su un piccolo ripiano dove si sosta (1 ch., integrare con friends 1 e 3). 40m, V+.
L5: Risalire il diedro sovrastante per circa 10 metri (IV, friend), quando possibile traversare decisamente a sinistra (ch. tolto) e salire la bianca placca sopra la quale si trova la sosta (2 chiodi, cordone e maillon di calata). 30 m, IV.
L6: Risalire una bella e facile placca bianca, levigata dall’acqua e dalle slavine e intervallata da fasce orizzontali di selce, le quali offrono dei solidi appoggi, 40m, II, passo III+, raggiunto un ripiano si sale una fascia verticale, che si attacca da destra (III), andando a sostare appena a monte (sosta 2 chiodi e cordone con maillon di calata). 60m, III+.
L7: Proseguire verticalmente per circa 8 metri, salire poi in diagonale verso sinistra puntando a un tetto che si rimonta sul suo margine destro. Salire ancora per placca articolata e piccoli strapiombi (V continuità, passo V+) fino a incontrare sulla destra un’altra lunga placca appoggiata con fasce di selce orizzontali simile a quella della lunghezza precedente ma più verticale. Rimontarla e sostare (2 chiodi, cordone e maillon di calata). 55 m, V+.
L8: Proseguire per facili placche (20m, III), quindi si punta (15m II) a superare la piccola bastionata sulla sinistra in direzione di un diedro grigio chiaro . Lo si supera (15m, IV) per uscire su facile placca a monte dove si trova la sosta (2 chiodi, cordone e maillon di calata). 50 m, IV.
L9: Superare la lunga placca appoggiata sfruttando i punti più deboli. Sostare a fine corda (2 chiodi, cordone e maillon di calata) 60 m, II, III, passo IV.
L10: Traversare verso destra (10m, II) fino ad incontrare un breve diedro che si rimonta (10m passo III) giungendo al grande ripiano sotto il salto centrale della via. Si supera a destra un invitante diedro grigio (possibile variante più facile rispetto al prossimo tiro?), e si prosegue ancora (20m) per facili placchette fino alla base di un diedro fessura più a monte dove si sosta (1h. lasciato). 60 m, II passi III.
L11: Il superamento della “cascata” centrale costituisce il tiro chiave della via in quanto permette di rimontare il grande salto che sbarra i ripiani mediani del Paretone. E’ la lunghezza che richiede maggior concentrazione a causa della qualità della roccia, con sassi pericolanti e tuttavia passaggi tecnici. Attaccare il diedro-fessura leggermente strapiombante (passo V) e rimontare la placca fessurata alla sua destra fino al suo termine e uscendo da un breve camino, fin qui 18m). Prendere il diedro giallo-nero e verticale sulla sinistra e salirlo (10m, passo V, friend, 1ch. tolto) fino a rimontare su uno sperone. Salire verso destra (8m, V) su diedro e placca con roccia instabile, quindi uscire a sinistra di uno speroncino (passo VI) ed esposizione, proseguire verticalmente (8m, V+, friend) fino a che la parete diviene meno verticale. Con piccolo traverso a destra è possibile e uscire sul ripiano dove si sosta su 2 chiodi (da controllare). PS: Data la lunghezza e l’impegno che richiede il tiro, allungare bene le protezioni per evitare gli attriti. 50m, V, VI, pericoloso.
Ci si trova ora sul grande ripiano centrale del Paretone. In alto a sinistra è visibile la farfalla, al centro spuntano i pilastri e in alto sulla destra è ben visibile il colatoio, la parte superiore della via. Proseguire ora per linea logica in direzione del colatoio. 150 m, II passi III. Varie possibilità di bivacco.
L12: Attaccare il colatoio su rampa-camino appena a destra di un nevaio posto alla sua base. Salire il camino con passi di IV (25m, ch. lasciato) quindi proseguire verso sinistra e puntare a una placca (passo IV) sovrastata da un masso e una selletta, al di sotto della quale si trova la sosta (2 chiodi, cordone e maillon di calata). 50 m, IV.
