Sul Qualido in Val di Mello la Via dei Morbegnesi di Nicola Ciapponi, Fabio Salini e Davide Spini

Il racconto della guida alpina Fabio Salini che insieme ai colleghi Nicola Ciapponi e Davide Spini ha aperto Via dei Morbegnesi sulla parete est del Monte Qualido in Val di Mello.
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Via dei Morbegnesi, Qualido parete est, Val di Mello (Nicola Ciapponi, Fabio Salini, Davide Spini)
Nicola Ciapponi / Fabio Salini / Davide Spini

La via dei Morbegnesi è l’ultimo itinerario presente in ordine di tempo in una tra le valli più suggestive del Masino, al cospetto della parete più alta e imponente di tutto il Gruppo, il Monte Qualido e la sua vertiginosa est face.

La prima realizzazione sulla parete del Qualido è opera dei sassisti sul finire degli anni settanta. Una decina di anni più tardi è partita una vera e propria caccia all’oro. Fazzini and company realizzano la meravigliosa Spada nella Roccia. La premiata ditta Vitali, veri stacanovisti, assediano la parete per circa un decennio, realizzando una decina di itinerari fra cui Galactica, Artemisia e Melàt per citarne solo alcuni. Fra gli altri apritori è da segnalare la salita di Ermanno Salvaterra su Sinfonia e una visita illustre di Igor Koller con i suoi temutissimi giovani scalatori dell’est con la nuova Forse sì Forse no. A seguire diversi nuovi itinerari ad opera dei ragazzi della Tribù, fra le altre nasce la ripetuta Magic Line. Gli anni duemila hanno un nuovo interprete, Simone Pedeferri. Sue numerose salite in libera, l’apertura di nuovi itinerari di alto livello e numerosi link fra itinerari vicini all’insegna dell’alta difficoltà. Le realizzazioni più recenti sono ad opera di Spini Ongaro e Pastorelli con Quote Rosa 2012. King of the Bongo del 2014 è invece la salita di P. Marazzi, Schiera, De Zaiacomo. Gianola, Manzi e Mariani (2017) salgono il Gran Diedro della Marocca. Nel 2021 di Bartoli Ruffo e Zanchetta la Ruffoni & Bartolini.

Poi arriviamo noi… tre amici: un Boomer, un Generazione X e un Millennial. Tre guide alpine residenti a Morbegno che per trovare una data per salire in Qualido hanno un’agenda condivisa in Cloud e riescono ad incontrarsi solo quattro volte in due anni.

L’intuizione della linea è di Davide che ha innescato anche la scintilla per partire con sacconi, trapano, batterie, fix e tutto l’occorrente per salire e finalmente, andare a vedere…

Giugno 2021 primo round, esce qualcosa di buono, nascono i primi 4 tiri. Al secondo giro, in agosto dello stesso anno, siamo al secondo round e arriviamo ad aprire sei lunghezze che poi sono sette. Una però ci tocca schiodarla, ma questa è un’altra storia… Entriamo in letargo fino all’agosto di quest’anno dove riusciamo a venire a capo di altre tre lunghezze e siamo così al terzo round. Tutto procede, la cima sembra vicina, ma ci tocca abbandonare, è notte e non c’è più tempo. Ultimo round a settembre e con gli ultimi tre tiri arriva anche la cima del Qualido. Ammiriamo tutta la magia di questo luogo, il Gruppo del Masino è tutto intorno a noi, la vista spazia dalla Val Torrone fino al Monte Disgrazia.

La via è bella perché la linea è diretta. Non abbiamo trovato il muro che richiedeva passi in artif, non c’è il classico blocco di 7c, la scalata è piacevole e mai banale, le doppie sono veloci come una fucilata e ora c’è una bella salita non estrema sul Qualido. Da questa parte delle Alpi sul nostro granito, le inclinazioni delle pareti spesso sono da lombo sciatalgia. Si impara presto a ragionare con i piedi e quando i muri diventano verticali le tacche spariscono come per magia, ma questa volta non è stato così, nel tratto più ripido della parete le tacche le abbiamo trovate per davvero.

In questi ultimi anni in Val Qualido si vedono sempre più pecore e meno arrampicatori, certo meglio non invertire questa tendenza Green, (le pecore non piantano fix inox del 10) ma speriamo di dare una boccata di ossigeno alla frequentazione di questo luogo anche da parte di scalatori che in questi anni l’hanno trascurato. Qualcuno perché ha esaurito le vie alla sua portata, altri perché temono la chiodatura non proprio ravvicinata degli itinerari presenti, altri ancora perché dubitano degli spit oramai datati.

Per il nostro itinerario le corde da sessanta sono l’imperativo, solo dodici tiri per 600m di sviluppo. Abbiamo volutamente dato un’impronta con chiodatura non troppo lontana che si differenzia da tutti gli altri itinerari presenti. Forse la distanza dei 78 fix da 10mm non è proprio plaisir, ma come dice Davide è Mello plaisir... In ogni caso una scelta di friend, come indicato nella relazione tecnica, accorcia ulteriormente le distanze tra una protezione e l’altra.

Dopo sessant’anni nasce una nuova via dei Morbegnesi, ma non è l’unica. La prima è del 1962 la Via dei Morbegnesi alla Punta Angela, anticima del Pizzo Cengalo, ad opera di Giorgio Bertarelli con Dell’Oca e Mossini. Nel 1964 sulla Punta della Sfinge in Valle dell’Oro una seconda Via dei Morbegnesi aperta da Felice Bottani con Botta, Dell’Oca, Passerini e Romegialli. Ricordare in questo modo Giorgio Bertarelli e Felice Bottani con cui, insieme a papà Sergio ho mosso i primi passi in aderenza a quattordici anni sulla granodiorite del Masino è un bellissimo pensiero.

di Fabio Salini

SCHEDA: Via dei Morbegnesi, Qualido, Val di Mello




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