La traversata delle Valli di Lanzo: Valle dell'Orco - Valle di Viù - Ciamarella

Elio Bonfanti
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La traversata delle Valli di Lanzo: Valle dell'Orco - Valle di Viù: Valle dell'Orco - Valle di Viù
Planetmountain
Bellezza
Autore scheda
Elio Bonfanti
Quota
3676m
Difficoltà
EE

Percorso



Si tratta di una traversata escursionistico alpinistica dalla Valle dell’Orco alla Valle di Viù. Cinque giorni per godere di alcuni tra i migliori panorami delle Alpi Graie.
Accesso generale
Raggiungere Ceresole Reale in Valle Orco. Itinerario
GIORNO 1
La partenza avviene da Ceresole Reale ove alla fine del lago, si svolta a sinistra verso il rifugio-albergo Massimo Mila lo si supera e si prosegue in direzione della centrale A.E.M, si percorre la stradina lungolago, fino ad incontrare una casetta bianca sulla sinistra. Subito dopo sulla destra si trova il cartello indicante Bivacco Leonesi, e poco più avanti su una piccola piazzola ci si può far lasciare (Circa 1600 mt di quota).
Il sentiero per il rifugio Leonesi che sale subito molto ripido in un bel bosco di conifere piega poi sulla sinistra guadagnando la ripida sponda destra di un bel vallone, ricco di acqua. Si procede in direzione nord ed il bosco ora inizia diradarsi, per lasciare il posto a delle pietraie, che, successivamente conducono nel pianoro dell’ Alpe Trucco (2098m), dove c’e una biforcazione con il sentiero n° 526.
Dall’alpeggio l’itinerario al Colle è molto evidente ed in base allo stato di innevamento, che si spera abbondante ( consigliato Giugno) si può seguire il fondo del Vallone della Rocce oppure in caso contrario seguire il sentiero estivo per il Leonesi (n. 525) nella scelta della linea di salita ed in funzione di temperature ed innevamento è bene cercare di tenersi il più lontano possibile dalla parete della Levannetta perché questa molto spesso scarica. Il canale è una specie di curva logaritmica e salendo la pendenza aumenta progressivamente si supera il piccolo lago di circo dell’ex Ghiacciaio del Forno ed in breve, si arriva piegando sulla destra alla cengia dove è situato sulle dx il Bivacco Leonesi (circa 2900m).

Note: Il rifugio Leonesi (nato come "Rifugio della Levanna" ), fu costruito nel 1892 (rivestito esternamente di muratura) su progetto di Francesco Gonella con una spesa di 3.880 lire è collocato sullo sperone Nord-Est della Levannetta ed essendo il decano dei rifugi della valle, fu testimone delle prime imprese alpinistiche del Duca degli Abruzzi. Quando nel 1929 fu risistemato venne intitolato alla memoria di Vittorio Raffaele Leonesi, caduto sulla Ciamarella nell’agosto del 1928. In epoche più recenti (sino al 1984) furono fatti ulteriori lavori di miglioramento ed ora si parla di co - dedicarlo alla memoria del Duca degi Abruzzi

Pernottamento: Rifugio Leonesi non custodito 12 posti letto pannelli solari
Quota: 2900m
Coordinate GPS: 45°24’33.9’’N 7°11’31.7’’E
Orario: Circa 4 ore
Dislivello totale: circa 1300 metri
Esposizione: Nord est
Difficolta: EE materiale piccozza, ramponi e corda da 60 metri (necessaria per il giorno successivo)
Cartografia di riferimento:
Carta n. 3 "Parco nazionale Gran Paradiso. Carta dei sentieri e dei rifugi: dalle Valle d’ Aosta alla Valle di Ceresole. Valgrisenche, Val di Rhêmes, Valsavarenche, Val di Cogne, Valle Soana 1:50000", Istituto Geografico Centrale, Torino, 2007.
Carta n. 101 "Gran Paradiso, la Grivola, Cogne. Carta dei sentieri e dei rifugi. Serie monti, 1:25000", Istituto Geografico Centrale, Torino, 2009.
Cartoguida n. 4 "Carta dei sentieri del Parco Nazionale del Gran Paradiso, 1:50000", Blu Edizioni, Aosta, 2007.
Carta IGM 1:25000, Foglio 41 III SE, "Le Levanne".
Bibliografia: BERUTTO G., 2000, Il Parco Nazionale del Gran Paradiso (Valli Soana-Orco-Rhêmes-Valgrisenche), n.3, Volume 1. Escursioni, ascensioni, traversate, IGC, Torino.

