Nuova via sull'Illampu in Bolivia di Daniele Assolari, Rosa Morotti e Mayte Vasquez Techy

Sulla parete nord di Piramide Huayna Illampu in Bolivia Rosa Morotti, Daniele Assolari e Mayte Vasquez Techy hanno aperto Via dei Nembresi (800m, TD+, AI4, M5), per poi proseguire fino in cima al Nevado Illampu (6370m). Il report di Morotti su questa bella salita effettuata dal 27 al 30 giugno 2023, quindi durante l'inverno australe.
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Illampu, Bolivia: il tracciato della Via dei Nembresi (800m, TD+, AI4, M5) aperta da Daniele Assolari, Rosa Morotti e Mayte Vasquez Techy dal 27-30/06/2023
archivio Rosa Morotti

Erano anni che sognavo di visitare questo paese e soprattutto volevo andarci per salire le montagna che mio zio Carlo aveva salito 50 anni fa e dove purtroppo aveva perso la vita. Carlo Nembrini guida alpina di Nembro Bergamo nel novembre 1973 organizzò con alcuni amici bergamaschi e valtellinesi una spedizione in Bolivia con l'obiettivo di salire il Nevado Illampu 6370m.

Il gruppo arrivò in cima e dopo il ritorno a La Paz le autorità locali chiesero al gruppo di intraprendere un’operazione di ricerca dei corpi di due scalatori, uno francese e un boliviano, che erano morti qualche mese prima sul Nevado Illimani. Il corpo del boliviano venne ritrovato e nel corso di ulteriori ricerche del francese, Nembrini scivolò nei pressi del campo alto del Nido del Condor lungo un pendio nevoso di 500m.

Per organizzare questo viaggio contattai Daniel Assolari, giovane bergamasco guida alpina di Tribulina di Scanzo, che da parecchi anni viveva a Penas in Bolivia. Capito il motivo del mio viaggio Daniele si rese subito disponibile ad accompagnarmi su quelle montagne.

L’8 giugno arrivai a Penas e conobbi Daniele e tutte le persone italiane e boliviane che lavorano come volontarie nella parocchia guida da Padre Topio. Penas sta sull'altipiano a ridosso delle montagna della Cordigliera Real ad una altezza di 4000m. Un buon posto per iniziare la mia fase di acclimatamento.

Dopo due giorni di riposo salii con Ever Huanca, un giovane boliviano della parrocchia, il Pico Austria 5320m e la Cabeza del Condor 5650m. Ritornai a Penas per riposare altri due giorni e poi ripartii con Daniele alla volta dell'Huayna Potosi 6087m che salimmo lungo la via francese.

Dopo aver salito queste tre montagne il mio corpo si era acclimatato abbastanza bene per poter tentare alte montagne piu alte, per cui chiesi ad Ever se voleva accompagnarmi sull'Illimani 6440m, visto che anche lui non c'era mai stato.

L'Illimani è la più alta montagna della Cordigliera Real e sta proprio sopra a La Paz. E’ la montagna dove mio zio perse la vita. Quel giorno io ed Ever eravamo da soli sulla montagna, io mi sentivo piu tesa del solito perché intanto che salivo continuavo a pensare dove poteva essere scivolato. Eravamo molto concentrati perché c'era molto ghiaccio e una banale scivolata poteva essere fatale per tutti e due. Arrivammo in cima pieni di gioia e soddisfazione e ringraziammo lo zio (tio in spagnolo) che tutto fosse andato bene.

Scesi di nuovo a Penas felice e soddisfatta, e dopo qualche giorno mi misi a preparare di nuovo illo zaino pronta per la successiva e più grande avventura. La meta era il Nevado Illampu 6370m, montagna che era stata salita anche da mio zio, ma io volevo salirla lungo un nuovo itinerario.

Daniele aveva visto da parecchio tempo che una nuova linea era possibile sul versante Nord del Huayna Illampu. La sua proposta mi ingolosì talmente tanto che subito partimmo in tre verso quel versante, io, Daniele e la sua ragazza Techy, la prima aspirante alpina donna in Bolivia. Meglio essere in tre per dividerci il peso dei materiali, della tenda e dei viveri per tre o quattro giorni.

