Carpe diem, nuova via sull'Aiguille de Chatelet, Monte Bianco

Mauro Franceschini e Fabrizio Recchia lo scorso giugno hanno portato a termini "Carpe diem" (870m, TD), nuova via aperta in vari tentativi dal basso sulla parete Sud dell'Aiguille de Chatelet (Monte Bianco). Il report di Fabrizio Recchia.
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Sul VI tiro di Carpe diem, Aiguille de Chatelet, Monte Bianco
archivio M. Franceschini, F. Recchia
Può capitare di rimanere affascinati da un qualcosa di bello, che ti riempie gli occhi di una curiosità appagabile solamente nel caso in cui cerchi di conquistarla, anche se poi in cuor tuo non credi che possa essere una conquista realizzabile, non importa, quello che conta è provarci e provare piacere anche per ogni breve momento passato a cercare di realizzare il tuo sogno.

E' un po' quello che è successo a me e a Mauro Franceschini quando in una giornata passata alla ricerca del sole, della bellezza dei luoghi, della salita su vie di arrampicata piacevoli, scendiamo lungo il sentiero per il Rif. Monzino e vediamo la parete sud dell' Ag. De Chatelet ancora illuminata dal sole, che mette in evidenza delle bellissime placche e speroni di roccia. Eravamo andati a fare una via moderna sulle prime strutture rocciose che si incontrano risalendo il sentiero attrezzato per il Rif. Monzino in Val Veny, ma solo al ritorno venimmo colpiti dalla sud della Chatelet.

Non è proprio una big wall, ma i suoi dolci profili, le macchioline di verde e le belle placche grigie di granito ci scatenano subito la voglia di tentare ad aprire una via nuova in quella parete. Ed è così che timidamente nell'autunno scorso iniziamo a salire la parete, senza pretese, con il solo obiettivo di goderci il posto magnifico e vedere cosa si riuscirà a fare, disposti anche a tornare
indietro qualora ci accorgessimo che non era cosa. Tanto per giocare prima dell'inverno ci mettiamo in tasca 7 tiri di roccia splendida, difficoltà contenute e arriviamo circa a 100 m di un evidente pilastro che ci farà sognare tutta la stagione futura. “Sarebbe bello arrivare in vetta...” ma ancora troppe incognite non ci consentono di crederci: la continuità del pilastro con il resto della parete, una cengia erbosa ai 2/3 di essa, la qualità della
roccia nella parte finale della via.

Arriva la primavera e per fortuna anche il bel tempo verso Giugno, così si ritorna a quella settima sosta che tanto ci ha fatto pensare. Portammo avanti la via di altri 8 tiri arrivando sino oltre l'incognita della cengia erbosa visibile dal basso, dimostrandosi in effetti superabile con un tiro di 40 m senza troppi problemi e perfettamente integrato su una via con uno sviluppo tale. Solo ora si consolida l'idea che riusciremo a finirla in vetta con altri 3-4 tiri di corda su roccia ancora bella.

Alla fine di Giugno ripartiamo questa volta convinti di forzare l'uscita in vetta, così sarà dopo circa 11 ore di arrampicata e chiodatura, un'altra oretta per uscire dalla cresta sommitale e raggiungere il Rif. Monzino dove ci accolgono con una ospitalità senza eguali e cosa ancora più inaspettata la voce sulla nostra via si era già sparsa nell'ambiente delle guide di Courmayer.

Sono venuti fuori quindi 870 m di bella arrampicata su placche più o meno poggiate, di difficoltà non estrema, con una tratto di cresta sino in vetta alla Chatelet e discesa per la sua via normale. Viste le difficoltà contenute è comunque una via da non sottovalutare sia per la lunghezza sia perché rivolta ad arrampicatori con una certa mentalità alpinistica più che da vie “multipich”, malgrado la presenza degli spit su tutto l'itinerario possa “banalizzare la salita”.

In conclusione è stata una bella esperienza ricca di emozioni e di motivazioni se non altro perché partire da La Spezia e rientrare in giornata a casa dopo aver chiodato qualche tiro è sintomatico di una gran voglia e del piacere provato a fare una via del genere in un luogo magnifico. Proprio per questo aspetto della “toccata e fuga”, cercando di sfruttare al meglio il tempo libero dal lavoro, le condizioni meteo ecc ecc quale miglior nome alla via poteva essere dato se non Carpe
Diem?

A voi ora il piacere della ripetizione ed a noi l'onere di subire critiche o apprezzamenti, ma tutto questo fa parte del bellissimo gioco che è l'arrampicata esplorativa.

Fabrizio Recchia

SCHEDA: Carpem Diem - Aiguille de Chatelet



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