IX Climbing World Championship Aviles: ad Eiter e Puigblanque il titolo Lead

Il 22/09 ad Avilés, Angela Eiter (Aut) e Ramón Julian Puigblanque vincono il titolo iridato di arrampicata Lead davanti rispettivamente a Muriel Sarkany (Bel) e Patxi Usobiaga (Esp). Flavio Crespi, unico italiano in finale, è 5°.
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Angela Eiter
Giulio Malfer

Avilés 22/09/2007

Chi dice che le gare di arrampicata si giudicano dalla fine in questo caso ha avuto ragione. E’ stata una bella finale, forse un po' troppo lunga ma bella. Soprattutto per questo pubblico – c’era proprio un “mare” di gente – appassionato e “caliente” com’è nei geni dello spirito ispanico. Tutti tifano per tutti, e tutti vogliono vedere conquistare il top. Cosa che, com’era nelle premesse, non è certo mancata.

C’era curiosità per come i tracciatori avrebbero spareggiato i conti dei numerosi pari merito delle seminali. Presto detto: il menù della finale ha riservato vie molto lunghe che esploravano tutte le sezioni della parete. Così le donne, partite per prime, hanno navigato prima sulla parete strapiombante per poi, dopo un bel lancio (riuscito a tutte e applauditissimo), passare al primo gran tetto grigio e quindi alla successiva placca che portava all’ancora più grande mare blu del tetto che, a sua volta, immetteva nell’ultima intensa sezione, quella del top.

Proprio in quella traversata finale, stile “a testa in giù”, hanno perso la rotta una dopo l’altra sia la slovena Natalija Gross (che prima aveva perso il suo prezioso sacchetto del magnesio) sia l’austriaca Katharina Saurwein. Ma, non c’è voluto molto per capire come si faceva a passare: subito dopo una determinatissima Maja Vidmar, proprio in quella sezione, ha dato sfogo a tutta la sua potenza andando fuori a cercare, e a trovare, il cielo del top con bloccaggi da paura. Brava (e si sapeva) la slovena e finalmente anche sorridente.

Dopo di lei la coreana Ja-In Kim finisce in anticipo la sua corsa a metà via. Mentre la basca Irati Anda si supera arrivando quasi alla fine del tetto. Ma, subito dopo, la giapponese Yuka Kobayashi, con una bella gara, la sorpassa affacciandosi alla zona finale. Come andrà a finire in molti lo sanno: ora tocca a Muriel Sarkany e poi alla campionessa del mondo uscente Angela Eiter, entrambe vengono da un percorso perfetto con tre vie risolte su tre, mentre la Vidmar è arrivata solo a toccare il top del primo giorno di qualificazioni.

Dunque: basta il top di una sola delle due per scalzare dal primo posto la slovena. Ma la sfortuna (quella della Vidmar) non ha limiti. Così sia la Sarkany sia la Eiter marciano regalmente, e con sicurezza, a risolvere la loro quarta via (su quattro) di questo Campionato. Morale: Vidmar è terza. Mentre l’assegnazione del titolo iridato viene rimandata (dopo tre giornate di gara) al tempo supplementare di una superfinale che le duellanti, la bega e l’austriaca, affronteranno dopo la gara maschile.

Quando entrano in scena gli 8 (magnifici) della gara maschile il pubblico è “caldo” al punto giusto, anche perché riempie l’arena come non si era mai visto. Anche per la finale degli uomini è stata preparata una via molto (ma molto) lunga che va dritta come una spada su per tutta la parete di sinistra, per poi prendere lo spigolo (lo stesso usato per le qualificazioni). Quindi, superato il tetto che sbarra la parte finale, si affronta una lunghissima traversata verso il top che è al lato opposto: è questo il crux, massacrante e infinito.

Inizia la tenzone l’applauditissimo giovane (16enne!) talento di casa Eric Lopez Mateos che arriva a spingersi avanti nella grande traversata finale, e poi cade. Più o meno stessa sorte tocca al (bravo) norvegese Magnus Midtboe che cade poco prima dello spagnolo. Così come lo svizzero Cédric Lachat che però viene giù perché gli si gira una presa e, giustamente, gli viene concesso di ripetere la prova dopo due turni di riposo.

