Il giro dei tre laghi di Cortina - Lago di Pianòzes, Lago di Fedèra e Lago d'Ajàl

Enrico Maioni – Guide Alpine Cortina
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Lago Federa, il Rifugio G. Palmieri e la Croda da Lago, Dolomiti
Bandion Photo
Bellezza
Autore scheda
Enrico Maioni – Guide Alpine Cortina
Lunghezza dislivello
13 km
Dislivello salita
875m
Dislivello discesa
875m
Quota
2046m
Difficoltà
E (escursionistico)
Orario
6:00
Partenza
Lago di Pianozes, 1172m
Arrivo
Lago Fedèra, 2046m




Il giro ad anello dei tre laghi è una meravigliosa escursione che, partendo dal fondovalle, attraverso le gole nascoste del Rio Fedèra ci porta al cospetto della Croda da Lago per poi scendere lungo i rigogliosi boschi di Cortina.

La gita non presenta difficoltà tecniche ed è adatta a tutti gli escursionisti. Un minimo di allenamento è però consigliato, in quanto bisogna superare un dislivello di 875 m.

Si raccomandano inoltre abbigliamento e scarpe adeguate, in quanto in alcuni brevi tratti il terreno può essere scivoloso se percorso dopo piogge recenti.

Accesso generale

Raggiungere Cortina d'Ampezzo.

Accesso

Da Cortina recarsi in auto in località Campo di Sotto e seguire le indicazioni per il Lago di Pianòzes (1.172 m). In mancanza di un’auto propria è possibile usufruire del servizio di autobus urbani (linea urbana n° 2) per raggiungere Campo di Sotto, e da qui in 15 minuti a piedi al lago.

Itinerario

Finita l’esplorazione del lago di Pianozes ripercorriamo a ritroso la strada appena percorsa fino al bivio, dove svoltiamo a sinistra.

Dopo un centinaio di metri si incontra un ampio parcheggio, dove lasceremo l’auto iniziando così la nostra camminata. Superato il parcheggio, poco oltre incontriamo un bivio; manteniamo la sinistra, seguendo le indicazioni per Gores de Fedèra e Malga Fedèra (sentiero n° 432), e proseguiamo sulla strada asfaltata fino ad un secondo parcheggio. Qui, nei periodi di maggior afflusso turistico, una sbarra chiude il passaggio ai veicoli.

Oltrepassata la sbarra in breve si arriva a località Bariza in Cu, dove inizia la parte più spettacolare della nostra salita, il sentiero Ra Gores de Fedèra (Le Gole del Rio Fedèra).

Abbandoniamo la strada asfaltata e prendiamo il sentiero che si addentra nel bosco fino a raggiungere la prima cascata formata dal sinuoso torrente. Superato un primo ponte, proseguiamo in salita accanto al torrente. Un secondo ponte ci riporta sulla strada asfaltata che seguiremo per un breve tratto, prima di rientrare nel bosco.

Una ripida salita a zig-zag ci condurrà al Pian del Legname, nome molto esplicativo. Qui inizia una breve e avvincente sezione attrezzata, con passerelle in ferro e un cavo metallico che permettono di superare i passaggi più divertenti, poco al di sopra del letto del torrente.

Nota: la ferratina è davvero facile, ma se ti preoccupa puoi evitare questa parte seguendo un chiaro e ben segnalato sentiero alternativo che si trova sulla destra, poco prima.
Dopo aver attraversato un robusto ponte, inizia la salita accompagnata dal rilassante suono del ruscello e delle cascate che ora si possono ammirare in tutta la loro bellezza. Le cadute d'acqua del Rio Fedèra non sono molto alte, ma questo non toglie nulla allo spettacolo che offrono.

Il percorso rientra di nuovo nel bosco, per poi uscirne sulla strada nei pressi del Ponte di Fedèra (1.603 m). Dopo aver attraversato la strada, proseguiamo attraverso i caratteristici passaggi tra le rocce di Ra Gores di Fedèra. Lungo il percorso troveremo alcune opere in legno realizzate da artisti locali, che aggiungono un tocco di originalità all'escursione.

L'uscita dal bosco sulla radura di Malga Fedèra (1.816 m) regala una splendida vista su Becco di Mezzodì e Croda da Lago. In ladino ampezzano Fedèra significa ovile e deriva da fèda - "pecora".Nell’ampio spazio davanti alla malga un tempo si pascolavano infatti soltanto ovini.

