Aldo Valmassoi, solitario sci esplorativo in Dolomiti

Intervista a Aldo Valmassoi, forte sciatore di Domegge di Cadore che nelle Dolomiti ha sciato da solo diverse nuove prime discese.
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Aldo Valmassoi, maestro di sci di Domegge di Cadore, Dolomiti
archivio Aldo Valmassoi

Solo nella stagione 2018 il 30enne maestro di sci di Domegge di Cadore Aldo Valmassoi ha aperto in solitaria 12 nuove linee sciate integralmente, dai 45 ai 55 gradi di pendenza, con sviluppi dai 400 ai 900 metri di dislivello, sulle montagne tra le più famose delle Dolomiti tra Antelao, Cristallo, Tofana, Spalti di Toro e Cadini di Misurina. Le ultime 5 nuove linee, tutte tra i 500 e i 900 metri, sono state sciate tra marzo e aprile sulla Croda Cuz di Cibiana, una montagna poco frequentata e di cui si sente poco parlare.

Aldo, come sono nate queste linee sul Croda Cuz di Cibiana?
Ci passavo davanti tutti i giorni, la montagna era bella bianca e da subito ha catturato la mia attenzione. In più, è poco frequentata e questo è la cosa che più mi affascina. Mi sono disegnato in testa delle linee, non capivo con il mio binocoletto se erano tutte sciabili o meno, così nei giorni di riposo sono salito ed una alla volta le ho sciate. Non mi interessava la difficoltà, volevo godermi l'avventura. Come tutte le volte in cui salgo per fare qualcosa di nuovo, anche in quei giorni non sapevo esattamente cosa avrei trovato ma ero disposto a sciare qualsiasi cosa, dalla linea più facile a quella più estrema. E così è stato, mi sono divertito.

Immaginiamo ti siano piaciute. Erano difficili?
Certo che mi sono piaciute! Io amo sciare e stare là fuori, è stato fantastico come sempre. Ho passato molti giorni ad esplorare questa montagna, sono successe cose bellissime lassù e ho passato anche il mio trentesimo compleanno con i miei amici sulla cima in una giornata di sole. Le discese non le ho trovate difficili, anche se comunque mi hanno impegnato. Il più delle volte ho trovato terreno sconnesso e ghiaccio, soprattutto due di queste perché le ho sciate praticamente al buio nel tardo pomeriggio, e in molti tratti non è concesso sbagliare.

Cosa ci dici allora più concretamente di quest cinque linee sul Croda Cuz di Cibiana?
Innazitutto mentre salivo avevo notato che il versante è molto esposto al vento e le condizioni erano spesso instabili, soprattutto la prima parte della linea centrale, con un pendio aperto che va a chiudersi ad imbuto prima dell'inizio del lunghissimo canale che porta fino in fondo. Potrebbe essere utile una corda per superare un salto di roccia. Anche nella seconda linea da destra il pendio fatica ad attaccarsi alla parete, quindi è facile trovare condizioni instabili, anche qui potrebbe essere utile la corda in due punti, a metà dove c'è un piccolo traverso su rocce per spostarsi nel secondo pendio nel caso di poca neve o ghiaccio, e alla fine di questo prima di immettersi nel largo canale finale che porta in fondo. Anche nelle ultime tre, più o meno dove si incrociano ho trovato qualche salto di roccia non facili da saltare perché la neve sotto era ghiacciata e molte rocce in superficie. Anche qui potrebbe essere utile una corda, dipende dalle condizioni. Comunque da nessuna parte sono presenti cordini, chiodi o attrezzatura da calata, non avendone fatto uso.

Ma avevi una corda con te per una eventuale calata?
No, non me ne ero portato una.

Qual è la linea più difficile che hai sciato quest'anno?
Mah, è difficile dirlo, la difficoltà di una discesa è data soprattutto dalla condizione che trovi in quella determinata situazione. Altrettanto importante è la tua motivazione e la tua condizione fisica e psicologica del momento: un giorno potrebbe risultarti facile un altro giorno magari estrema. Potremmo parlare della discesa che mi ha impegnato e spaventato di più, mi viene in mente una discesa sugli Spalti diToro che non superava i 50 gradi di pendenza, ma la pochissima visibilità e le condizioni non troppo stabili nei passaggi obbligati mi hanno dato gran filo da torcere.

Cosa cerchi quando vai a sciare?
Cerco l'avventura, cerco di godere appieno ciò che faccio. A volte ho bisogno di arrivare al mio limite, di trovarmi in situazione di paura e di doverla gestire, altre volte ho bisogno solo di sciare tranquillo e rilassato, senza nessun pensiero. Va a giornate.

E perché a volte da solo?
Principalmente perché non sapevo esattamente quando ci sarei andato, di solito so all'ultimo minuto se il giorno dopo sono libero, così vado e basta. Poi c’è da dire che provo una grande attrazione nell’andare da solo in montagna, soprattutto con gli sci, mi sento libero da ogni condizionamento, e più connesso con ciò che mi circonda. L'essere da solo là fuori mi permette di vivere più intensamente quei momenti. Anche con una maggiore consapevolezza di ciò che stai facendo.




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