 

GIORNO 2
Abbandonare il bivacco seguendo una cengia cosparsa di grandi blocchi che va a morire direttamente nel canale stando ben sotto alla parete per evitare le scariche dalla Levannetta.
Preso il canale seguirlo sino in cima con pendenze variabili a seconda delle condizioni sino a 45/50° e dopo circa 400 metri di dislivello questo bel nastro incassato peraltro frequentemente sciabile, adduce al colle perduto circa (3290m). Dal colle puntare decisamente verso sinistra in diagonale praticamente in piano puntando alla depressione ( 3047m) detta "Talancia Girard", posta tra la punta Girard e la punta Clavarino.
Prestare attenzione nei primi 200 metri che sono compresi tra i 40 ed i 45° per cui in funzione delle condizioni potrebbe essere necessario scendere disarrampicando faccia a monte o facendo un po di sicurezza. Anche questo bel canale in stagione è sciato abbastanza frequentemente. Per facili pendii e poi sul sentiero 315b raggiungere il rifugio Paolo Daviso.

Pernottamento: Rifugio Daviso custodito dal Cai Venaria 24 posti letto Telefono: 0123-506749
Quota: 2280m
Coordinate GPS:
45°22'31.97''N7°11'01.09''E
Orario: Circa 4/5 ore
Dislivello totale: positivo 400m negativo 1010m aggiungendo poche decine di metri è possibile raggiungere la cima della Punta Girard 3262m
Esposizione: Varie
Difficolta: PD - materiale piccozza, ramponi e corda da 60 metri
Cartografia di riferimento: Alte Valli di Lanzo IGC 1:25000
Bibliografia: Guida dei Monti d'Italia: Alpi Graie Meridionali di G. Berutto e L.Fornelli

GIORNO 3
Si inizia a fare sul serio e qui la giornata è bella piena. Dal rifugio Daviso, si imbocca una traccia di sentiero in discesa che inizia sul lato ovest della costruzione. Con questa, raggiungere il fondo del marcato canalone della Gura, inciso dal rio che si origina dal soprastante ghiacciaio del Martellot. Attraversarlo al meglio e reperire una traccia di sentiero, sulla sua sponda destra idrografica. Attraversare in leggera ascesa il costone e poi un nuovo rio, raggiungendo in breve la costruzione del vecchio rifugio Eugenio Ferreri (2216m).
Seguire sempre in ascesa l’evidente sentiero e aggirare un costone roccioso, guadagnando così il filo della morena su cui sale la traccia che portava al bivacco Rivero. Percorrerla sino ad abbandonarla per andare sinistra salendo verso la costiera Malatret. Risalire al meglio su detriti sino ad individuare la cengia di accesso ai pendii che conducono al passo delle Lose. Complicato con poca visibilità.
Il percorso 393a si snoda tra piccole cenge e pendii erbosi sino ad un caratteristico masso appoggiato alla parete dietro al quale si deve passare strisciando. Dopo di che procedendo fra cengette e placche raggiungere in circa 3ore e 30 dal Daviso il passo (2866m). Dal colle, seguire subito a destra (sul versante del vallone di Sea), una stretta cengia rocciosa che evita le sottostanti fasce rocciose. Proseguire quindi su terreno più facile e via via sempre più marcato sino a pian Giovinot e da li raggiungere finalmente il colle di Sea da dove con il sentiero n° 308 il bivacco Soardi Fassero 2297m.

Pernottamento: Bivacco Soardi Fassero non custodito 14 posti letto Cai Uget impianto fotovoltaico
Quota: 2297m
Coordinate GPS: 45°20'43.84''N 7°10'04.22''E
Orario: Circa 6/7 ore
Dislivello totale: positivo circa 760 metri, negativo 610 metri Esposizione: Varie
Difficolta: EE
Cartografia di riferimento:
IGC N. 103 scala 1:25.000
Alte Valli di Lanzo - carta n° 17 L’Escursionista & Monti editori; Valli di Lanzo - carta dei sentieri 3 Val d’Ala e Val Grande
Bibliografia: Guida dei Monti d'Italia: Alpi Graie Meridionali di G. Berutto e L.Fornelli