L13: Rimontare la placca puntando a uno spigolo che si supera a sinistra (passo V, ch.). Proseguire per placca (III) fino a fine corda. Sosta con 2 chiodi, cordone e maillon di calata. 60 m, V.
L14: Puntare al diedro fessura leggermente strapiombante che si ha di fronte. Attaccare la fessura (passo V+, roccia mediocre) e poi traversare a destra su placca su roccia buona (8m IV), (oppure rimanere in fessura su difficoltà più sostenute), e rimontare il ripiano sovrastante (IV) quindi a sinistra in direzione di una nicchia strapiombante dove si sosta (2 ch. tolti). 35 m, V+.
L15: Attaccare e salire da sinistra a destra il grosso camino-fessura strapiombante con roccia all’inizio bagnata e instabile, si rimonta il forte strapiombo, (5m, VI , friend, 1ch) su grosse scaglie incastrate ma solo apparentemente instabili; si esce a destra (VI) a rimontare lo spigolo (ch. su placca appena a monte), quindi dritti su fessura(passo VI-, friend) a raggiungere un piccolo ripiano dove si sosta (1 ch. lasciato). 15 m, VI.
L16: Puntare verso sinistra un evidente diedro fessurato che si segue per 15m (IV+), quindi superato uno strapiombetto (passo V+, ch.), si abbandona il diedro che prosegue verticale per uscire a rimontare lo spigolo a destra (passo VI-, ch.). Ancora poco a destra (V-), quindi dritti per placca (10m) fino a una cengetta dove si sosta (2ch., di cui 1 tolto)  alla base di rocce scure e verticali, alla base di una evidente e largo placca-rampa ascendente verso sinistra. 35 m, VI-.
L17: Forse il tiro più bello. Dalla sosta salire traversando in diagonale verso destra e portarsi al centro di una bellissima e scura placca articolata con scaglie e fessure quasi granitiche (varie clessidre). Salire con passi di V, continuità e grande esposizione. Raggiungere il diedro di uscita sulla destra, rimontarlo (passo V+) e sostarvi al di sopra (2 ch. tolti). 40 m, V+.
L18: Superare i gradoni fessurati sulla sinistra e poi traversare in diagonale verso destra, lasciandosi sulla sinistra il liscio sifone del colatoio. Salire la placca (passi III+) e traversare nuovamente verso sinistra fino a un piccolo ripiano dove si sosta (2 ch. tolti). 50 m, III+.
L19: Continuare in modo intuitivo sfruttando i punti deboli del colatoio. 50 m, III.
A questo punto si continua a risalire il colatoio per circa 100 metri con difficoltà contenute di II e passi di III su roccia sempre compatta fino alla base di un salto più verticale.
L20: Salire un’ultima placca articolata per linea logica. 40 m, III+/IV. Si esce così sul canale Jannetta in corrispondenza della base del terzo pilastro e vi si sosta. Discesa
Il Canale Jannetta sbuca sull'anticima N Vetta orientale (2720m). Si prende la cresta in discesa (via ferrata Ricci, bolli bianco-rossi) parzialmente attrezzata con cavi metallici conduce (35-45min) al Rifugio Franchetti (2433m, gestito). Ancora per semplice sentiero si scende fino alla madonina (2007m, 40min) dove si trova stazione superiore funivia. Ora vi sono due possibilità: la prima è scendere a destra e tornare a Casale S. Nicola, 1100m più in basso, ma con sentiero non semplicissimo e non fattibile di notte, oppure si piega a sinistra verso gli evidenti alberghi dei Prati di Tivo (1420m, 1h30') su tracce evidenti di sentiero che passa sotto i piloni della funivia (questo però comporta una seconda macchina lasciata in loco). Materiale
Completa attrezzatura alpinistica. Serie di friends fino al 3, nuts, 8-10 chiodi.




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Quota
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