Un taxi ci portò a Sorata, da qui salimmo lungo il sentiero della Laguna Chielat (4600m) e poi fino alla Laguna Glacier (5000m) e da lì al circolo glaciale tra le cime del Pico Shulze e la Piramide Huayna Illampu. Bivaccammo a quota 5100m alla base della parete.

Il giorno dopo partimmo di notte verso la nostra nuova avventura, pronti e carichi di energie. La salita venne suddivisa a step.

150m: risalti ghiacciati con facili passaggio di misto fino ad una colata di ghiaccio di 15m, al finale della quale sostammo dentro una grotta (AI2, M3);
50m: risalto di misto e ghiaccio fine per 15m, poi canale facile fino in sosta (AI3+, M4);
150m: deviazione sulla strettoia di destra del canale, risalti ghiacciati e facili, passi di misto fino ad una strettoia principale (AI2, M4);
40m: il tiro principale della via, una bella goulotte incassata, con poco ghiaccio e fine con passi di misto difficile fino alla sosta (AI4, M5);
80m; proseguiamo nel canale con passi piu facili fino all'uscita in parete aperta;
da qui deviammo verso sinistra in direzione cresta, ma la neve alta ed inconsistente ci rese la salita troppo lenta e pericolosa, per cui scendemmo un pochino e deviammo verso destra e poi dritti lungo un canale che portava sotto giganteschi seracchi (neve 60°);
150m: salimmo in diagonale verso sinistra stando sempre sotto i seracchi fino a raggiungere la cresta all'altezza di 5800m (AI3); salimmo altri 150m lungo la cresta fino a raggiungere la sommità dell Huayna Illampu 5900m.

Eravamo stanchi e sfiniti per la fatica e per il peso dello zaino, ma soddisfatti e strafelici di essere arrivati lassù lungo un nuovo e logico itinerario. Piazzammo su questo bellissimo e panoramico posto la nostra tenda e trascorremmo il nostro secondo gelido bivacco.

La mattina dopo ci svegliammo all'alba e con calma risalimmo gli ultimi 500 metri che ci dividono dalla cima principale. Dopo due ore e mezza mettemmo piede sulla cima di 6370 metri. I primi raggi del sole ci abbracciarono scaldando le nostre gelide ossa. Ci trovavamo sull'Illampu, felicissimi. Ci abbracciammo e ci congratulammo per aver realizzato il nostro sogno. Il mio cuore era pieno di gioie e di soddisfazioni. La mia missione in Bolivia si era conclusa positivamente su questa cima. Mi inginocchiai e piansi per l'emozione.

Restammo parecchio tempo seduti tutti e tre vicini ad ammirare questo bellissimo panorama che ci circondava, individuando nuovi possibili itinerari da aprire. Scendemmo di nuovo al nostro bivacco, smontammo la tenda e preparammo i nostri zaini per la discesa. Da qui si scese lungo il versante sud lungo la via normale, con pendii di neve ghiaccio di 60°. Di buon passo arrivammo al campo avanzato, e tolti i ramponi di nuovo giù fino al campo base. Qui bivaccammo per la terza volta e la mattina dopo scendemmo fino a Sorata. Con un taxi tornammo a Penas dove le birre e le lasagne ci aspettavano!

Daniele e Techy diedero a me l'incarico di scegliere il nome della via appena salita. La chiamai Via dei Nembresi dedicandola a: mio zio Carlo Nembrini, a mio marito Sergio e a suo fratello Marco Dalla Longa, e a tutti i nembresi che sono morti di Covid durante la pandemia, inclusa mia madre e mio padre.

Ringrazio Daniele e Techy per aver condiviso con me questa bellissima avventura. Ringrazio la parrocchia di Penas per la calorosa ospitalità, padre Topio, Daniele, Mimma, Techy, Ever Huanca e tutti i volontari italiani e boliviani che ci lavorano.

Muchas Gracias de todos.

Rosa Morotti




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