Raggiunta la malga consiglio una meritata pausa prima di continuare fino al secondo e più grande dei tre laghi, il lago di Fedèra dove sorge il rifugio Croda da Lago.
Da Malga Fedèra al rifugio Croda da Lago impiegheremo una mezz’oretta circa, camminando senza fretta. Per arrivarci seguiremo la strada sterrata, che presenta alcune ripide salite.

Il lago Fedèra si trova ai piedi della parete est della Croda da Lago e offre una splendida vista panoramica sul Becco di Mezzodì, la caratteristica cima che svetta a sud. Questo è un tipico lago dolomitico d’alta quota, alimentato da sorgenti sotterranee, il che mantiene il suo livello quasi costante.

Sulla sua sponda meridionale si erge il Rifugio Palmieri - Croda da Lago (2.046 m) che offre un ottimo punto di ristoro e un rifugio nella suggestiva cornice circostante. Il rifugio, di proprietà del Cai, fu costruito nel lontano 1901 dalla Guida Alpina Giovanni Barbaria. All’epoca il rifugio portava infatti il suo nome, "Barbaria Hütte".

Discesa

Dopo aver raggiunto l’apice della salita, inizia ora la nostra discesa verso l’ultimo dei tre laghi, il lago d’Aial.
Il sentiero fiancheggia la sponda orientale del lago e ci porta in breve ad un bivio, dove bisogna svoltare decisamente a destra sul sentiero n° 431. La discesa presenta alcuni tratti assai ripidi, e calzare scarpe adatte sarà sicuramente d’aiuto.

Il cammino si snoda nel bosco impenetrabile ed aggira il Becco d’Aial (1.846 m), uno slanciato pinnacolo roccioso che emerge dalla foresta.
Questo luogo segreto è abbellito da massi colossali, guardiani silenziosi del paesaggio, circondati da un'aura di mistero. Su queste rocce i mitici Scoiattoli di Cortina hanno tracciato numerosi itinerari d’arrampicata, ed oggi quella del "Becco" è una delle più rinomate falesie di Cortina.

Proseguendo sull’erta discesa giungiamo così al Casón del Macarón, una piccola baita di proprietà delle Regole d’Ampezzo. Presso il Casón troviamo un provvidenziale "brento", una fontana d’acqua freschissima, e un crocifisso noto come Croce del Macarón.

L'origine del nome è legata a un evento ormai sbiadito nel corso del tempo: si narra che in quella radura fu rinvenuto il corpo di un uomo, forse del pastore che si occupava delle pecore lassù, colpito da un fulmine mentre stava accudendo il suo gregge.
In ladino ampezzano, la parola "macarón" significa "babbeo" o "sempliciotto".

Lasciamo alle nostre spalle il Casón e ci avviamo in discesa sulla stradina sterrata, che in poco tempo ci porta al lago d’ Aiàl (1.412 m), un piccolo gioiello alpino che ospita la pesca delle trote, una tradizione amata.


Nonostante le sue dimensioni modeste, il lago è affascinante e si trova in un contesto naturale magico. Il piccolo rifugio, recentemente rinnovato, si specchia nelle limpide acque del lago omonimo ed è dotato di una terrazza soleggiata che consente di gustare i piatti della tradizione direttamente sulle rive del lago, circondati dalla bellezza delle Dolomiti Ampezzane. Il giovane gestore del rifugio è appassionato sia della montagna che del vino. Di conseguenza, una sosta presso il Rifugio Aiàl offre un'esperienza unica e autentica, in cui convergono queste due grandi passioni.

Il lago trae il suo nome dalla parola "aiàl," che significa "spiazzo utilizzato per la carbonaia." Questo termine è ampiamente diffuso nella toponomastica veneta e nel nostro contesto fa riferimento all'intera area boschiva a sud del lago, dove in passato venivano costruiti gli "aiàde" (plurale di "aiàl").

Ci stiamo così avvicinando al termine della nostra gita.
 Proseguendo infatti sulla strada sterrata (n° 430) in circa mezz’ora ritorneremo al lago di Pianozes, punto di partenza della nostra bella escursione ai tre laghi, un bel giro ad anello nei verdi boschi d’Ampezzo.

Note

Tempo di percorrenza in salita: 3h 30 min.
Tempo di percorrenza in discesa: 2h 30 min.





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Enrico Maioni – Guide Alpine Cortina
Lunghezza dislivello
13 km
Dislivello salita
875m
Dislivello discesa
875m
Quota
2046m
Difficoltà
E (escursionistico)
Orario
6:00
Partenza
Lago di Pianozes, 1172m
Arrivo
Lago Fedèra, 2046m



Posizione



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