Triplo Zero completato e un cerchio chiuso sul Dent d'Hérens in Valle d’Aosta da François Cazzanelli, Jerome Perruquet, Francesco Ratti

Il report di Francesco Ratti che insieme a François Cazzanelli e Jerome Perruquet ha completato 'Triplo Zero' alla parete sud-est della Dent d’Hérens in Valle d’Aosta. La via di misto era stata iniziata nel 2017 da Ratti e Cazzanelli insieme a Roberto Ferraris.
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L'apertura di Triplo Zero al Dent d'Hérens in Valle d’Aosta (François Cazzanelli, Jerome Perruquet, Francesco Ratti 01/12/2022)
archivio Francesco Ratti

Febbraio 2017, mi sono da poco trasferito in Valle d’Aosta dopo la decisione di vivere della professione di guida alpina. I due local François e Roberto mi parlano di una possibile nuova linea sul contrafforte sud-est della Dent D’Herens. Si tratta di una parete che si presta alla formazione di linee di misto, proprio di fianco alle celebri Petit Lumignon e Bonne Année ma che necessita un’attenta valutazione delle condizioni e delle temperature data l’esposizione a sud/sud-est. Con François avevo già un buon feeling e avevamo già fatto insieme salite impegnative. Roberto invece lo conoscevo meno bene, ci eravamo visti diverse volte ma senza mai scalare insieme. Sapevo però che era una “vecchia volpe” della valle, sempre alla ricerca di belle chicche e nuove linee da salire nello stile più puro possibile e con François ne avevano già combinate delle belle. Questo mi bastava per convincermi che avremmo vissuto una bella avventura insieme!

Robi era già salito un paio di volte fino alla base della parete percorrendo i 1000mt di dislivello tra Cervinia e il ghiacciaio dello Cherillon e aveva individuato due linee parallele percorribili con uno stile di misto moderno. Fissato il giorno della salita si parte: zaini belli carichi di ferri ripercorriamo di notte il dislivello per arrivare alla parete. Una volta lì sotto osserviamo attentamente quello che ci aspetta e di comune accordo decidiamo di saliere lungo la linea di sinistra che ci sembrava più protetta da possibili scariche e presentava un bel diedro centrale interessante dal punto di vista tecnico. Arrivati all’attacco François parte sui primi tiri: non estremamente difficili ma che necessitano precisione e decisione nel superare delle placche di roccia poco proteggibili. Tocca poi a me affrontare il grande diedro che caratterizza la nostra linea. Mi aspettano 3 tiri di misto di gran classe che mi fanno sudare ma mi danno grande soddisfazione. Con un voletto sul passo chiave del secondo tiro e utilizzando un paio di chiodi per proteggere la fine fessura di uscita arrivo in cima al diedro dove Robi prende il comando e apre altri 3 bei tiri: un pendio di neve facile, un tiro di misto di 60 mt molto tecnico e delicato e una cascatella di ghiaccio di una ventina di metri. Arrivati a questo punto ci rendiamo conto che la linea continua lungo una invitante goulotte incassata ma il sole sta volgendo al tramonto e siamo costretti a scendere. Arrivati a Cervinia siamo tutti e tre concordi nel fatto che saremmo dovuti tornare a finire questa bellissima linea. E che nome le potevamo dare? Robi non ha esitazioni: Triplo Zero! (il nome viene dalle nostre date di nascita: François è nato nel 1990, io nel 1980 e Robi nel 1970).

Il tempo poi passa veloce e quasi fosse una maledizione perdiamo tutte le occasioni per tornare a finire la linea: a volte Robi è impegnato, a volte io e François abbiamo altri progetti, a volte semplicemente non ci sono le condizioni per scalare su questa parete….Poi succede l’imprevedibile e quello che non vorresti mai succedesse: Robi è vittima di un grave incidente in valanga e ci lascia troppo presto…Per tanto tempo una grande tristezza ci accompagna insieme al suo ricordo e manca proprio la voglia di tornare lassù dove avevamo lasciato questa cosa in sospeso.

Infine quest’anno il tempo sembra aver un po’ rimarginato la ferita, siamo motivati, le condizioni sono buone e c’è anche Jerome con noi: una giovane promessa dell’alpinismo valdostano che ha cominciato ad andare in montagna proprio con Robi, quale occasione migliore per tornare a finire questa linea? Come nel 2017 partiamo di notte da Cervinia e arriviamo all’attacco alle prime luci. Questa volta parte per primo Jerome salendo rapidamente i primi tiri e portandoci fino a metà del grande diedro. Poi continua François e ci porta fino sopra la cascatella di ghiaccio aperta da Robi, proprio all’inizio della goulotte incassata. Fin qui siamo stati veloci: è l’una del pomeriggio e abbiamo tempo prima che il sole tramonti. Sono contento che tocchi a me continuare lungo questi tiri finora inesplorati. Le difficoltà qua non sono alte ma l’ambiente è estremamente selvaggio: è bellissimo guadagnare metri lungo questo esile filo di neve e ghiaccio che ci porta verso l’alto. Dopo 3 lunghi tiri da 60mt ciascuno arrivo ad una spalla nevosa che segna a mio parere la fine della goulotte evidente. Il posto è magnifico, con una vista spettacolare sul Cervino: a me sembra la fine logica della nostra linea e propongo ai miei compagni di terminare qua le nostre fatiche. Jerome sembra d’accordo con me ma François non ne vuole sapere: vuole provare ad arrivare fino al ghiacciaio del Montabel e parte alla ricerca della chiave di uscita che riesce a trovare salendo dei risalti rocciosi e un breve tratto in un canale nevoso. Con questi ultimi due tiri un po’ da “cercare” ci ritroviamo sul bordo del ghiacciaio del Montabel dove ci abbracciamo e pensiamo una volta ancora a Robi. È ormai il tramonto e le doppie di discesa le faremo al buio, come per ogni lunga giornata che si rispetti. Alla fine ne è uscita una bella linea di 600mt con difficoltà fino all’M7 ma mai banale e tutta da scalare. Tutti i tiri sono da proteggere con protezioni veloci, abbiamo lasciato solo i due chiodi nella fine fessura in uscita del diedro. Abbiamo però attrezzato le soste a spit per rendere un’eventuale ritirata più sicura e veloce sperando che questo invogli dei futuri ripetitori a venire in questo angolo selvaggio della Valtournenche!

Il risultato di queste due giornate è a mio avviso bellissima linea di misto che non ha niente da invidiare alle più gettonate del Monte Bianco. Tornare quassù insieme a François e Jerome è stato anche un bel modo di ricordare Robi tutti insieme vivendo quei momenti intensi che solo una giornata in montagna può dare.

di Francesco Ratti

Francesco, atleta Millet, ringrazia: CAMP, La Sportiva, Millet
François ringrazia: La Sportiva, Cervinia-Valtournenche, Garmin, Grivel, Julbo, Ski Trab
Jerome ringrazia: La Sportiva, Grivel, The North Face

SCHEDA: Triplo Zero, Dent d'Hérens, Valtourenche, Valle d’Aosta




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