Via Ferrata I Magnifici 4 - Maerins

Lucio Zennaro
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Via Ferrata I Magnifici 4
Planetmountain
Bellezza
Autore scheda
Lucio Zennaro
Dislivello salita
500m
Quota
2200m
Difficoltà
Estremamente difficile - serve esperienza alpinistica
Orario
3 ore
Periodo
Estate



La ferrata, denominata “I magnifici quattro” in ricordo dei soccorritori rimasti sepolti sotto una valanga in Val Lasties nel dicembre 2009, consente di muoversi in un ambiente interessante, anche se mancano la grandiosità e il senso di montagna presenti in altri itinerari dolomitici; inoltre, specialmente nella prima parte dove il percorso è in parte incassato in stretti canali, la visuale sulla Valle San Nicolò e i monti circostanti risulta piuttosto ristretta.

Si sale arrampicando su una roccia compatta, che in molti tratti si presenta povera di appigli e tale da richiedere una progressione molto tecnica, pur se disturbata per via dell’umidità propria di questo ambiente, la quale contribuisce a rendere poco pulita la roccia, sulla quale è spesso presente una patina superficiale friabile un po’ fastidiosa per la progressione in aderenza; altre volte vi si trova invece depositato del terriccio.

L’attrezzatura della via è di buona fattura ma piuttosto essenziale in rapporto all’impegno del percorso, che comprende vari tratti verticali o a strapiombo. I cavi sono presenti con continuità e risultano sempre ben tesi; sono pure presenti (con sobrietà) degli appoggi per i piedi. Si ha comunque la sensazione di un certo compiacimento nella scelta del percorso  e nella collocazione degli infissi, che testimonia l’evidente intenzione di creare una super-ferrata.

Il primo tratto è stato attrezzato in modo da scoraggiare chi non fosse abbastanza preparato, ma coloro che dovessero proseguire e trovassero poi insormontabile il successivo tratto, costituito senza soluzione di continuità dalla risalita di una fessura verticale, una espostissima traversata strapiombante verso destra ed una ulteriore faticosa risalita, avrebbero qualche difficoltà a procedere a ritroso fino alla base delle rocce. Risulterebbe utile in tal caso una corda per discesa in doppia. Dopo la parte intermedia su sentierino attrezzato, la ferrata riprende con altri faticosi passaggi, che tuttavia risultano un po’ più facili del  tratto chiave sopra esposto.

L’itinerario deve quindi essere percorso solo da chi si senta adeguatamente preparato; in caso contrario esso rischia di risultare ben poco divertente e di provocare la moltiplicazione degli interventi dei colleghi dei quattro valorosi soccorritori cui la ferrata è stata dedicata. Si tratta infatti di un percorso che richiede un impegno psico-fisico fuori dal comune, tale da fare di questa ferrata quella che in assoluto può essere considerata (luglio 2010) la più difficile delle Dolomiti, per la lunghezza dei passaggi difficili ed atletici. La ferrata risulta tecnicamente più difficile della Costantini alla Moiazza (anche se questa ha uno sviluppo ben maggiore), della pur severa Piazzetta sul Piz Boè, della Stella Alpina all’ Agner o della recente Sci Club 18 al Faloria; è ben più impegnativa della vicina Kaiserjager sul Col Ombert, della Pertini sullo Stevia o della celeberrima Tomaselli a Punta Fanes, come pure della Pisetta sul Dain Piccolo, ai margini del territorio dolomitico.

