I Legami di Elio Orlandi, amicizie più forti delle corde

Il 29 aprile 2024 è andato in scena lo spettacolo dedicato a Elio Orlandi, per ripercorrere i 50 anni di attività tra le sue Dolomiti e, ancor più, nella sua Patagonia. Durante la serata l'alpinista trentino è stato nominato socio onorario del Trento Film Festival.
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Elio Orlandi nominato socio onorario del Trento Film Festival
Michele Purin

"Perché arrampico? Che cos’è l’arrampicata?" Con queste domande, un ospite d’eccezione, l’attore Alessio Boni, ha dato inizio alla serata, che lunedì 29 aprile nella splendida cornice del Teatro Sociale di Trento ha catapultato gli spettatori nell’esplorazione dei mille significati della parola "alpinismo" letta attraverso l’attività portata avanti da Elio Orlandi in questi anni. L’interpretazione di Boni e le musiche di Miscele d’aria Factory hanno raccontato l’importanza dei "legami" nella vita della Guida Alpina trentina. Questi legami, basati sull’amicizia, diventano corde che si fondono con l’anima e la vita, creando un tutt’uno significativo. Di questi legami, Elio Orlandi è stato ed è tutt’ora un coltivatore.

E durante lo spettacolo, alla domanda "Che cos’è per te la montagna?", Orlandi quasi si blocca, forse ripensando alle mille emozioni provate fra quelle pareti verticali. Emozioni complicate da spiegare: lui stesso afferma che si tratta sempre della parte più difficile da raccontare. Non poteva, tra le altre cose, non essere citata la Patagonia: una terra Orlandi dove ha vissuto alcune delle esperienze più belle e significative della sua vita – scalando a suo modo, secondo un alpinismo essenziale che lo rappresenta nella sua umanità. Dal 1982, ogni anno è in quella terra lontana per aprire vie o ripeterne in prima assoluta sulle montagne "più difficili al mondo". Nel 1986 è sulla Torre Centrale del Paine, dove apre Magico Est alla parete Est, nel 1987 sulla Torre Egger, con Titanic, nel 1989, Otra Vez alla parete Ovest, nel 1994 al Cerro Torre apre Cristalli nel Vento lungo la parete Ovest, nel 1998 alla Torre Nord del Paine apre Spirito Libero sullo sperone Nord, nel 2004 la Linea di Eleganza sulla parete Est del Fitz Roy. In tutti questi casi si tratta di salite in puro stile alpino. Infine, l’ultima grande via, Osa ma non troppo, sul Cerro Cota nel Gruppo del Paine.

Elio Orlandi, definito da Fausta Slanzi come un poeta dell’anima, ha compiuto dunque imprese incredibili sulla roccia, ma anche nella scrittura. Attraverso le sue mani fortissime, ha saputo raccontare magistralmente le mille emozioni legate all’alpinismo: le sfide, le difficoltà e la bellezza della montagna. Elio non è soltanto dunque un alpinista e arrampicatore, ma anche uno scrittore e un artista. Le sue opere comunicano sensazioni, passioni, idee ed emozioni, rappresentando un modo di vivere delicato, come lui stesso ha sottolineato.

Durante la serata, Elio Orlandi è stato oggetto di scherzi e domande sulla sua vera essenza. Con la sua tipica semplicità, ha evitato di parlare di sé, preferendo invece elogiare gli amici, e i legami che ha costruito nel tempo. Ha condiviso con il pubblico i valori della vita, sottolineando l’importanza dei rapporti di amicizia. Durante l’evento, molti di questi amici sono saliti sul palco, rappresentando così diverse generazioni. Hanno raccontato esperienze mozzafiato, dalle scalate in Patagonia a momenti divertenti durante le varie spedizioni.

Successivamente, nel video del ciclo DoloMitiche proiettato dall’amico Guida Alpina Alessandro Beber, l’attenzione è stata rivolta all’arte, interpretata nell’arrampicata come un’autentica espressione artistica, grazie alla creatività necessaria per l’apertura di nuove vie. Altri interventi hanno invece esplorato il lato umano di Orlandi, sottolineandone i silenzi, la loro preziosità nel clima di condivisione che sanno creare durante le lunghe attese nelle spedizioni. Momenti toccanti, come il ricordo di Fabio Giacomelli, alpinista trentino morto sul Cerro Torre, hanno arricchito la serata.

Infine, Alessio Boni ha concluso l’evento con una riflessione profonda: "chi siamo?". Questa domanda, a volte condizionante per la vita di ciascuno, rappresenta la scalata più importante che ognuno deve affrontare: Elio Orlandi ha verbalizzato la sua risposta nelle proprie peculiari imprese. Proprio per questo, a fine serata, Orlandi è stato nominato socio onorario del Trento Film Festival come figura di riferimento nell'apertura di nuove vie di salita. La sua essenza riservata e la sua creatività si riflettono attraverso le arti del cinema, della pittura e della scrittura, in cui luoghi e persone diventano protagonisti.

di Omar Maragno




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