GIORNO 4
La tappa regina del percorso, parte dal bivacco Soardi e raggiunge la vetta della Ciamarella (3676m). Si segue il sentiero che scende nel vallone ed è bene se possibile, fare una breve ricognizione la sera precedente prima che faccia buio in quanto se non si conosce l’itinerario, sino ad un grande masso erratico è facile sbagliare (balze rocciose). Procedere lasciandoselo sulla sinistra, ed in condizioni di buon innevamento, su alcuni pendii piuttosto sostenuti
raggiungere quota (2780m). In assenza di neve questo tratto è piuttosto faticoso in quanto completamente detritico. Si procede ancora verso il colle di Sea per un centinaio di metri, sino ad oltrepassare la fine delle rocce montonate poste alla vostra sinistra, poi con un ampio semicerchio verso sinistra, puntare ad una prominenza al centro del valloncello che state risalendo (quota 2980). Aggirarla verso destra e per valloncelli successivi, raggiungere il ghiacciaio dell’ Albaron di Sea. Più o meno, qui confluisce l’itinerario dal piano della Mussa e si vede bene la cresta da salire, la "Clessidra" ed il successivo " Pan di Zucchero " raccordati tra loro, da un pendio nevoso ed un canaletto che raggiunge i 45°. Non sempre la Clessidra è percorribile, per cui in assenza di neve, traversare a destra e poi salire verticalmente. La successiva ed affilata cresta pressoché orizzontale, conduce a delle rocce di pessima qualità, dopo le quali un ultimo ed estetico tratto di cresta, va a congiungersi, con la via normale nei pressi dalla vetta. (45°19'41.7''N7°08'41.75''E) In questo tratto possibili cornici sul versante sud. Dalla croce di vetta scendere per roccette in direzione ovest, sino a dove il pendio diventa completamente detritico, a questo punto traversare decisamente a sinistra (scendendo), per portarsi fuori dai sottostanti salti di rocce. Superata quest’ ultima difficoltà, porre piede sul glacio nevato della Ciamarella (3150m) e senza un percorso obbligato tenere la destra mantenendosi in quota sino ad arrivare a Pian Gias dove si intercetta il sentiero che con una breve risalita conduce al crot del Ciaussinè, dove sorge rifugio Gastaldi.

Pernottamento: Rifugio Gastaldi gestito 100 posti letto Cai Torino
Telefono: 0123 565008
Quota: 2659m
Coordinate GPS: Geografiche 45° 17' 52,05'' / 7° 08' 36,21''
Orario: Circa 7/8 ore
Dislivello totale: positivo circa 1480 metri, negativo 1150 metri Esposizione: Est poi Ovest
Difficolta: PD
Cartografia di riferimento:
Alte Valli di Lanzo - carta n° 17 L’Escursionista & Monti editori; Valli di Lanzo - carta dei sentieri 3 Val d’Ala e Val Grande
Fraternali 1:25000 n.8 Valli di Lanzo
IGM 1:25000 foglio 41, tav. Le Levanne - IGC 1:50000 tav.2 Valli Lanzo, Moncenisio
Bibliografia: Guida dei Monti d'Italia: Alpi Graie Meridionali di G. Berutto e L.Fornelli

GIORNO 5
L’ultima tappa raggiunge Margone (1450m) nell’alta valle di Viù. Dal rifugio con una breve risalita tra pietraie e nevai si giunge prima al lago e poi al passo del Collerin (2934m.). Da dove una ripida discesa conduce nei pressi della sponda orientale del lago della Rossa. Al successivo bivio si tralasciano le indicazioni per il passo delle Mangioire e si prosegue in direzione del lago dietro la torre (2366m) per poi giungere alla centrale di pompaggio di Pian Sulè (1660m) e da li tranquillamente su comoda carrareccia a Margone

Dislivello totale: positivo circa 275 metri, negativo, 1484 metri
Esposizione: Est poi Ovest
Difficolta: E
Cartografia di riferimento:
Alte Valli di Lanzo - carta n° 17 L’Escursionista & Monti editori; Valli di Lanzo - carta dei sentieri 3 Val d’Ala e Val Grande
Fraternali 1:25000 n.8 Valli di Lanzo
IGM 1:25000 foglio 41, tav. Le Levanne - IGC 1:50000 tav.2 Valli Lanzo, Moncenisio
Bibliografia: Guida dei Monti d'Italia: Alpi Graie Meridionali di G. Berutto e L.Fornelli

Materiale
Piccozza, ramponi e corda da 60 metri




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