Alla conoscenza della tecnica di arrampicata deve associarsi una buona forza di braccia ed è certo preferibile non avere sulle spalle zaini pesanti, particolarmente fastidiosi nei tratti a strapiombo. Da evitare, infine, condizioni meteorologiche non stabili.
Accesso generale
A Pozza di Fassa (TN), a metà della valle omonima si attraversa la frazione Meida inoltrandosi con la macchina in valle San Nicolò. Raggiunta Malga Crocifisso si può lasciare l’ auto (salvo che si trovi posto in qualcuna delle piazzole soprastanti) e si prosegue lungo la stradina di fondovalle per circa 500 metri. Accesso
Si attraversa sulla sinistra il torrente su un ponte di assi (cartelli) e ci si inoltra sulla destra idrografica della valle in direzione est, continuando a risalire il corso d’acqua. Dopo circa 200 metri ci si innalza lungo il sentiero che continua per il Buffaure, per poi lasciarlo seguendo le apposite indicazioni. Si perviene così ad una grande spaccatura sulla parete rocciosa, dove è posta una targa con i nomi dei quattro volontari del Soccorso Alpino cui è dedicata la ferrata, inaugurata il 4 luglio 2010. Itinerario
Indossati il casco e l’attrezzatura da ferrata, ci si inizia ad arrampicare sul fondo del canale roccioso, utilizzando i cavi d’acciaio, mentre i piedi non trovano in questo tratto iniziale degli infissi artificiali. Superato un ampio camino si affronta un traverso esposto, seguito da una successione di paretine e diedri. Dopo un punto di riposo panoramico, si affronta la parte più impegnativa della ferrata, di carattere acrobatico. Si risale faticosamente una fessura per poi proseguire sulla destra, senza possibilità di riposare, lungo un traverso strapiombante seguito da una parete tecnica. A questo punto è possibile sostare sull’erba all’inizio di una cengia boschiva che poi si segue lungo le attrezzature. Arrivati presso un grande camino, se ne risale la parete di sinistra, con alcuni passaggi ancora molto tecnici e faticosi. Pervenuti alla nicchia dov’è custodito il libro di via, si superano ancora un paio di salti prima di uscire sul pianoro sommitale, a poca distanza dal Rifugio Baita Cuz. Discesa
1 - Tramite sentiero che, diretto ad est, cala in val S. Nicolò passando dietro i Maerins. Prima di arrivare sui prati, sotto un grande pilastro giallo a destra si segue il sentiero per le famose palestre di roccia, scendendo a valle (ore 1,00) e quindi alla macchina.
2 – Si scendono le piste da sci del Buffaure fino Malga Crocifisso (ore 1,45). In alternativa, da sotto il Rifugio Buffaure può essere percorso il sentiero Ciampiè de Buffaure che riporta sul sentiero di accesso alla ferrata.
3 – Scesi in direzione del Rifugio Buffaure, si può scendere a Meida con le cabinovia. Materiale
Normale dotazione da ferrata. Consigliato portare con sé una corda e un anello di fettuccia supplementare per eventuali soste. Nel traverso strapiombante (punto chiave della salita) è consigliata una longe corta per eventuali resting. Note
Info: Rifugio Baita Cuz, all’arrivo della ferrata: tel. 0462/760354 Cartografia
La ferrata non è ancora riportata nella cartografia della Val di Fassa. In occasione dell’inaugurazione, è stato pubblicato un opuscolo descrittivo della via. Difficoltà
Per esperti. Itinerario estremamente difficile ed esposto, tecnicamente il più impegnativo delle Dolomiti.
La nuova ferrata sui Maerins va affrontata da chi sia ben consapevole delle particolari caratteristiche di questo percorso, che vanno rapportate con obiettività al proprio livello di esperienza e di preparazione tecnica e fisica.




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22/08/2011 Gastone Forgione
18/08/2011 Spettacolare! Non conoscendone lo sviluppo, mi sono ritrovato, nel traverso di destra, a dubitare delle mie capacità. Per chi non ha molta esperienza consiglio corda e discensore per eventuale doppia. Da rifare scarico da zaino e pesi.
13/10/2010 Angela
Bellissima, merita davvero. Attrezzata alla perfezione.
27/08/2010 Paolo Pellegtta
Molto tecnico, richiede una buona preparazione fisica. Ben attrezzato. Ottimo
07/08/2010 Matteo Picinini
Certamente la ferrata più difficile che abbia mai fatto. Il traverso strapiombante punto chiave e veramente impegnativo. Non capisco perchè le corde di appoggio per i piedi non siano tese specie la prima. Concordo sulla necessità di portarsi una longe per eventuali resting in questo punto.
Bellezza
Autore scheda
Lucio Zennaro
Dislivello salita
500m
Quota
2200m
Difficoltà
Estremamente difficile - serve esperienza alpinistica
Orario
3 ore
Periodo
Estate



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