La via Annamaria sulla Pala del Cammello raccontata da Ivo Ferrari

Il racconto di Ivo Ferrari della ripetizione della Via Annamaria (V+/VI, o A1) sulla Pala del Cammello (Gruppo del Resegone, Prealpi Lecchesi) aperta da Sergio Panzeri e Aldo Anghileri esattamente quarant'anni fa: il 19 Aprile 1973. Un modo per emozioni che riportano indietro l'orologio.
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Via Annamaria, Pala del Cammello (V+/VI, o A1, Aldo Anghileri e Sergio Panzeri 19/04/1973): Ivo Ferrari sul traverso
Ivo Ferrari
"… aspettami , non correre .." Stiamo salendo veloci, a volte troppo frettolosamente, non mi rimane nemmeno il tempo di guardarmi intorno, falesia, Montagna, fiato e avambracci … Salgo le scale e mi dimentico che il bello sta anche nel saperle scendere, cosi oggi ho tolto la pila dall’orologio, ultimo modello, la carica manuale è solo un ricordo!

Ho preparato lo zaino e tra rinvii dal peso di una Piuma, mi sono preso anche una staffa, appesa nel buio dell’armadio da parecchio tempo.
Questa mattina, sto andando verso una "vecchia" via a due passi da casa, con Silvano "voglio" salire l’Annamaria sulla Pala del Cammello, ho sfogliato la relazione e fatto due calcoli sul mio "livello" gestibile senza troppe ansie nella scala delle difficoltà … si può provare!

Questo personale periodo è caratterizzato dalla ricerca di "vecchi vie", ma se devo essere sincero, è anche dovuto al fatto che le nuove per il mio avambraccio, son troppo dure! Chi si accontenta gode, recita un proverbio, ed io Godo da sempre!

Pur vedendola da casa, non ho mai scalato sulla Pala, da parecchio tempo ne sento la voglia. Lasciata la macchina sottostante il parcheggio dei Piani d’Erna , seguendo un comodo sentiero raggiungiamo la base del Pilastro , il suo colore è "diverso" da tutti gli altri colori delle rocce del lecchese, ricorda tantissimo le grandi vie di Stenghel in Valle del Sarca, quasi repulsivo! Penso ad Aldo Anghileri e Sergio Panzeri nel lontano 1973, scarponi ai piedi, niente "amici" o marchingegni simili, tanta bravura e molto coraggio nel "desiderare, provare e realizzare" una linea dall’aspetto repulsivo!

Mi piace anche il fatto che Aldo, Sergio e molti altri della loro epoca, siano ancora in giro ad arrampicare, non bisogna essere dottori per dire che "la montagna fa bene" … ovviamente un mio Amico Bagnino la vede diversamente!

Parto deciso, alcuni vecchi spit sono stati aggiunti qua e la, la roccia va tirata con leggerezza, salgo e mi trovo subito a mio agio, la fretta su questa via è sconsigliata! Sulla seconda lunghezza uso la MIA staffa, troppo duro lo strapiombo iniziale, per me e per molti. Il divertimento cresce a ogni metro, cerchi, segui la logica imposta dai vecchi chiodi e da un tracciato che serpeggia lungo "lo scalabile".

Cinque lunghezze fantastiche, fuori moda, lontano dalle voglie attuali, ma da sempre "desiderate", poi la via finisce, l’uscita originale non viene più ripresa, la roccia si ricopre d’erba e pietre instabili e …. La testa raggiunge il pieno giornaliero!

Mentre scendo appeso alle corde, guardo verso casa … che strano vivere, ora dalla finestra guarderò con occhi differenti verso la Pala, mi ha regalato una giornata diversa, chissà che non lasci per un bel po’ la pila dell’orologio nel cassetto e … ritorni indietro nel tempo!

Buone arrampicate a tutti.
Ivo Ferrari




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