Via nuova sulla P.ta Mer. del Cameraccio e traversata

Il 17/6 Luca Maspes e Lorenzo Lanfranchi con una lunga 'cavalcata' sul Cameraccio (Masino-Bregaglia) hanno realizzanto una nuova via sulla P.ta Meridionale e la traversata fino alla Torre Re Alberto sulle tracce di Gervasutti e Bonacossa.
Cameraccio (Gruppo del Masino-Bregaglia). Via nuova sulla P.ta Mer. del Cameraccio + traversata + rivisitazione storica della Torre Re Alberto per Luca Maspes "Rampikino" e Lorenzo "Pala" Lanfranchi.

Sulla Torre Re Alberto, nel 1933, Giusto Gervasutti e A. Bonacossa tracciarono una via con un passaggio difficilissimo per l'epoca. Tanto che dopo ben 70 anni, 'La placca è un bel moderno 6a (VI+)'...

  di Luca Maspes "Rampikino"

17 giugno 2000. Con l’amico svizzero Lorenzo "Pala" Lanfranchi partiamo alle 8 di mattina dal parcheggio della Val di Mello, con destinazione verso le pareti della lunga cresta del Cameraccio, che divide la valle omonima dalla Val Torrone.

Dopo circa 3 ore e mezza di marcia, siamo all’inizio del versante ovest della Punta Meridionale del Cameraccio (2743 m), dove attacchiamo un nuovo itinerario sul Pilastro sud-ovest e cominciamo a salire per placche, speroni e qualche tratto erboso. Saliamo tutto il pomeriggio ed in 5 ore circa siamo in vetta alla Punta, dopo 12 lunghezze di corda con difficoltà fino al V+/VI superate con protezioni veloci (solo nuts e friends).
      
(Versante Meridionale del Cameraccio con la nuova via "Lanfranchi - Maspes" e la traversata fino alla Torre Re Alberto)
          

(Sulla placca superata da Gervasutti e Bonacossa nel 1933, poco sotto la cima della Torre Re Alberto)
    Dalla vetta vogliamo iniziare la traversata di tutta la cresta del Cameraccio, tentata solo negli ultimi anni ma ancora non portata a termine. La cresta porterebbe fino al passo del Cameraccio e poi, seguendo la via "Osio-Canali", si concluderebbe in cima al Pizzo Torrone Orientale (3333 m).
Abbiamo con noi il materiale per bivaccare e viveri per 3 giorni.

La traversata delle torri rocciose è un continuo su e giù. Una decina di tiri (max VI-), alcune doppie e la salita di una torre ancora inviolata (Torre Innominata nella foto) ci portano sotto la Torre Re Alberto (2832 m), la famosa torre che Giusto Gervasutti (in compagnia di A. Bonacossa, il più fecondo esploratore della regione del Masino) riuscì a scalare nel 1933, superando il passaggio da lui definito il più difficile della sua carriera. Superiamo questo tiro famoso alle 20.30, illuminati dall’ultimo sole.
         
Grande ardimento di Gervasutti! La placca è un bel moderno 6a (VI+) improteggibile e con movimenti delicati, un grande "numero" se consideriamo l’arrampicata di 70 anni fa e le calzature dell’epoca...
Dopo la prima salita del Gervasutti, la placca è stata ripetuta una decina di volte, soprattutto negli anni ’50 e in ultimo anche da qualche cordata "moderna".

Dalla Torre decidiamo di non proseguire per la cresta perché troppo complicata con i carichi che abbiamo, forse converrà ritentare più leggeri. Siamo anche belli stanchi per tutta la giornata che abbiamo ormai alle spalle: avvicinamento diretto dal fondovalle e via nuova + prima parte di traversata = 2000 metri circa di dislivello complessivo.

Scendiamo attrezzando 400 metri di doppie sulla parete ovest della torre e a mezzanotte arriviamo al bivacco Manzi-Pirotta.

(Versante Meridionale del Cameraccio, in arrampicata sulla nuova via "Lanfranchi - Maspes")
                
La via nuova sulla Punta Meridionale del Cameraccio
si chiama semplicemente via "Lanfranchi - Maspes": 600 metri con difficoltà fino al V+/VI, nessun chiodo utilizzato. Il resto della cresta fino alla Torre Re Alberto, seguendo il filo di cresta vero e proprio (a tratti sul versante della Val Torrone), ha difficoltà che arrivano al VI- e alcune doppie attrezzate per calarsi dalle singole torri (chiodi e spuntoni).

La cresta integrale, dalla Punta Meridionale del Cameraccio
fino al Passo Cameraccio e concludendo poi per lo spigolo Sud del Torrone orientale, rimane una bella sfida per gli appassionati di un alpinismo d’altri tempi..."


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