Quando tocca a Flavio Crespi si sa già che questo sarà uno dei momenti clou della finale: Flavio è uno dei favoriti. E lo dimostra andando su sicuro, quasi come una macchina, lenta ma costante fino a metà traversata. Lì tenta un incrocio, ritenta e riprova ma non c’è niente da fare: è giù. Bella gara la sua. Merita tutti gli applausi del pubblico.

Applausi che diventano ovazioni quando entra il catalano Ramón Julian Puigblanque. Ramonet va su che sembra senza peso. E' anche veloce Ramonet. E il pubblico va (letteralmente) in delirio quando supera il punto dove è caduto Crespi, e poi continua sicuro verso il top. Sembra fatta, ma proprio l’ultima presa è quella che lo tradisce… lo stupore fa tremare lo stadio (impressionante!).

Ed è impressionante anche il “recupero” di Lachat che al suo secondo giro si spinge oltre Crespi e si avvicina all’ultima presa raggiunta da Puigblanque… ma non ce la fa. Però ora è al secondo posto provvisorio. Quando tocca a Tomás Mrázek chi lo conosce sa che può passeggiare la via, come trovare il modo di complicarsi la vita da solo.

Né l’uno né l’altro: va su sicuro il campione del mondo uscente e con la sua solita “falcata” ormai pare proprio possa “prendere” Puigblanque… ma viene giù esattamente nel punto raggiunto da Lachat. Il top, questa volta, continua a resistere. Anche all’assalto dell’attuale leader della Coppa del Mondo, l’olandese Jorg Verhoeven, che fa la salita “fotocopia” di Mrázek e Lachat.

Ora solo il basco Patxi Usobiaga può sbrogliare il rebus del top. Patxi, ovviamente, va su senza apparenti problemi. Si ferma a metà traversata per chiedere l’incitamento del pubblico: è un boato. Poi parte alla caccia del connazionale Puigblanque, arriva sul punto toccato da Mrazek, Lachat e Verhoeven, li supera: solo di un soffio però… e Puigblanque è il nuovo Campione del Mondo Lead (proprio lo stesso titolo che gli era “sfuggito” a Monaco!). L’argento è di Usobiaga, per una storica doppietta spagnola. Mentre sul terzo gradino del podio salgono Lachat, Mrázek e Verhoeven.

Per completare la festa non resta che l’ultimo atto: il duello fra Muriel Sarkany e Angela Eiter che si giocano il titolo sulla stessa via di finale maschile (addolcita con due prese in più). Per la belga questo è l’unico trofeo che manca dal suo fenomenale palmares. Ma quando è destino e, soprattutto, quando c’è questa Angela Eiter c’è poco da fare… Finisce con l’austriaca che, per la seconda volta consecutiva vince il titolo mondiale Lead, andando altissima e scavando un abisso tra sé e Muriel. Per la cronaca Angela arriva lì dove sono arrivati Magnus Midtboe ed Eric Lopez Mateos. Una prestazione straordinaria! Meritatissima la standing ovation del pubblico: la sua salita è stata la cosa più bella (e incredibile) della lunghissima serata.

Vinicio Stefanello

Domani si riprende con l’ultima giornata dei Campionati. In palio il titolo del Boulder. In corsa per l’Italia Christian Core, Lucas Preti e Jenny Lavarda…


Classifica finale maschile
1 Ramón Julian Puigblanque ESP
2 Patxi Usobiaga Lakunza ESP
3 Cédric Lachat SUI
3 Tomás Mrázek CZE
3 Jorg Verhoeven NED
6 Flavio Crespi ITA
7 Eric Lopez Mateos ESP
8 Magnus Midtboe NOR

Classifica finale femminile
1 Angela Eiter AUT
2 Muriel Sarkany BEL
3 Maja Vidmar SLO
4 Yuka Kobayashi JPN
5 Irati AndaVillanueva ESP
6 Katharina Saurwein AUT
7 Natalija Gros SLO
8 Ja-In Kim KOR

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