Ripensando al Melloblocco 2015. Di Sara Grippo

La climber torinese Sara Grippo ripensa al Melloblocco appena passato e al suo significato.
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Sara Grippo al Melloblocco 2015
Elio Cacchio / Bshopzone
Mercoledì, a tre giorni di distanza dal Melloblocco, prendo le mie cuffie con la musica che suona nelle orecchie e canticchio (chissà quanto sarò stonata), gli infermieri ogni tanto mi guardano e mi chiedono se sto bene… più che cantare sembra che mi lamento mi dicono! “Ma dai che vi tengo allegri!” dico io!

La mia super macchina alla sinistra del mio letto gira e rigira il mio sangue, la mia cura di bellezza! :-) Ho 4 ore qui e la mia mente vaga ai bei giorni passati a vivere il Melloblocco… sai, quando fantastichi e ritorni con il pensiero a quei momenti che ti fanno stare bene, sei ad occhi aperti ma è come se fossi lì (quante volte lo faccio quando sono qui!) .

Intorno a me in questo momento non ci sono letti, pavimenti e lenzuola sterili, aghi, siringhe e odore di disinfettante, ma il profumo dell’aria fresca dopo la pioggia della notte che si sentiva cadere forte sul tetto del furgone, le montagne attorno innevate sulle cime, quelle cascata alta alta dietro il Sasso Remenno e quel fiume che scorre nella Valle…

Sono lì mentalmente e quasi mi sembra di esserci fisicamente! Ho passato 3 giorni magnifici a divertirmi e scalare in fantastica compagnia, solo un giorno ( il venerdì) sono dovuta scendere a Morbegno per la mia dialisi, per poi essere di nuovo attiva il giorno dopo per le scarpinate alla ricerca dei blocchi su e giù per la Valle, a provare i passaggi e cercare di metterli insieme, a spazzolare la roccia con ‘sti spazzolini, a cercare i piedi giusti per salire e i metodi più contorti per riuscire ad arrivare in cima…e chissà chi ci vede cosa pensa!:) Una signora mi ha pure chiesto se quello strano zaino gigante rosso che avevo sulle spalle era un parapendio… ho cercato di spiegarle che in realtà era un materasso che usavo per caderci sopra tentando di arrivare in cima a un masso… mmmmm mi ha guardata un po’ perplessa…

Siamo un po’ strani in effetti noi scalatori, abbiamo quell’anima dentro di ascesa verso una meta e cerchiamo anche le microscheggine di roccia per arrivare in cima al blocco… magari ci passiamo le ore ed i giorni a trovare il nostro metodo per poi concatenare il tutto; guardiamo la roccia con altri occhi, anche quando siamo in giro il nostro sguardo cerca sempre pietra da scalare… siamo un “popolo” che guarda in alto!

Quell’energia che spinge migliaia di persone da tutto il mondo a venire in questa stupenda Val di Mello nonostante la consapevolezza che potrà piovere, che i massi possano essere bagnati…non ci ferma la pioggia, noi pensiamo al sole, all’aria, ci attrezziamo con qualsiasi marchingegno per asciugare le prese bagnate: fornelletti, scottex, maglie, fazzolettini, stracci… e la gara diventa di per sé quasi secondaria, perché anche chi gareggia ha uno spirito diverso dalle competizioni solite. Vi è un senso di unione, di aggregazione che credo sia il vero segreto del Melloblocco, diventa un momento per stare insieme, per poter condividere questa passione che ci accomuna con persone che provano quello che provi tu scalando.

Io mi sono divertita un sacco! Ho scalato insieme a tutte le mie amiche donnine ☺: è difficile riuscire a trovarsi a fare blocchi tutte insieme, ma al Mello questo succede sempre! C’è un atmosfera diversa e la sera ci si ritrova tutti al polifunzionale a raccontarsi la giornata, a fare strani gesti con le mani in aria tra la gente come a ripercorrere il blocco, si guarda qualche bel film di scalata proiettato nella sala, giusto per gasarti per il giorno dopo ☺!! E poi musica e festa insieme agli amici che magari non vedevi dall’anno prima!

Le mie 4 ore sono passate e il suono della macchina che avverte che è finita la terapia mi riporta alla realtà… il dolore degli aghi sfilati dal mio braccio mi fa capire che non è un sogno, ma il fantasticare e il rivivere questi giorni mi ha fatto trascorrere serena e felice queste ore. Ecco perché quando non sono qui le mie 3 volte a settimana, cerco di vivermi appieno la vita e di stare bene, così compenso quando sono attaccata alla mia macchina e non posso fare nulla, ma posso rivivere con la mente i momenti vissuti al di fuori dell’ospedale, cerco di gustarmi al massimo il tempo della mia esistenza al di fuori della dialisi e così, anche quando per forza devo fermarmi per le mie cure, so di aver vissuto e di aver assaporato la vita! Così grazie Melloblocco e grazie alla stupenda compagnia di quei giorni! NEVER GIVE UP!

di Sara Grippo

MELLOBLOCCO 2015
05/05/2015 - Melloblocco 2015 video

03/05/2015 - Il gran finale e lo spirito libero del boulder 
02/05/2015 - Day 3, l'arrampicata ad energia solare
01/05/2015 - Day two, quell'emozione un po' così
30/04/2015 - Parte l'edizione universale del boulder
28/04/2015 - Alla vigilia della dodicesima edizione
22/04/2015 - I circuiti con i capolavori delle valle del boulder
07/04/2015 - Oltre 1300 iscritti in Val di Mello
12/03/2015 - Melloblocco 2015 - l'edizione universale 



Note:
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FB Sara Grippo



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